La voce di Padre Zanotelli in Filarmonica: «Insieme possiamo aiutare i migranti»
La campagna “Cambiamo rotta!” si rivolge alle attività che Ipsia del Trentino porta avanti nel campo profughi di Lipa, in Bosnia, dove inizia l’Europa e la frontiera è chiusa. L’obiettivo è raccogliere 30 mila euro per permettere alla lavanderia del campo di lavorare ancora
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ROVERETO. Un inizio 2023 all'insegna della pace e della solidarietà sfrondate da qualsiasi ipocrisia sarà assicurato nella Città della Pace dalla presenza di un gradito ospite che, da sempre, ne è portavoce e testimone in prima linea.
Nell'ambito delle iniziative per la 56esima Giornata mondiale della Pace, che si celebra come consuetudine il primo giorno dell'anno e sarà dedicata al tema dei migranti sulla rotta balcanica, lunedì 2 gennaio, alle 18, nella Sala della Filarmonica di Corso Rosmini, è prevista infatti la partecipazione di padre Alex Zanotelli con Silvia Maraone, operatrice di Ipsia-Acli del Trentino, per parlare di "Rotte balcaniche, migranti e diritti violati".
L'incontro è promosso da Diocesi di Trento, Forum Trentino per la pace, Associazione Tam Tam per Korogocho e Centro per la pace, l'ecologia e i diritti umani, con l'adesione di CAV-Coordinamento accoglienza della Vallagarina, Anpi Rovereto-Vallagarina, C.A.V.A.-Coordinamento associazioni della Vallagarina per l'Africa e Acli Destra Adige, ed è stato organizzato per rilanciare la campagna "Cambiamo rotta!" a favore dei progetti solidali portati avanti con il sostegno di Ipsia del Trentino nel campo profughi di Lipa, vicino alla città di Bihać, in Bosnia, lì dove inizia il territorio europeo e la frontiera è chiusa, pattugliata da polizie di varie nazioni.
Partita nel 2021 e promossa dalla Diocesi con altre realtà locali, ora la campagna ha l'obiettivo di promuovere la raccolta di 30 mila euro per consentire la prosecuzione dell'attività della lavanderia, fondamentale visto che, a causa della scarsa igiene, si stima che circa il 50% dei migranti soffra di scabbia. La rotta balcanica, che giunge ai confini sud-orientali dell'Unione Europea, è uno dei principali percorsi migratori per le persone che cercano di raggiungere l’Europa via terra, e, spiegano i promotori dell'incontro di sensibilizzazione, è anche uno dei più pericolosi, caratterizzato da muri e barriere in filo spinato, e da sistematici abusi dei diritti umani.
La Bosnia è diventata il baricentro dei flussi migratori nei Balcani in quanto Stato direttamente confinante con la Croazia, membro dell'Unione più vicino, e lungo tutta la rotta vengono ampiamente attuati respingimenti violenti, come risulta da numerose testimonianze di migranti che hanno subito manganellate, pestaggi, utilizzo di spray al peperoncino, o hanno ricevuto l'ordine di camminare scalzi per chilometri lungo il confine.
Il numero delle persone che superano il "game", espressione utilizzata dai migranti stessi per indicare il passaggio tra confine bosniaco e croato, è aumentato del 170% e la denuncia della disumanità di quanto accade, in particolare lungo la rotta più attiva, quella dei Balcani Occidentali, violando il diritto internazionale e il diritto d'asilo, sarà al centro del dialogo con il missionario comboniano di Livo, da sempre impegnato in progetti di pace e di accoglienza.
Mentre a Trento il primo gennaio si svolgerà la tradizionale Marcia della pace, intitolata proprio "Cambiamo rotta", con partenza fissata alle 16 al Liceo Da Vinci per arrivare in Duomo, dove sarà celebrata la messa dall'Arcivescovo Lauro Tisi, a Rovereto, ancora per qualche giorno, fino al 31 dicembre, nella Biblioteca Tartarotti è visitabile "Nella direzione giusta. Da Bihać al Trentino con i migranti che percorrono la Rotta Balcanica", mostra fotografica multisensoriale nata in seguito ad un viaggio compiuto in Bosnia Erzegovina lo scorso maggio per conoscere i luoghi attraversati dalle persone che arrivano in Italia e in Trentino, disposte ad affrontare viaggi terribili e violenze di ogni tipo per poter vivere in pace.
L'esposizione racconta il percorso compiuto dall'associazione Centro Astalli di Trento, che ha conosciuto i rifugi, i campi profughi e soprattutto le persone che li abitano grazie all'accoglienza della sede bosniaca del Jesuit Refugee Service e di padre Stanko Perica e porta con sé una domanda rivolta ad ognuno: cosa possiamo fare noi oggi, qui, per chi migra? Le immagini esposte, realizzate da Stefano Calzà, fotografo amatoriale e tirocinante al Centro Astalli, sono accompagnate dai testi di Angela Tognolini, mentre le voci che si possono ascoltare nell'audio-guida realizzata da Andrea Bortolotti e padre Claudio Zonta sono di Viola Ducati, Alessandra Volani e Giuseppe Marino.
La mostra è aperta giovedì 29 e venerdì 30 dalle 16 alle 20, e sabato 31 dicembre dalle 9 alle 13. Per sostenere la campagna "Cambiamo rotta!" promossa da Diocesi di Trento, Ipsia Trentino, Acli, Atas, Cnca Trentino, Movimento dei focolari, Forum Trentino per la pace e i diritti umani e Osservatorio Balcani Caucaso:
conto corrente intestato a Opera Diocesana Pastorale Missionaria, Iban: IT28J0801605603000033300338; causale: Progetto Balcani.
Info: www.rottabalcanica.eu o centro.missionario@diocesitn.it.