Rovereto, un 2023 con tanti ritorni e poche novità tra gli eventi. Per i giovani però quasi niente
L’amministrazione ha deliberato i finanziamenti per quegli appuntamenti giudicati capaci di «essere attrattori di visitatori e turisti». Eppure, la città sembra una Spoon River che fa venire il magone, si parla di addii disseminati nel corso degli ultimi 15 anni
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ROVERETO. L'amministrazione comunale di Rovereto ha deliberato, in due distinti provvedimenti, i contributi per gli eventi e le manifestazioni che animeranno Rovereto nel 2023. Tecnicamente si parla di "assegnazione dei contributi e di altri benefici agli enti e associazioni culturali per il piano comunale della cultura anno 2023" e dei "contributi e servizi per iniziative di promozione turistica 2023".
In pratica il primo provvedimento riguarda le attività di associazioni del territorio, sia grandi che piccole; il secondo invece i "grandi eventi", di diversa natura, meritevoli di contributo pubblico per la loro capacità di essere attrattori di visitatori e turisti. Incrociando i dati, si ha una buona approssimazione di quanto offrirà Rovereto quest'anno.
Si parte tra pochi giorni, con "Rovereto in fiore". Dal 22 al 23 aprile in centro storico. «La seconda edizione del concorso floreale organizzato in collaborazione con l'associazione Floricoltori e Fioristi Italiani - spiegano dal Comune - rappresenta un evento di qualità, garantendo un'indubbia valenza turistica». E meritevole di 20mila euro di contributo pubblico.
A seguire l'evento "Nuvolette", dall'11 al 14 maggio in centro storico. «Festival dedicato al mondo dell'illustrazione, del racconto per immagini e del fumetto: quattro giornate di eventi, sonorizzazioni, live performance, animazioni, disegni sulle vetrine del centro, laboratori e incontri con autori. Con Nuvolette la città si trasforma in un'installazione artistica a cielo aperto»; contributi per 17mila euro.
Dal 26 al 28 maggio torna il "Vallagarina Experience Festival", la kermesse che punta a «promuovere il territorio attraverso le attività outdoor di trekking, nordic walking, e-bike, trail ma anche attraverso i prodotti locali e le eccellenze enogastronomiche. Dopo le edizioni al centro Baldresca la manifestazione torna in centro occupando Corso Bettini ed i Giardini Perlasca»; 30mila euro di contributo pubblico.
Torna dal primo al 4 giugno il "Motoraduno internazionale città di Rovereto", glorioso e storico evento arrivato alla 50esima edizione e che «contribuisce alla promozione turistica della città grazie al richiamo dei tanti motociclisti nazionali ed internazionali. In occasione della 50esima edizione verrà anticipato a giugno si sposterà dai Lavini al Follone». Non definito ad oggi il contributo pubblico, che sarà stabilito più avanti «con apposito provvedimento utilizzando parte del lascito Barbazza».
Dall'8 all'11 giugno a Borgo Sacco torna "Un borgo e il suo fiume", «che rappresenta una indubbia occasione di riscoperta e valorizzazione, soprattutto in chiave turistica, delle tradizioni e della storia di Borgo Sacco e del suo rapporto con l'Adige. Mostre, conferenze, spettacoli, percorsi enogastronomici, visite guidate del borgo a contorno all'appuntamento più atteso: il Palio delle zattere» (11mila euro ci contributo).
A fine, giugno, dal 21 al 25, torna il "Festival Settenovecento", che la giunta definisce come un insieme di «numerosi eventi in città che danno vita ad una manifestazione di forte impatto turistico attraverso la proposta di un format compatto e ricco» (30mila euro). Dal 29 giugno al 2 luglio torna per la seconda edizione l'evento "Sinfonie d'arte" della Pro Loco Rovereto Centro. Seimila euro di contributo.
Musica e festa in centro storico con "Pazza Idea", in programma dal 21 al 23 luglio: «La manifestazione ripropone un fortunato format proposto negli scorsi anni dalla medesima associazione nell'intento di recuperare e rivivere lo spirito degli anni '70, attraverso mostre, testimonianze, incontri e momenti musicali» (10mila euro). Cifre ben più alte per "Oriente Occidente Dance Festival". Dal 31 agosto al 10 settembre al teatro Zandonai (37mila euro più l'uso gratuito dello Zandonai).
Fondi importanti (12mila euro) anche per la seconda edizione di "Rovereto city walls festival - pink contamination" in programma dall'11 al 23 settembre in centro storico. Per giustificare il contributo la giunta decrive l'evento come «manifestazione dedicata alle donne, assorbendo anche l'evento Rovereto In Rosa. Il tema scelto è lo "Skyline di Rovereto con le sue bellezze architettoniche". Saranno scelte artiste donne e nei due fine settimana verrà realizzato il mercatino delle hobbyste, aperitivi con le artiste, work shop e altre iniziative che animeranno il centro storico. Per i murales realizzati non solo un ruolo decorativo ma un mezzo di riqualificazione urbana finalizzata a comunicare un messaggio forte, quello dell'incontro tra persone e della condivisione delle opere con l'obiettivo di rinnovare (non è chiaro cosa, ndr) per ottenere maggior cura e rispetto».
