Rovereto / L'omicidio

Iris Setti, uccisa al parco: "Era una persona ben voluta da tutti, gentile e affidabile"

I ricordi commossi dei colleghi della donna aggredita mortalmente sabato sera, 5 agosto: era in pensione da un paio d'anni, dopo una vita di lavoro alla Cassa rurale, con un ruolo di primo piano nella segreteria della presidenza e della direzione

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di Giancarlo Rudari

ROVERETO. Quella qui sotto è l'ultima foto che Iris Setti ha postato sul suo profilo Facebook. Risale ad un paio di giorni fa ed è stata scattata al lago di Garda.

Un'immagine che ritrae perfettamente Iris, una donna sempre con il sorriso in volto, elegante, dalla maniere gentili e curata in ogni dettaglio, nell'abbigliamento e nella forma.

Camminava e camminava, mattino e sera: coltivava questa sua passione con gli stessi percorsi ogni giorno.

In città la conoscevano tutti e con tutti scambiava un sorriso e un saluto.

Nulla di più perché lei era una donna gentile e discreta, cortese e riservata. Qualità che, unite alla professionalità, hanno fatto di lei una figura storica e importante della Cassa rurale di Rovereto.

Aveva un ruolo di primo piano nella segreteria della presidenza e della direzione dell'istituto di credito, un ruolo svolto con «capacità eccezionali tanto da guadagnarsi la stima di tutti» come la ricorda chi con lei ha lavorato.

Una vita, quella di Iris, dedicata al lavoro sempre alla Rurale: vi era entrata dopo aver conseguito il diploma di ragioniera e ci era rimasta fino al 30 giugno di due anni fa, giorno del suo pensionamento.

Fatica a parlare Paolo Marega, per 17 anni (dal 1999 al 2016) alla presidenza della Cassa.

La sua voce incrinata si interrompe per lasciarsi andare in ricordo tra le lacrime: «Iris è stata davvero una colonna della nostra banca, una donna esemplare per tanti aspetti: gentile, seria, discreta, sensibile, affidabile, con una memoria incredibile. Su di lei si poteva contare sempre, lei c'era in qualsiasi momento con la sua professionalità esemplare.

Godeva della stima di tutti, dei colleghi dipendenti come degli amministratori. La sua posizione era importante e delicata, ma di lei ci si poteva fidare ciecamente. Una fiducia ben riposta e corrisposta. Viveva per il lavoro e per la sua mamma, Iris... Mi scuso, ma sono ancora sconvolto...»

Paolo Marega non ce la fa più a continuare e la commozione prende il sopravvento sulle parole.

«Senza retorica, senza retorica - ripete due volte Luca Filagarana, ex direttore della banca di via Manzoni - ma Iris era davvero una persona ben voluta da tutti. Certo, qualcuno dirà, si dice così di tutte le persone appena scomparse. No, di lei lo si può e lo si deve dire perché era così. Premesso che nessuno merita una morte come la sua, ma mi lasci dire che l'ultima persona che meritava di morire in quel modo lì era proprio Iris».Nel suo staff Filagrana, alla direzione della Rurale per 11 anni, aveva trovato Setti e in quel ruolo l'aveva riconfermata, «così come avevano fatto i miei precedessori e chi è arrivato dopo di me a riprova di una professionalità eccezionale che Iris sapeva esprimere: precisa, onesta, integra, una risorsa per la banca. Mai una battuta fuori luogo o un atteggiamenti non consoni alla sua posizione. Per tutti era un punto di riferimento e sapeva svolgere in maniera egregia il suo ruolo con grande delicatezza anche perché lei era a conoscenza di informazioni riservate... Vorrei concludere con un aneddoto - afferma Luca Filagrana - che in qualche modo dà la dimensione di chi era Iris.

L'unica cosa che chiedeva ogni anno era il giorno di ferie per il suo compleanno (il 24 ottobre ndr). Visto che lei era nata con un parto difficile, voleva vivere quel giorno dedicandosi alla mamma che accompagnava dal parrucchiere, a fare qualche acquisto per poi pranzare assieme al ristorante. Per me è una bellissima immagine di Iris...»Non dava molte confidenze la sessantenne nemmeno con i vicini di casa con i quali, comunque, i rapporti sono sempre stati improntati sulla correttezza e il rispetto reciproco.

Il sorriso e la cortesia erano la cifra distintiva di Iris, ma al di là di questo non andava. Faceva i fatti suoi, insomma e viveva la sua vita serenamente, senza impicciarsi degli affari altrui.

Aveva un'attenzione particolare per gli animali, per i cani (anche se non ne possedeva) e per gli uccellini del parco che venivano a cibarsi delle briciole sul poggiolo di casa. E, dettaglio curioso, nella borsetta che aveva con sè quando ha trovato la morte dietro casa, c'era un sacchettino di riso da spargere nel giardino...

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