L’incubo di un’anziana nel mirino dei truffatori: «Hanno preso suo figlio, deve pagare 7.500 euro»
Ivonne, 75 anni, e il marito, che vivono a Rovereto da sempre, ricevono sul numero di casa una telefonata. Dall'altra parte dei filo un uomo, con forte accento del sud, che si qualifica come maresciallo dei carabinieri. Ecco poi cosa è successo
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ROVERETO. «Signora suo figlio ha fatto un incidente, è stato arrestato. È una situazione grave, ma se paga 7.500 euro possiamo cancellare tutto, e far come se non fosse successo niente»: ecco la sintesi di quanto una povera mamma si è sentita dire al telefono, lo scorso martedì pomeriggio, da due personaggi che si sono presentati rispettivamente come "il maresciallo dei Carabinieri Albertini", in forza a Rovereto e come il fantomatico "avvocato Rossi".
«Non sono giovanissima - commenta oggi la signora Ivonne Frisinghelli Galvagni - ma neanche così sprovveduta. Alla fine mi sono insospettita e ho capito che si trattava di un tentativo di truffa. Ma è stato molto faticoso e angosciante: ti riempiono di chiacchiere, ti telefonano continuamente, si scambiano al telefono cambiando le voci. Alla fine mi hanno fatto anche sentire una voce di un uomo che da lontano e tra tanti fruscii piangeva dicendo "mamma, mamma". È stato tremendo».
L'incubo vissuto dalla signora Ivonne, 75 anni, e dal marito, che vivono a Rovereto da sempre, inizia alle 16 dello scorso martedì, quando ricevono, sul numero di casa, una telefonata. Dall'altra parte dei filo un uomo, con forte accento del sud, che si qualifica come maresciallo dei Carabinieri.
«Signora, suo figlio ha fatto un incidente con l'auto, ha investito un parente di un politico trentino molto importante. L'hanno portato in Questura, gli fanno il processo per direttissima». Neanche il tempo di riflettere - e magari realizzare che a Rovereto la Questura non c'è, e che peraltro i processi si fanno in tribunale - che la linea viene passata dal presunto maresciallo all'"avvocato Rossi", che non si sa a che titolo ha preso in carico la difesa del figlio della signora Frisinghelli Galvagni.
«Signora, suo figlio rischia grosso. Però sono riuscito a convincere il giudice che in fondo è un bravo ragazzo, e a lasciar perdere tutto: se lei paga 7.500 euro sono disposti a stracciare tutte le carte». «Mi rendo conto che a raccontarlo ora - commenta la vittima designata della truffa - suona tutto assurdo, ma sul momento, sentire che tuo figlio è nei guai, sentire queste persone che parlano di incidente, di galera, che continuano a cambiare, ti manda in confusione. Però c'era una cosa che non capivo: volevano moltissimo che li richiamassi dal cellulare, e non usassi il telefono di casa. Non capivo perché. Poi, quando ho preteso di parlare con mio figlio, e mi hanno fatto sentire la voce di un uomo che da lontano, in un gran fruscio di sottofondo, piangeva dicendo "mamma, mamma", mi sono decisa ad andare dai Carabinieri».
All'arrivo nella caserma di largo Dalla Chiesa, i Carabinieri, quelli veri, hanno confermato alla signora che era finita nella rete di truffatori professionisti, e che rivolgersi alle vere forze dell'ordine era la cosa migliore che poteva fare.
«Ho deciso di raccontare questa cosa al nostro giornale, l'Adige, di cui siamo abbonati da sempre, per lanciare un messaggio agli altri anziani: diffidate sempre di chi vi chiama al telefono e non conoscete, se anche avete solo un sospetto rivolgeti alle forze dell'ordine, non abbiate scrupoli a chiedere aiuto».