Elisoccorso 24 ore, parte la rivoluzione
Per il Nucleo Elicotteri dei Vigili del Fuoco di Trento sarà una vera e propria rivoluzione. Dal prossimo primo luglio, il servizio di elisoccorso diventerà «H24». Gli elicotteri gialli del 118, quindi, si alzeranno in volo anche di notte in caso di emergenza. Abbiamo cercato di capire, con questa nostra inchiesta, cosa cambierà nel concreto e, soprattutto, quanto costerà alle casse pubbliche il nuovo sistema. Mettendolo a confronto con quanto accade invece a Bolzano.
Il Nucleo Elicotteri dei Vigili del Fuoco di Trento si sta preparando alla virata più importante da quando il servizio, nel 1980, passò nelle mani della Provincia (da 1958 operava su scala regionale).
Il prossimo 1° luglio l'elisoccorso in Trentino diventerà H24. Un obiettivo perseguito a fondo dall'ex governatore Lorenzo Dellai ,
che ora deve tassativamente realizzarsi non fosse altro per dimostrare il fondamento delle spese di acquisto dei due elicotteri Agusta Aw139 e quelle di adeguamento delle piazzole, entrambe motivate proprio con la volontà di estendere l'elisoccorso all'arco delle 24 ore.
Una decisione ad altissimo tasso politico, che attiene al ruolo centrale che ha assunto (e sempre più assumerà fino al completamento del nuovo ospedale), l'ospedale di Trento ed il contestuale, progressivo ridimensionamento dei presidi ospedalieri di valle. Insomma: una svolta epocale, di cui l'elisoccorso diventa leva fondamentale.
Il cambiamento sarà radicale, anche nei tempi. Sì, perché contrariamente a quanto si era ipotizzato qualche tempo fa, l'elisoccorso inizierà a svolgere funzione di «ambulanza notturna» verso l'ospedale di Trento esattamente a partire dal 1° luglio, senza alcun periodo di prova.
«L'idea era quella di testare il servizio due mesi prolungando l'attuale servizio fino alle ore 23 lasciando immutate risorse umane ed economiche - spiega il dirigente generale della Protezione Civile Roberto Bertoldi -. Una soluzione rivelatasi impraticabile ed allora, considerato che comunque i voli invernali dell'elisoccorso dopo le 17 sono già avvenuti in modalità notturna, abbiamo deciso di partire direttamente con il servizio H24 alla data stabilita».
Un paio di precisazioni a questo punto si impongono, sia in ordine al tipo di servizio che l'elicottero (uno e non due, come avviene di giorno) potrà prestare la notte, sia rispetto alle risorse umane ed economiche necessarie per farvi fronte. Va detto chiaro, ad esempio, che l'elicottero la notte potrà svolgere solo ed esclusivamente voli secondari, ossia da piazzola illuminata a piazzola illuminata (sono 15 in Trentino, comprese quelle degli ospedali ed altre due sono in fase realizzativa). A restringere ulteriormente il campo di azione sarà il meteo, visto che per volare la notte - ed il volo è a vista - sono necessarie condizioni di visibilità ottime, situazione che in Trentino si verifica statisticamente circa 200 notti l'anno. E le altre 165 notti cosa succede? Nella sfortuna, bisognerà essere fotunati a star male solo nelle notti stellate? «La decisione se decollare o no spetta sempre solo e comunque al pilota - interviene Vittorio Cristofori , accountable manager del Nucleo -. La sua decisione è insindacabile, ma nel caso la missione aerea non potesse essere intrapresa o portata a termine, non lascerebbe senza risposta la richiesta di soccorso dalla periferia. L'equipe sanitaria (medico rianimatore ed infermiere) anziché con l'elicottero partirebbe in auto medica per il cosiddetto rendez vous con l'ambulanza che trasporta il paziente critico assistito dal rianimatore e dall'infermiere dell'ospedale periferico».
