La nobildonna muore e lascia tutto il patrimonio da 5 milioni alla badante albanese: i dieci nipoti fanno causa
Il caso approda al Tribunale di Rovereto, dove il giudice dispone per ora un sequestro cautelativo dei beni, un tesoro fra risparmi, palazzi e terreni
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ROVERETO. In autunno se n'è andata, a oltre 80 anni, Maria Malfatti, erede di una delle famiglie più prestigiose della città, tanto da aver dato alla comunità lagarina il podestà Valeriano. Gente importante, blasonata, che ha tenuto alto il vessillo di Rovereto. Questa è storia, però, che adesso si porta appresso una questione giudiziaria di non poco conto.
A inizio novembre 2023, come detto, Maria Malfatti ha cessato di vivere: donna forte, inserita nella società e, soprattutto, con un patrimonio immobiliare e di denaro consistente. Maria viveva da sola, non si era mai sposata e non aveva figli. Negli ultimi anni della sua esistenza, non troppi in verità, è stata seguita da una badante, perché tirare avanti ad una certa età, senza un appoggio, è dura.
Alla sua dipartita, ovviamente, i dieci nipoti hanno seguito il lutto, hanno accompagnato la parente nel viaggio eterno ma poi, qualche tempo dopo, si sono trovati con una sorpresa che dire amara è riduttivo. Perché ad esequie archiviate, quando il notaio ha convocato i parenti per la lettura delle volontà testamentarie della cara estinta, lo choc è stato grande.
Maria Malfatti, infatti, aveva nominato come sua erede universale proprio la badante albanese. L'etnia e la professione, ovviamente, non c'entrano, ma l'entità del patrimonio sì: cinque milioni di euro tra conti correnti (circa un milione) e appartamenti, compreso il palazzo storico in via della Terra. Tanta roba, insomma, che la discendente del podestà Valeriano aveva deciso di lasciare alla donna che, negli ultimi anni di vita, si era presa cura di lei.
I nipoti, però, hanno voluto vederci chiaro, e si sono rivolti all'avvocato Luca Fedrizzi di Mezzolombardo per sincerarsi che dietro questa donazione non ci fosse qualcosa di illecito. E le ricerche qualche sospetto, grosso, l'hanno evidenziato tanto da presentare querela alla procura di Rovereto per circonvenzione d'incapace e avviare, al contempo, una causa civile.
La sostituta procuratrice Viviana Del Tedesco, ricevuta la notifica di reato, ha analizzato atti e testimonianze e, alla fine, dopo alcuni mesi di lavoro certosino, ha firmato un sequestro giudiziario ai fini conservativi. Il patrimonio, per capirci, è congelato in attesa del responso dei giudici. Perché il rischio che l'erede nominata si liberi dei beni - oltre ai soldi parliamo di appartamenti, quadri e libri di valore - è troppo elevato.
Chiaramente l'inchiesta è solo all'inizio ma la posta in gioco - al di là di quella che, per legge, si chiama la «legittima» - è altissima. Soprattutto perché si sospetta davvero la circonvenzione di incapace. L'anziana, d'altro canto, negli ultimi tempi non ragionava benissimo e i parenti sospettano che, proprio approfittando dei periodi di amnesia dell'anziana zia, la badante si sia volutamente fatta nominare erede universale, con cinque milioni di euro da intascare alla faccia degli eredi naturali.
Davanti alla querela presentata dall'avvocato Luca Fedrizzi, come detto, la pm Del Tedesco ha analizzato la denuncia ma pure le carte e alla fine, in attesa di un'udienza di merito, ha bloccato tutti i beni per evitare un'alienazione magari - ma questo sarà valutato in tribunale - inopportuna.
Il canale che sta seguendo la legge, come detto, è duplice: c'è l'aspetto penale, con la denuncia di circonvenzione di incapace (che, per altro, secondo la cassazione non è necessaria visto che non sussiste, ai fini della dimostrazione della presenza dei presupposti soggettivi del reato, la necessità di dimostrare la presenza di un vero e proprio stato di incapacità di intendere e di volere o di svolgere perizia sul punto, essendo sufficiente anche una minorata capacità psichica, con compromissione del potere di critica ed indebolimento di quello volitivo, tale da rendere possibile l'altrui opera di suggestione e pressione) e una civile.
In attesa di un giudizio, comunque, il patrimonio della famiglia Malfatti è stato messo in frigo. Compreso il palazzo in Contrada della Terra con tanto di fontanella storica che disseta i passanti e che, per capirci, è immortalato ogni giorno dai turisti che si dilettano a passeggiare ed ammirare il centro storico di Rovereto.