Elezioni a Rovereto, primi nomi certi dei consiglieri, per gli altri bisogna aspettare il ballottaggio
In 14 sono in bilico, compresi tre assessori uscenti: dal flop di Bertolini alla debacle di Bortot, e il prossimo consiglio potrebbe essere «rosa»
ROVERETO. I nomi dei 32 consiglieri comunali che occuperanno l'aula Malfatti a palazzo Pretorio fino al 2030 si sapranno ufficialmente solo il prossimo 10 giugno, dopo il ballottaggio. Più della metà degli eletti, però, sono già certi. Iniziando da quattro dei cinque candidati sindaco, promossi a prescindere dagli apparentamenti dei due sfidanti per il secondo turno.
Si tratta di Giulia Robol (che domenica ha incassato il 41,4% dei consensi con 6.556 voti portati in dote da Pd, Campobase, Alleanza Verdi e Sinistra, Civici per l'Autonomia, Rovereto Libera), Gianpiero Lui (30,7% con 4.826 voti, sostenuto da «Lui Sindaco», Patt, Rovereto al Centro, Lega e Forza Italia), Michele Dorigotti (14,5% con 2,287 voti portati da Officina Comune), Paolo Piccinni (10,3% e 1.631 voti di Fratelli d'Italia).
Agli aspiranti primo cittadino si aggiungono come certe anche 14 persone inserite nelle varie liste di appoggio che, come detto, sono già consiglieri comunali. Perché le preferenze espresse domenica qualche indicazione l'hanno già fornita con candidati che sono sicuri di essere stati eletti. Parliamo di Arianna Miorandi (271 preferenze, consigliera uscente del Pd), Micol Cossali (257, assessora uscente del Pd), Carlo Fait (196, segretario comunale del Pd e già consigliere) e Miriam Francesconi (144 voti e consigliera uscente del Pd), Claudio Cemin (150 voti, portavoce di Campobase e già presidente della circoscrizione Centro) e Andrea Miniucchi (142, assessore uscente di Campobase); Ruggero Pozzer (121 preferenze, consigliere di Alleanza Verdi e Sinistra); Silvia Valduga (236 voti di Officina Comune) e Tommaso Vaccari (193 voti, Officina Comune); Andrea Zambelli (182 consensi di «Lui Sindaco) e Fation Mullici (128, «Lui sindaco»); Marco Zenatti (248 preferenze, commissario roveretano di Fratelli d'Italia); Viliam Angeli (148 voti, consigliere uscente e segretario cittadino della Lega); Domenico Catalano (125 voti del Patt).
Gli altri quattordici consiglieri comunali (e tra loro anche qualche assessore della futura giunta) saranno determinati dal ballottaggio. La vittoria di Giulia Robol o Gianpiero Lui, infatti, sancirà chi entrerà nell'aula Malfatti di piazza del Podestà e chi resterà fuori.
Intanto in attesa della prossima amministrazione comunale è curioso capire come la giunta uscente sia stata valutata dagli elettori dopo quattro anni di lavoro per la città. Alle urne, infatti, dopo il mandato si rischia di essere bastonati dal voto avverso - che potrebbe indicare una bocciatura del proprio operato a palazzo Pretorio - oppure premiati per quanto portato avanti nella stanza dei bottoni. Sindaca reggente Giulia Robol a parte, su sei assessori tre hanno confermato l'appoggio dei cittadini e dovrebbero rimanere a prescindere in piazza del Podestà, ovviamente in attesa di capire se in maggioranza o all'opposizione. Ma questo è un discorso riniviato al 10 giugno, dopo il ballottaggio dell'8 e del 9. T
ornando all'indice di gradimento dei roveretani per la giunta, a trionfare è stata Micol Cossali (che si è occupata di cultura, giovani e ricerca) che è risultata la seconda più votata in assoluto (257 consensi). L'altro assessore premiato con molte preferenze è stato Carlo Plotegher (lavori pubblici e decentramento) di Rovereto al Centro che ha raccolto 181 preferenze personali dimostrando, evidentemente, di aver seminato bene. Al terzo posto l'esponente di Campobase Andrea Miniucchi (ambiente e qualità del vivere urbano), forse l'unico attaccato in campagna elettorale dai chi si lamentava che la città è sporca e, occupandosi di rifiuti, è rimasto nel mirino fino al giorno della corsa ai seggi. Alla fine, comunque, si è messo in saccoccia 142 voti risultando il secondo della lista dopo il fondatore del movimento che ha appoggiato Francesco Valduga alle ultime elezioni provinciali e presidente della circoscrizione Centro, Claudio Cemin.
Gli altri tre assessori, infine rischiano di non restare in aula ma di guardare l'attività politica d'aula dalla sala del pubblico. Di sicuro non sarà rieletto Beppe Bertolini (commercio, industria, artigianato e valorizzazione dei centri storici) che, candidato con Civici per l'Autonomia, ha raccolto solo 37 preferenze. Meglio di lui hanno fatto Mario Bortot (sport, turismo e toponomastica), che è arrivato secondo nella sua lista Rovereto Libera con 114 voti, e Mauro Previdi (sanità e politiche sociali) che in Campobase ha preso 112 consensi.
Largo alle donne. Sono loro le regine delle urne: tra i primi quattro candidati più votati domenica dai roveretani ben tre sono donne. E tutte hanno superato di gran lunga quota 200 voti, una soglia ritenuta degna di una siepe olimpica. L'unico uomo che è riuscito ad infilarsi in questa particolare classifica è Marco Zenatti di Fratelli d'Italia, salito sul podio dei «mi piace» elettorali con 248 consensi.La più apprezzata, però, è del Partito democratico. È Arianna Miorandi, premiata con 271 voti, consigliera delegata alla cooperazione allo sviluppo e progetti europei nella giunta guidata prima da Francesco Valduga e poi da Giulia Robol. E se quest'ultima si aggiudicasse il ballottaggio di giugno, sarebbe la prima sindaca di Rovereto. Tornando al consiglio comunale, al secondo posto dei preferiti dagli elettori c'è Micol Cossali, assessora alla cultura, alla creatività giovanile e all'innovazione nell'amministrazione appena scaduta. Per lei sono state infilate nelle urne 257 schede. Al quinto posto, poi, c'è un'altra esponente dem dell'ultimo civico consesso, Miriam Francesconi che ha ottenuto 144 preferenze.
In caso di vittoria al secondo turno, comunque, si siederebbero in aula Malfatti altre due rappresentanti del Pd: Giulia Mirandola (141 consensi) e Stefania Bresciani (119).
Il voto rosa, tra l'altro, ha premiato candidate anche di altre liste. Su tutte Silvia Valduga di Officina Comune (coordinatrice d'area Atas e per anni volontaria internazionale nei Paesi in via di sviluppo), capace di intercettare 236 consensi. E sempre nella lista «arancione», hanno ottenuto un ottimo risultato Irene Matassoni (166) e Fabiola Pozza (160).
Buoni successi personali hanno riscontrato pure Francesca Martinelli di Alleanza Verdi e Sinistra (108 voti), Lucia Michelon del Patt (105), Sara Turrini di Civici per l'Autonomia (63) e Patrizia Caproni di Avs (54).Insomma, rispetto al passato - e senza imposizione per legge di quota rosa, visto che il cittadino era libero di esprimere due nomi senza indicare per forza un uomo e una donna - queste elezioni comunali hanno dimostrato che l'elettore non guarda al genere ma alla persona. E il consiglio, dopo il ballottaggio, come detto potrebbe raggiungere una ragguardevole rappresentanza femminile che, inevitabilmente, coinvolgerebbe anche la futura giunta.