Sanità / Rovereto

I medici robot in ospedale per sopperire alle carenze: la mozione di Filippo Degasperi

Ovviamente l'intenzione non è quella di sostituire i dottori in carne ed ossa con degli automi ma di dotare l'ospedale Santa Maria del Carmine di una chirurgia di precisione che, chiaro, profuma di futuro ma che è comunque efficace. Un modo, rilancia Degasperi, per «avviare un percorso di progresso, innovazione e vantaggi»

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di Nicola Guarnieri

ROVERETO. La sanità pubblica fa paura, perché ha gravi mancanze. La colpa, intendiamoci, non è certo dei medici, degli infermieri e dei tanti professionisti che ogni giorno danno il massimo e mettono in campo la loro professionalità. Il problema è che si pagano le conseguenza di una programmazione sbagliata: per questo manca gente in corsia. E stiamo parlando di medici e infermieri. Mancano medici «umani», per dire? Si possono assumere robot. È quanto chiede alla giunta provinciale con una mozione il consigliere di Onda Filippo Degasperi.

Ovviamente l'intenzione non è quella di sostituire i dottori in carne ed ossa con degli automi ma di dotare l'ospedale Santa Maria del Carmine di una chirurgia di precisione che, chiaro, profuma di futuro ma che è comunque efficace. Un modo, rilancia Degasperi, per «avviare un percorso di progresso, innovazione e vantaggi».

La chirurgia robotica consiste in un approccio innovativo alle operazioni basato sull'utilizzo di piattaforme in grado di riprodurre, miniaturizzandoli, i movimenti della mano umana all'interno delle cavità corporee. Il primo robot chirurgico è stato commercializzato nel 1999, a Trento è in uso dal 2012.

«Un robot chirurgico Da Vinci di ultima generazione - ricorda Degasperi all'amministrazione provinciale - costa intorno ai 2 milioni di euro, cui vanno aggiunte spese di manutenzione e acquisto di strumenti dedicati ogni anno. Una sala operatoria dedicata deve essere adattata appositamente».

I vantaggi, però, sarebbero indubbi: «Rispetto alla chirurgia laparotomica e laparoscopica sono la precisione e stabilità del sistema, potenziali tempi chirurgici ridotti, minori perdite ematiche e complicanze postoperatorie. Le applicazioni della chirurgia robotica nella patologia delle unità operative con sede a Rovereto con attività chirurgica sarebbero: per ginecologia isterectomia; per chirurgia colo-rettale, chirurgia complessa di parete; in otorinolaringologia tumori di capo e collo».Un domani, poi, si potrebbe allargare il campo d'azione.

«Le prospettive future della chirurgia robotica sono la chirurgia toracica e mediastinica, la possibilità di eseguire in robotica il 99% degli interventi addominali».L'introduzione del medico del futuro, dunque, la si chiede nella città della Quercia.

«Dotandosi di una piattaforma robotica, un ospedale come quello di Rovereto aumenterebbe la chance di molti pazienti di avere accesso ad una chirurgia con risultati potenzialmente migliori rispetto ad altri approcci e di essere attrattivo anche nei confronti delle giovani generazioni di medici interessati a imparare una chirurgia moderna ed innovativa».

«Inoltre riconoscerebbe pari dignità nel trattamento chirurgico di pazienti mettendo a disposizione attualmente la più moderna tecnica chirurgica e offrendo agli attuali e futuri studenti della facoltà di medicina di cattedre con competenze chirurgiche una formazione adeguata alle più innovative procedure disponibili».

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