Rovereto / Il caso

“Cosa hai da guardare?” E finisce in ospedale. Occhiataccia sul treno e poi aggressione in stazione

Il pendolare violento riconosciuto alcuni giorni dopo, denunciato e condannato. L’aggredito è ruzzolato a terra dopo essere stato colpito alla nuca con un ceffone 

di Nicola Guarnieri

ROVERETO. É finito all'ospedale senza un motivo, solo per colpa di uno sguardo di troppo. E l'aggressore manco lo conosceva, nemmeno un saluto né quattro chiacchiere di circostanza. Sarà forse l'«alienazione» da Covid o chissà che altro fatto sta che, in un pomeriggio d'estate, un giovane roveretano si è trovato al pronto soccorso dell'ospedale Santa Maria del Carmine con escoriazioni ad una mano e una botta in testa. Nulla di grave, per carità - la prognosi parla di sei giorni di guarigione - ma la rabbia per quel gesto insulso è rimasta forte.

Alla fine, però, la vittima di quell'assurda legnata è riuscita ad ottenere giustizia e il balordo che l'ha colpito senza un motivo è stato condannato a venti giorni di permanenza domiciliare (tradotto, dieci fine settimana da passare sul divano di casa senza mettere il naso fuori dalla porta) e 800 euro di risarcimento danni. Ai quali, ovviamente, vanno aggiunti 1.440 euro di spese legali sostenute dal ferito.La storia rientra in quella casistica di ordinaria follia che è stata alimentata da un anno e mezzo di pandemia. Che ha decisamente fatto sballare molta gente.

Uno su tutti: il ragazzo che era a bordo del treno regionale veloce partito da Verona e diretto a Trento. Durante il tragitto, mentre il convoglio stava per raggiungere la stazione di Rovereto, il passeggero «arrabbiato» ha iniziato a fissare intensamente e senza abbassare mai lo sguardo il dirimpettaio, un giovane roveretano che stava tornando a casa. Dopo svariati minuti di sguardo penetrante, quest'ultimo ha chiesto spiegazioni e, in risposta, ha ricevuto semplicemente un «vaffa..».

Il «dialogo» tra pendolari sembrava finito lì e, non a caso, tra i due utenti di Trenitalia non c'è stato altro contatto. Tutto bene? Giammai! Arrivati in stazione, entrambi sono scesi guadagnando l'uscita su piazzale Orsi. Una volta fuori, però, l'«osservatore» da vagone ha colpito con un sonoro ceffone alla nuca il vicino di posto facendolo cadere sull'asfalto e procurandogli escoriazioni alla mano destra. Il tutto sotto gli occhi spalancati di altri avventori rimasti esterrefatti. Il dolore, comunque, ha convinto uno dei presenti ad allertare Trentino Emergenza.

L'ambulanza ha soccorso subito il ferito trasportandolo all'ospedale dove è stato medicato e subito dimesso. Qualche giorno dopo, la vittima di quell'assurda aggressione ha incrociato per caso l'interlocutore violento ed ha allertato le forze dell'ordine. Che l'hanno identificato e, dopo aver raccolto la denuncia e le testimonianze, l'hanno denunciato. Il giudice di pace Marcello Mancini, in udienza, ha ritenuto provato il reato.

L'imputato, tra l'altro, non ha fornito alcuna spiegazione e men che meno una scusa qualsiasi. Alla fine, insomma, il reo è stato ritenuto responsabile di quell'azione «anomala» e violenta e condannato alla «reclusione» domiciliare, con il divieto di abbandonare la propria dimora per dieci week end di fila. E, chiaramente, a risarcire la parte civile sia per quanto riguarda i danni fisici (che il giudice ha calcolato in 100 euro per ogni giorno di prognosi più 200 per quelli morali) che per le spese di giudizio.

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