Femminicidio Perraro, Manfrini in carcere a Padova: sconterà la pena dell'ergastolo
Il roveretano è stato condannato in terzo grado per l’omicidio della moglie Eleonora Perraro avvenuto in una notte del settembre 2019 al “Sesto grado” di Nago. Gli avvocati dell’uomo: «Nessuna custodia particolare, ma espierà la pena come tutti gli altri condannati al fine pena mai»
GIUSTIZIA Il 20 aprile la Cassazione si è pronunciata sull’ergastolo
IL FATTO Elenora è stata uccisa di botte al Sesto Grado di Nago
L'ADDIO Ultimo saluto a Eleonora
FEMMINICIDI Una lunga scia di sangue
ROVERETO. Marco Manfrini, il roveretano condannato in terzo grado per l'omicidio della moglie Eleonora Perraro, trascorrerà il resto dei suoi giorni nel carcere di Padova. Infatti da Spini di Gardolo, dove si trovava all'indomani della tragica scoperta dell'assassinio avvenuto in una notte del settembre 2019 al "Sesto grado" di Nago, è stato trasferito in una nuova casa circondariale, quella patavina appunto, individuato dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria per detenuti che devono scontare il "fine pena mai".
La conferma della condanna all'ergastolo in secondo grado dalla corte d'assise d'appello era arrivata dalla Cassazione verso la fine del mese di aprile. Gli "ermellini" romani avevano dunque ribadito la tesi dei giudici trentini secondo i quali non c'erano dubbi: ad uccidere brutalmente la moglie era stato proprio Manfrini escludendo l'ipotesi, avanzata dallo stesso imputato, che fosse stata una terza persona a compiere quell'efferato delitto. «C'eravamo addormentati e solo al mio risveglio ho visto che Eleonora era morta» aveva provato a difendersi l'imputato.
Ma con la conferma in terzo grado della condanna dell'ergastolo per l'artigiano roveretano si sono aperte le porte del carcere di Padova. Sarà sottoposto a una custodia particolare? «Non si tratta di un carcere di massima sicurezza e non mi sembra che nei confronti di Manfrini siano state applicate sanzioni particolari conseguenti all'ergastolo - afferma l'avvocato Luigi Campone che con la collega Elena Cainella compone il collegio difensivo - espierà la pena come tutti gli altri condannati, soltanto che per lui, come per gli altri ergastolani, è il fine pena mai».
Manfrini potrebbe accedere ai benefici penitenziari dopo un tot di anni? «Certo - replica l'avvocato - dovrebbe arrivare ad un espiato di 16 anni per poi chiedere i benefici. Uno di questi, ad esempio è la semilibertà. Chiaramente per i benefici penitenziari è necessario aver adottato una condotta adeguata. Comunque lui potrebbe godere della liberazione anticipata. Siamo in attesa di conoscere le motivazioni della Corte di cassazione e poi valutiamo le ragioni che hanno portato alla conferma ed eventualmente se ci sarà spazio per il ricorso alla Corte europea. Se le motivazioni noi dovessimo ritenerle corrette dal punto di vista giuridico allora prenderemo atto della sentenza. Se, viceversa, dovessimo ravvisare delle argomentazioni che secondo noi non possono trovare ragion d'essere a quel punto valuteremo se fare ricorso» conclude il legale.