Rispetto alla questione delle risorse necessarie per garantire il servizio H24, va detto subito che alla data del prossimo 1° luglio la «macchina organizzativa» pensata dalla Provincia sarà ancora lacunosa. «Abbiamo avviato le procedure concorsuali per l'assunzione di tre nuovi piloti ed altrettanti tecnici-coaudiutori di volo (e lo stesso vale sul fronte sanitario per tre medici rianimatori e tre infermieri, ndr) - illustra Bertoldi - , ma già sappiamo che non arriveremo a proclamare i vincitori entro il 1° luglio. In ogni caso da parte del personale attualmente in servizio abbiamo ottenuto la disponibilità a sacrificare qualche giorno di ferie ed alcuni turni di riposo per far partire comunque il servizio».
Disponibilità - non lo dice il dirigente, ma è facilmente intuibile - ottenuta nel corso della trattativa economica intavolata con la Provincia dai piloti, per ottenere un'indennità «volo notturno» congrua ai rischi ed alle responsabilità, decisamente più sostanziosa dei pochi euro previsti dai contratti provinciali per il lavoro notturno.
«Siamo in una fase di trattativa con il dirigente del personale, che sembra orientato ad accogliere l'istanza dei piloti» conferma Cristofori. Cifre ufficiali non ne girano, ma si parla di un'indennità di 1000 euro netti al mese, di fatto per un impegno richiesto a ciascun pilota di 4/5 notti al mese visto che di notte si può volare solo col doppio pilota. Discorso indennità chiamiamola «speciale», che non varrà però per i «colleghi» vigili del fuoco permanenti chiamati a prestare servizio di assistenza in eliporto.
Complessivamente il costo ulteriore dell'elisoccorso notturno nell'arco di un anno ammonterebbe a circa 1 milione e 800 mila euro, quasi esclusivamente alla voce "costi per il personale". A carico dell'Azienda Sanitaria sono 955 mila euro per il personale aggiuntivo (3 rianimatori e 3 infermieri) e per oneri di vigilanza alla piazzola dell'ospedale S.Chiara; 510 mila euro li mette la Provincia per il personale sull'elicottero e per la vigilanza aeroportuale dei vigili del fuoco; 245 mila euro la Cassa Antincendi per caburanti e mantenimento licenze e 160 mila euro il gestore dei servizi aeroportuali per i controllori di volo.
Per medici ed infermieri in linea teorica non dovrebbe porsi il problema di maggiori costi per deroghe alle indennità di lavoro notturno: «I turni di notte sono contemplati nei contratti di medici ed infermieri con relative indennità, quindi la questione non si pone» sostiene il primario del 118, dottor Alberto Zini . Forse anche per tacitare sul nascere possibili richieste, va detto che l'organizzazione del servizio di elisoccorso notturno è stata pensata in modo da lasciare medico rianimatore ed infermiere a lavorare in reparto con mansioni tali da essere immediatamente disponibili in caso di chiamata a raggiungere in automedica l'eliporto di Mattarello oppure, con meteo avverso, di dirigersi verso le periferie per il rendez vous . «Le modalità del volo notturno prevedono tempi più lunghi dall'allertamento al momento in cui l'elicottero può decollare - spiega il primario Zini -. Servono circa 20 minuti per accendere i motori e svolgere tutti i ceck richiesti dal protocollo, tempo nel quale l'equipe sanitaria può portarsi a Mattarello senza ritardare il soccorso».
Un nodo che è arrivato al pettine è quello relativo alla figura dell'elisoccorritore, il componente del Soccorso Alpino che gioca un ruolo importante nella configurazione di soccorso diurno, quando è spesso necessario operare con il verricello.
«Considerato che la notte l'elicottero volerà solo da piazzola a piazzola, la presenza dell'elisoccorritore a bordo in realtà non sembrerebbe necessaria - argomenta Bertoldi -. Il Soccorso Alpino è convinto del contrario e ci ha esposto una serie di casi in cui, almeno in linea teorica l'elisoccorritore potrebbe servire. Il discorso per questa componente è aperto - prosegue il dirigente -, anche se la necessità di ridurre da un lato i rischi (si dice sempre che sull'elicottero un passeggero in meno è un potenziale morto in meno in malaugurato caso di incidente) e dall'altro i costi (il turno di un elisoccorritore costa alla Provincia 250 euro lordi + rimborso spese, che nell'arco di un anno, su una media di 270 euro complessivi equivalgono a circa 100 mila euro, ndr), mi farebbero propendere per il no».