Chiusure di negozi in centro, numeri allarmanti: a fine anno serrande abbassate per un'altra decina di attività
Negli ultimi mesi dodici chiusure su 250 licenze commerciali del centro è un dato che preoccupa e fa riflettere, fra i più colpiti il settore dell'abbigliamento. Stefania Zenato del negozio "Zenzero": «Basta, non si può andare avanti in queste condizioni, chiudo»
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ROVERETO. I numeri sono impietosi: "Trentino, persi 600 negozi" come riportato in prima pagina domenica dal nostro giornale. E ancora: "Un'agonia senza fine".
Un'agonia alla quale purtroppo non si sottrae nemmeno Rovereto: una città dalle vetrine sempre più spente, dalle attività economiche del centro storico che calano, dalle vie e dalle piazze semideserte di giorno e vuote alle prime ombre della sera... E anche se in un quadro desolante non manca chi resiste e lavora al meglio per far vivere il centro, i dati impietosii di Confcommercio confermano un trend ormai inarrestabile che si è accentuato nell'ultimo anno.
«A fine anno hanno chiuso oltre una decina di attività in centro. C'è qualche nuova apertura ma al momento il saldo è negativo» sono le parole di Giampiero Lui, direttore di Unione commercio e turismo Rovereto Vallagarina, in via delle Scuole tra saracinesche abbassate e cartelli "affittasi" in un centro che si sta spopolando. Negli ultimi mesi dodici chiusure su 250 licenze commerciali del centro è un dato che preoccupa e fa riflettere. Una riflessione l'ha fatta (e non da oggi) Stefania Zenato, titolare del negozio "Zenzero" di via Rialto, che è arrivata ad una conclusione drastica: «Basta, non si può andare avanti in queste condizioni: tra qualche giorno, appena ho finito di vendere i capi ancora esposti, chiudo». Una scelta, quella della conosciutissima negoziante nel settore dell'abbigliamento da quindici anni, dettata da molti fattori.
A partire dal fatto che «non c'è più passaggio, che c'è sempre meno gente che viene in città a causa dei costi altissimi dei parcheggi e della viabilità, dalla statale alle vie di accesso al centro. Per forza che, in queste condizioni, vanno ai centri commerciali o preferiscono fare acquisti on line...».
Che il settore dell'abbigliamento, come tanti altri settori, conosca un periodo difficile è fuori discussione.
«Se poi aggiungiamo i costi di affitto e luce la frittata è fatta... Eppoi - aggiunge la commerciante - diciamolo chiaramente: per il centro storico si fa poco o nulla. A partire dal Comune con gli amministratori che non si fanno vedere in giro, che non prendono contatto con questa desolante realtà sotto gli occhi di tutti».
Ma le iniziative e le manifestazioni portano roveretani e turisti in città? La "rigenerazione urbana" ed i "distretti" funzionano? «Meglio non parlare di questo Natale: sarebbe come sparare sulla Croce rossa. Mi chiedo: vogliamo essere una città turistica ed accogliente? Al di là della scarsità di casette del mercatino con i turisti imbufaliti, il giorno di Natale era il deserto totale eccetto il caffé Bontadi: onore e merito a Stefania che ha tenuto aperto.
Ma perché, come si fa con le edicole ad esempio, i gestori di bar e ristoranti non riescono a fare i turni in modo che qualcuno sia sempre aperto in centro? E che dire della "Notte verde" con le tavolate in strada? Che i negozi tengono chiuso: anche questo è un brutto segnale.Quanto poi alla "rigenerazione urbana" e ai nuovi "distretti" - aggiunge Stefania Zenato - non si sono visti risultati, non ne comprendo il senso e il valore almeno stando così le cose. Secondo me manca una regia vera, un coordinamento di enti e sigle che dovrebbero promuovere le attività del centro ma nella realtà non portano risultati. E purtroppo noi dobbiamo fare i conti con questa situazione sempre più pesante, una situazione che mi ha indotto a decidere di chiudere il negozio. Mi dispiace davvero, ma non vedo alternative: un peccato per Rovereto che sta colando a picco...».