Chiude la libreria di Giorgio in via Rialto a Rovereto, l'appello dei lettori: andate a salutarlo e comprategli i libri
Un personaggio eclettico, coltissimo e raffinato; un negozio fuori dagli schemi; una presenza intellettuale in una città che ne ha tanto bisogno. E l’appello di Patrizia Belli: «Lettori, andate a trovarlo, troverete il libro che fa per voi»
ROVERETO. In vetrina, da sempre, un semplice foglio di carta con scritto: «I libri ed io siamo qui». Ma ora c’è l'annuncio che la poetica insegna di Giorgio Boninsegna, in via Rialto, sparirà.
La libreria di Giorgio, infatti, chiuderà a fine settembre, ma in città è partita la mobilitazioone per "salutarlo bene". E comprare i libri rimasti.
Va detto: non era una libreria asettica: sugli scaffali i volumi erano disposti in un ordine che solo lui conosceva (come accade a molti di noi). Molte le pile di libri a terra. E così ti capitava di trovare una raccolta di poesie a fianco di un saggio sulla teoria marxista. Ma per orizzontarsi, c’era lui.
Giorgio Boninsegna, partito giovane da Rovereto per fare il commesso di boutique a Milano, poi tornato per aprire i primi negozi di moda «giovane» a Rovereto. I jeans flower power, i rivoluzionari accessori colorati, direttamente in linea con Londra e Milano. Era la Swinging Rovereto.
Poi la passione per i libri: prima in piazza del Grano, poi di fianco alla chiesa di San Marco, poi alla curva in via Rialto. Ma soprattutto Giorgio era un riferimento per tanti: si potevano passare le ore, in libreria, a discutere e parlare amabilmente.
A chiedere che venga salutato come si deve, c’è la giornalista e scrittrice Patrizia Belli Che scrive: "Ora c'è bisogno che Rovereto e gli amanti dei libri rispondano alla passione che Giorgio ha donato a tutti noi per tanti anni. Andate a trovarlo, troverete sicuramente il libro che fa per voi. Vi esorto a farlo. Sono certa che da Giorgio troverete il libro giusto con cui percorrere il vostro cammino nel mondo. Facciamo sì che tutti, ma proprio tutti, i libri escano e trovino la loro strada. E sarà il vostro, il nostro grazie a lui».
Non basterà a evitare la chiusura, ma almeno verrà reso a Giorgio quello che per decenni lui ha dato a tutti quelli che sono entrati, sfiorando quell’insegna precaria: «I libri ed io siamo qui».