Più chiaro nelle premesse il classico evento dell'autunno dell'Unione commercio, lo "Shopping aspettando Halloween" (dal 28 al 31 ottobre) che riceverà un contributo di 8mila euro in quanto è «apprezzabile la valenza di una manifestazione capace di offrire un intrattenimento a misura delle famiglie con numerose iniziative dedicate ad adulti e bambini oltre ad accogliere le proposte che arrivano dagli operatori commerciali, dai pubblici esercizi e dalla ristorazione del centro urbano. Ulteriormente potenziata la sinergia con i cinque Distretti del centro urbano, una collaborazione finalizzata al coinvolgimento delle attività economiche cittadine e alla promozione dei nuovi distretti. Interessante la novità che prevede la realizzazione di uno spettacolo a tema negli spazi del Castello di Rovereto».
Se hai tra i 16 e i 30, 35 anni, Rovereto cosa ti offre? Al momento, si direbbe poco. Pochissimo. Aspettiamo di essere smentiti, con l'annuncio di un grande evento (ma anche un evento medio andrebbe benissimo), in programma questa estate pensato e realizzato per i giovani. Ma ci si scuserà, non ci facciamo molto affidamento. Perché siamo un po' abituati, da roveretani, a vedere gli eventi che spariscono, mesti, piuttosto che vedere eventi che si presentano, nuovi. È una Spoon River che fa venire il magone, e non solo ai giovanissimi, visto che si parla di addii disseminati nel corso degli ultimi 10, 15 anni.
In ordine sparso: Sinergie Lagarine, Kangadei, Destortom, Rafanass, Electronic Open Air Festival, InBosco. Sicuro ce ne siamo dimenticati alcuni. Resiste la Summer Session del Cdm, e meno male. Il Comune la mette verso metà luglio, in piazza Malfatti. Ma non c'è una data precisa ancora. E poi? Basta. Certo, ci sono gli splendidi ragazzi arancioni del calcio splash di Lizzana. Validissima esperienza, e speriamo che duri. Ma non si può certo definire festival estivo. Ed è altrettanto scontato che da Palazzo Pretorio si possa ribattere che i giovani, in fondo, possono benissimo divertirsi agli eventi pensati "per i più grandi". Ci mancherebbe.
Vedere gli zattieri che remano paonazzi sull'Adige, ascoltare qualche pezzo anni '70 in via Roma, assistere ad una rappresentazione in strada dei danzatori di Oriente Occidente; tutte attività che possono raccogliere anche l'interesse dei giovani, oltre ad essere obiettivamente di valore, che sia culturale, sociale o entrambi. Ma, facciamo uno sforzo minimo. Ricordiamo la Rovereto di qualche anno fa. Prendiamo il suo evento simbolo, il Rafanass.
In ordine sparso: 2002 The Wailers. 2003 Buju Banton. 2008, Casino Royale e Junior Kelly. 2009 James Taylor Quartet. 2010 Julian Marley. 2011 Asian Dub Foundation. 2015 Mad Professor. Oggi? Lasciamo perdere.Perché? Perché Rovereto è così piatta? Se lo domandavano già 15 anni fa e più i giovani di "CalmaPiatta", che organizzavano il grande festone al Moietto, un altro evento sparito, o "artisti in strada", un altro addio. Ci sono tante risposte. Un po' è cambiato proprio il modo di vivere il tempo libero dei giovani.
Oggi sono sempre più quelli che passano le serate in casa di amici, in stube o in camera a giocare alla play. O che proprio stanno sul divano il sabato sera a smanettare su Instagram, Tik Tok e altri social che chi scrive neanche conosce. Del resto basta guardare la sera. Il centro città è deserto. Dove sono i giovani? Non ci sono. E mancano, pur con significative eccezioni, anche dai direttivi delle associazioni. La prima generazione, che gli eventi gli organizzava 20 anni fa, spesso non è riuscita a trovare nuove leve. Ed è andata lentamente spegnendosi.
Perché quando hai famiglia, bimbi, lavoro, mutuo, è più difficile sbattersi per organizzare un grande evento pubblico. E poi c'è il fatto che di sicuro queste realtà negli anni non sono state aiutate dall'ente pubblico. A cominciare dal peso della burocrazia. Siae, piani sicurezza, collaudo delle strutture. C'è da diventare matti. Perfino un'esperienza di successo come lo "Street Food Festival", che pure tante serate di musica le proponeva, ha gettato la spugna.Sarebbe ingiusto dimenticare qui l'esperienza del centro giovani, quello Smart Lab di viale Trento, capace da solo di rappresentare la "scena" roveretana. Di nuovo, speriamo che duri, tanto più che anche lui è ora in una fase delicata, con il bando per la gestione in corso. Ma non ha lo stesso sapore e, per ovvia logistica, i numeri degli eventi della Rovereto di un tempo.Resta da rintuzzare l'ultima obiezione. Quella che "tanto è così dappertutto". Non è vero.
Si guardi all'Alto Adige, dove sempre più dj nostrani (perché ne abbiamo, di roveretani, e anche bravi) vanno a lavorare. O al veronese. Ma anche più vicino. A Mori: lo Street Food Festival si è spostato là. O a Volano: proprio ieri l'associazione BaBa ha riaperto la stagione al BabaruM. Tutto esaurito. A Nomi i resistenti di Musicandolarte tengono botta e propongono il "Nomi on the Rock". E forse a Villa vedremo ancora il "Right Side Festival". E sempre in Destra Adige pochi giorni fa è stato ripresentato Castelfolk, che vedrà sul palco Piero Pelù. Ok, non un teen idol. Ma basta anche un aprés ski di Folgaria con le casse oltre il "volume 2" per fare pienone di giovani lagarini. Sarà che in "Folga" sanno come vanno le cose. E nessuno chiama per lamentarsi se alle 10 si sente qualche nota in strada.