Istruzione / Il caso

Mazzata sull'Accademia d'arte (privata) Laba del Trentino: il titolo non è valido, dice il Ministero

La discussione al Tar: Roma spiega che la «sede staccata» di Rovereto dell’istituto bresciano è stata trasferita «senza la prescritta autorizzazione ministeriale» e i titoli di studio sono nulli

TORBOLE L'ex Colonia Pavese si svuota, Laba addio 
LA SEDE Il terzo piano di Palazzo Todeschi affidato alla Laba

ROVERETO. Da una parte la Laba (Libera Accademia Belle Arti) Trentino, dall'altra il ministero dell'università e della ricerca, in mezzo la Provincia di Trento che cerca anche di rendere meno difficile la vita a 200 studenti. Oggetto la sede roveretana della libera Accademia delle belle arti che ha il cuore a Brescia. Per il ministero, che ha comunicato il provvedimento nel maggio scorso, «non sussistono le condizioni per poter autorizzare il rilascio di diplomi accademici aventi valore legale nel settore dell'alta formazione artistica e musicale a studenti frequentanti la sede di Rovereto. Gli studenti eventualmente qui iscritti potranno pertanto completare il relativo percorso di studi presso la sede di Brescia».

Provvedimento che è stato impugnato dalla Laba e la questione è così finita davanti ai giudici del Tar. Che però ha dato ragione al ministero ed è quindi possibile che la questione finisca davanti al Consiglio di Stato. Il provvedimento ministeriale ricostruisce la vicenda spiegando che Laba «era stata autorizzata ad attivare una sede laboratoriale a Nago Torbole e in seguito tale sede è stata trasferita a Rovereto, come comunicato dalla Provincia di Trento con nota del 20 giugno 2019, ma senza la prescritta autorizzazione ministeriale».

Sempre per il ministero a Rovereto non ci sarebbero solo dei laboratori ma interi corsi di studio e quindi quella nella città della quercia «si configurerebbe come una sede decentrata dell'istituzione priva della necessaria autorizzazione ministeriale».

Nelle carte di Roma si fa riferimento ad un parere negativo che era stato espresso da Anvur (l'agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) nel 2021. Un parere negativo - hanno spiegato i legali di Laba davanti al Tar - che riguardava la richiesta sulla «possibilità di attivare un terzo corso presso la sede di Rovereto, e quindi la sede stessa veniva valutata solo ai fini di tale richiesta, ma nel presente giudizio il parere stesso assume comunque un dirimente rilievo».

E ancora: «Le contestazioni secondo le quali nella sede laboratoriale di Rovereto si svolgerebbero attività didattiche in assenza di autorizzazione sarebbero poi smentite - prosegue la parte ricorrente - dalla nota del 9 dicembre 2013, con cui il Ministero ha chiarito che le sedi laboratoriali "non hanno alcuna connotazione giuridica, dipendendo sotto il profilo amministrativo e dell'organizzazione dalla sede istituzionale dell'Accademia che, nel caso di specie, è Brescia", e che "tali laboratori sono da intendersi quali sedi utilizzate esclusivamente per lo svolgimento di lezioni teorico pratiche", ossia come sedi utilizzabili non solo per attività laboratoriali pratiche propriamente intese».

In definitiva, per i legali Laba, «gli atti impugnati sono frutto di un palese travisamento dei fatti». A questo ha risposto il ministero spiegando che «l'unica struttura autorizzata dal Ministero - peraltro come sede laboratoriale e solo per due corsi di studio autorizzati nella sede centrale (ossia i corsi di Design e Graphic Design) - era quella di Nago Torbole, ma la sede non è più attiva, mentre nella sede di Rovereto nessuna attività può ritenersi legittimamente svolta in mancanza della prescritta autorizzazione ministeriale».

Il punto quindi è questo: manca l'autorizzazione che non può essere considerata - dice Roma - "migrata" da Nago. E per i giudici il ministero è nella ragione: «il Collegio - si legge in sentenza - ritiene che le censure siano infondate perché la sede di Rovereto quantomeno al momento della valutazione da ultimo eseguita dall'Anvur su richiesta del Ministero si configurava, di fatto, non già come una mera sede laboratoriale, bensì come una vera e propria «sede autonoma o decentrata».

E che questa «non è stata formalmente autorizzata così come non è stato formalmente autorizzato il trasferimento a Rovereto della sede laboratoriale di Nago Torbole».

Da qui la decisione di respingere il ricorso presentato contro il provvedimento del ministero perché ritenuto infondato.

comments powered by Disqus