L'Accademia d'arte Laba lascia Rovereto e "molla" gli studenti, fallito l’interessamento di Gerosa
L’accademia bresciana aveva aperto a Nago, poi nella città della Quercia, ma una sentenza dichiara nulli tutti i diplomi rilasciati qui. L’assessora: «Spiace, ma prima di tutto gli obblighi e la legittimità»
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ROVERETO. Laba dice addio a Rovereto. La libera accademia delle belle arti di Brescia che aveva trasferito la sua sede trentina da Nago alla città della quercia, se ne va. La comunicazione ufficiale ieri pomeriggio nel corso di un incontro fra la scuola, i duecento studenti e le loro famiglie tutti costernati ed è stato l’epilogo di una vicenda iniziata con un provvedimento del ministero dell’università e della ricerca che aveva stabilito che «non sussistono le condizioni per poter autorizzare il rilascio di diplomi accademici aventi valore legale nel settore dell’alta formazione artistica e musicale a studenti frequentanti la sede di Rovereto».
Un addio che potrebbe essere solo un arrivederci: l’accademia si sta muovendo per ottenere il via libera e far iniziare nuovamente i corsi anche a Rovereto. Nel più breve tempo possibile. In favore della Laba si era mossa la sindaca Giulia Robol e l’assessora provinciale Francesca Gerosa aveva attivato un’interlocuzione con Roma. Che non è andata a buon fine.
È stata infatti piazza Dante a firmare il provvedimento che mette la parola fine (per ora dicono da Laba) all’avventura dell’accademia a San Giorgio. Il provvedimento, datato 14 maggio è questo: «A conclusione di diverse interlocuzioni con il Mur, si ribadisce che non sono rinvenibili elementi che legittimino il prosieguo dell’attività didattica presso la sede non autorizzata di Rovereto come già evidenziato nella nota del Mur del maggio 2023. Si intima pertanto Laba Brescia ad attivarsi entro e non oltre il 31 maggio 2024 al fine di trasferire tutta l’attività didattica presso la sede autorizzata di Laba Brescia, informare tempestivamente gli studenti e le famiglie che il percorso dovrà proseguire a Laba Brescia o in altra accademia che svolga i medesimi corsi e consenta il riconoscimento dei crediti formativi e di comunicare alla Provincia Autonoma di Trento di aver ottemperato entro il termine definito».
La risposta dell’accademia bresciana poteva essere una sola. E così nel confermare «l'assoluta correttezza del proprio operato» e riservandosi « di valutare l’impugnazione del provvedimento», ha deciso di trasferire l'intera attività didattica svolta nella sede di Rovereto in quella di Brescia già dall'anno accademico 2024 - 2025.
«Non ci si può esimere dall’evidenziare che, con questo provvedimento - spiegano i vertici di Laba - il territorio trentino si priva di una comunità formativa di altissimo livello, che ha vinto prestigiosi premi nazionali e internazionali, che ha al suo attivo innumerevoli e autorevoli collaborazioni con istituzioni pubbliche e private e con importanti aziende del territorio, sviluppando progetti di terza missione di grande importanza. La sede di Rovereto si avvale della competenza di stimati professionisti che prestano la loro qualificata opera di docenza fin dalla sua nascita nel lontano 2012. Grazie alla loro passione per l’insegnamento di livello universitario si sono diplomati centinaia di studenti con risultati più che eccellenti, che hanno trovato collocazione sia all’interno delle aziende trentine o che operano come professionisti, valorizzando culturalmente e progettualmente il territorio trentino».
Laba si era opposta alla decisione ministeriale con un ricorso al Tar che era stato però respinto e ora il confronto si è al Consiglio di Stato.
Oggi la nota dell’assessora Gerosa, tesa a smentire che il suo intervento è stato inutile.
«La vicepresidente e assessore all’istruzione è intervenuta in relazione a quanto apparso sulla stampa locale in merito alla chiusura della sede territoriale non autorizzata di Laba Brescia - la Libera Accademia di Belle Arti con sede trentina a Rovereto - esprimendo comprensione per il disagio degli studenti e delle famiglie che nella scelta del percorso formativo si sono orientati verso la stessa accademia e sottolineando come un amministratore pubblico debba, per quanto nelle proprie competenze e possibilità, garantire anche la correttezza e la legittimità dell’offerta formativa presente sul territorio provinciale, in primis la validità dei titoli formali rilasciati, affinché le famiglie non si trovino ad affrontare brutte sorprese.
Su questo specifico punto, non potendo chiaramente intervenire sui requisiti richiesti dalla legge per l’accreditamento e sui quali il Ministero è chiamato ad esprimersi, l’impegno si è concentrato proprio nel garantire la validità dei titoli rilasciati e la salvaguardia della validità dei crediti formativi e degli esami conseguiti dagli studenti. Ed è di pochi giorni fa il confronto tra la vicepresidente, le strutture del Dipartimento provinciale e il Ministero, il cui esito fa ben sperare in merito alla conferma della validità dei crediti e dei titoli ad oggi conseguiti, pur ribadendo che tuttavia non sussistono al momento i presupposti per mantenere attiva la sede.
La vicepresidente non è entrata nel merito della professionalità e competenza dei docenti della sede di Rovereto, e della qualità dei percorsi offerti, ma ha voluto porre l’attenzione con fermezza sulla garanzia della tutela dei ragazzi e delle loro famiglie, per la quale si sta impegnando nelle sedi opportune.
L'auspicio, sia per i ragazzi che per il territorio trentino, è che Laba Brescia si attivi quanto prima per acquisire, nel rispetto della disciplina vigente, le autorizzazioni previste per il regolare svolgimento dell’attività formativa».