Istruzione / Arte

Dopo la chiusura da parte del Ministero, la Laba rinuncia al ricorso, ma cercherà una nuova sede a Rovereto

Il trasferimento da Nago Torbole a Rovereto era illegittimo, si ripartirà da zero con le autorizzazioni, e neanche l’ «interessamento» di Gerosa è bastato

ROVERETO. Il ricorso al Tar è finito con un nulla di fatto (giudizio estinto) perché il proponente, la Libera Accademia delle Belle Arti, Laba, ha rinunciato. Ma non ha rinunciato ad avere una sede a Rovereto. Infatti la ragione del passo indietro compiuto davanti ai giudici amministrativi è motivato dall'«intenzione di presentare nuova domanda di autorizzazione di sede decentrata in Rovereto, interesse considerato primario rispetto a quello sotteso al presente ricorso». Intenzione confermata anche dai legali che seguono l'accademia di Brescia.

Cosa significa? Che Laba ci riprova presentando una nuova domanda e superando quindi gli ostacoli che, nei mesi scorsi, avevano portato alla chiusura della sede di San Giorgio. Ostacoli che erano diventati evidenti e noti a tutti dopo una sentenza del Tar dello scorso febbraio.

Ai giudici amministrativi si era rivolta Laba per impugnare un provvedimento del Miur, il ministero dell'università e della ricerca. Provvedimento che spiegava che «non sussistono le condizioni per poter autorizzare il rilascio di diplomi accademici aventi valore legale nel settore dell'alta formazione artistica e musicale a studenti frequentanti la sede di Rovereto. Gli studenti eventualmente qui iscritti potranno pertanto completare il relativo percorso di studi presso la sede di Brescia».

E la ragione dell'inghippo che ha riguardato circa 200 studenti, si ritrova nelle carte romane nelle quali veniva spiegato che Laba «era stata autorizzata ad attivare una sede laboratoriale a Nago Torbole e in seguito tale sede è stata trasferita a Rovereto, come comunicato dalla Provincia di Trento con nota del 20 giugno 2019, ma senza la prescritta autorizzazione ministeriale».

Sempre per il ministero a Rovereto non ci sarebbero stati solo dei laboratori ma interi corsi di studio e quindi quella nella città della quercia «si configurerebbe come una sede decentrata dell'istituzione priva della necessaria autorizzazione ministeriale». E ancora: «L'unica struttura autorizzata dal Ministero - peraltro come sede laboratoriale e solo per due corsi di studio autorizzati nella sede centrale (ossia i corsi di Design e Graphic Design) - era quella di Nago Torbole, ma la sede non è più attiva, mentre nella sede di Rovereto nessuna attività può ritenersi legittimamente svolta in mancanza della prescritta autorizzazione ministeriale».

Il punto quindi è questo: mancava l'autorizzazione che non poteva essere considerata - diceva Roma - "migrata" da Nago. E per i giudici il ministero era nella ragione e quindi il ricorso era stato rigettato. A fianco di Laba, e dei suoi alunni roveretani, si era schierata anche la politica locale, con l'assessore provinciale Francesca Gerosa che aveva avviato un confronto direttamente con Roma per trovare - veniva dichiarato - «una soluzione per salvaguardare il valore legale del titolo degli studenti in corso, in attesa che la vicenda trovi una conclusione definitiva».

Interlocuzione che aveva portato al provvedimento della Provincia di metà maggio. «A conclusione di diverse interlocuzioni con il Miur - così si leggeva - si ribadisce che non sono rinvenibili elementi che legittimino il prosieguo dell'attività didattica presso la sede non autorizzata di Rovereto come già evidenziato nella nota del Miur del maggio 2023. Si intima pertanto Laba Brescia ad attivarsi entro e non oltre il 31 maggio 2024 al fine di trasferire tutta l'attività didattica presso la sede autorizzata di Laba Brescia, informare tempestivamente gli studenti e le famiglie che il percorso dovranno proseguire a Laba Brescia o in altra accademia che svolga i medesimi corsi e consenta il riconoscimento dei crediti formativi e di comunicare alla Provincia Autonoma di Trento di aver ottemperato entro il termine definito».

Il ricorso di cui si doveva discutere nell'udienza di giovedì scorso (di nuovo) al Tar, riguardava proprio questo provvedimento, ma la decisione di Laba di seguire le strade amministrative-burocratiche piuttosto che quelle legali, ha portato alla dichiarazione dell'estinzione del contenzioso.

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