Omicidio di Iris Setti, l’assassino resta in silenzio: bocca cucita davanti al giudice
Si è avvalso della facoltà di non rispondere Nweke Chukwuka, 37enne in carcere da sabato sera. Il suo avvocato riferisce che «non riesce a credere a ciò che ha fatto, è attonito e dispiaciuto». Affidato l’incarico dell’autopsia sul corpo di Iris Setti, barbaramente uccisa nel parco di Santa Maria
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ROVERETO. È rimasto in silenzio davanti al gip. Si è avvalso della facoltà di non rispondere Chukwuka Nweke, il 37enne nigeriano in carcere da sabato sera, accusato dell'omicidio di Iris Setti.
L'arresto è stato convalidato e non sono state chieste, da parte del difensore, misure alternative. Che difficilmente sarebbero state concesse visto non solo la gravità del reato di cui è accusato ma anche perché l'uomo è da tempo un senza fissa dimora. Non ha parlato davanti al giudice ma ha avuto un primo colloquio con il suo legale di fiducia, lo stesso che aveva seguito le vicissitudini amministrative (legate alla richiesta di permesso di soggiorno e all'espulsione) del nigeriano.
Colloquio in carcere dal quale è emerso che Nweke non riesce ancora a credere a quello che è successo e, sopratutto, a quello che ha fatto. È attonito, dispiaciuto, non riesce a comprendere quello che è successo, spiega l'avvocato. Non riesce a credere di aver ucciso una donna, Iris Setti, incontrata casualmente sabato sera al parco Nikolajewka. Una donna uccisa con la sola forza bruta dei pugni.
L'udienza di convalida è durata pochi minuti, come veloce è stata l'assegnazione dell'incarico all'anatomopatologo per l'autopsia sul corpo della vittima del brutale omicidio. L'esame dovrà stabilire la causa della morte e quindi accertare se l'assassino ha usato delle armi, come ad esempio un coltello, prima di colpire la donna con i pugni. Una possibilità che deve essere valutata per poter ricostruire esattamente quello che è successo sabato sera.
Ci sono diversi video che sono stati acquisiti dai carabinieri (l'indagine è dell'Arma) che hanno fissato la parte finale della brutale aggressione ma non si può al momento escludere che prima sia successo altro. I primi risultati dell'esame autoptico saranno comunicati al pubblico ministero che segue l'indagine, Fabrizio De Angelis, mentre per avere la relazione completa saranno necessarie diverse settimane.
Per parte sua la difesa sta valutando se chiedere una perizia psichiatrica. Intanto si cerca di ricostruire alcuni aspetti della vita di Nweke che di fatto ha vissuto per strada da quando ha perso (per scadenza naturale del contratto) la casa che condivideva con la moglie e i figli ad Ala. I minori e la donna sono stati accolti, attraverso i servizi sociali, in una casa protetta. Un'accoglienza, dato il tipo di struttura, che non ha coinvolto anche l'uomo. Complice la perdita del lavoro e le difficoltà a trovarne un altro, Nweke è finito in strada con la possibilità di ricevere un aiuto da "Il portico".
Una vita in strada accompagnata anche dall'abuso di alcol che lo ha reso un soggetto problematico. Diverse le segnalazioni che sono arrivate nel corso dei mesi per i suoi atteggiamenti esagerati. Che sono esplosi con il fatto di un anno fa. Il danneggiamento delle auto parcheggiate, l'entrata in un bar brandendo una bottiglia di vetro, il tentativo di aggressione ai danni di un ciclista e i calci e pugni ai carabinieri. Tutto questo gli era valso l'arresto.
Pochi giorni in cella e poi era stato mandato ai domiciliari dalla sorella che vive a Rovereto con il braccialetto elettronico. Misura ulteriormente attenuata con l'obbligo di firma che ha rispettato sempre (tranne un giorno) anche sabato, andando a firmare in caserma a Mori quattro ore prima di massacrare di botte Iris Setti.