«Not, non costringiamo i trentini a farsi guerra»
La Cgil del Trentino ripone fiducia nell'affidamento della realizzazione del Nuovo ospedale del trentino al colosso Impregilo, anche se non manca di concordare con quanto dichiarato ieri sull'Adige da Roberto Oss Emer, vicepresidente dell'Ance, il quale teme che alla fine molte imprese locali, aderenti alla cordata vincitrice, rischieranno di non poter lavorare, battute dalla concorrenza di altre realtà extraprovinciali
La Cgil del Trentino ripone fiducia nell'affidamento della realizzazione del Nuovo ospedale del trentino al colosso Impregilo, anche se non manca di concordare con quanto dichiarato ieri sull'Adige da Roberto Oss Emer, vicepresidente dell'Ance, il quale teme che alla fine molte imprese locali, aderenti alla cordata vincitrice, rischieranno di non poter lavorare, battute dalla concorrenza di altre realtà extraprovinciali.
«Oss Emer dice una grande verità - commenta Maurizio Zabbeni, della Fillea Cgil -. Serve un codice deontologico per le imprese. Anch'io vorrei che, in caso di aggiudicazione di un progetto, le aziende aderenti potessero conoscere già i loro compiti. Va evitato che il capogruppo metta in concorrenza le imprese, costringendole al massimo ribasso. È inutile che un'azienda vinca l'appalto per aver fatto l'offerta tecnica più vantaggiosa e poi nelle singole opere metta in competizione le altre realtà. Ma questa cosa non la fa solamente l'Impregilo. Devo denunciare il fatto che lo stesso atteggiamento è tenuto anche dalle aziende trentine, dove la copogruppo fa la stessa cosa dell'Impregilo con il Not. È un malcostume presente anche nella nostra provincia. Per batterlo servirebbe una sinergia fra le imprese che ancora manca».
Il mondo edile trentino è troppo individualista?
«Sicuramente. Per farle un esempio, io mi occupo anche della filiera legno e abbiamo zone con quindici centri di taglio, quando ne basterebbe uno per tutta la valle. Se ci fosse la giusta sinergia, si potrebbero abbattere i costi e rendere più competitivo un territorio».
Come sindacati siete soddisfatti della cordata vincitrice del Not?
«Un appalto così importante è stato vagliato da una commissione all'altezza. Impregilo si è aggiudicata l'opera grazie a una buona valutazione tecnica e di qualità, non economica. E dunque è giusto che sia andata a loro che hanno dimostrato di essere i migliori».
De Laurentis, degli Artigiani, ha detto che questi non sono tempi per opere così onerose.
«Posso capire il discorso di De Laurentis, che ha anche detto che sarebbe stato meglio puntare su appalti più piccoli. Allo stesso tempo devo però ricordare che un territorio programma il proprio sviluppo per la collettività, non solo per poche aziende. E se è stato ritenuto importante rifare l'ospedale, è stato giusto farlo».
Uno dei timori è che questi 300 milioni non vadano ai trentini e che comunque non bastino a risollevare la situazione.
«Intanto bisogna vedere che fine faranno questi soldi. E, di questi tempi, 300 milioni sono comunque importanti. Ora vorremmo capire come è stato costruito l'appalto, ma evidenziare che non c'è solo il Not. La Provincia sta mettendo in campo una marea di iniziative per l'edilizia pubblica, scolastica e privata per rilanciare il mondo delle costruzioni. Fra un paio di settimane ci saranno gli Stati Generali del settore, ma fin da ora devo ammonire su una cosa: non sono solo Provincia o Comune a dover assegnare i lavori. Bisogna valutare come vengono assegnati questi appalti, in modo da evitare che escano in modo da costringere le aziende locali a farsi la guerra».