Provincia più magra, sindacati sono contro

Maurizio Valentinotti  (Fenalt) punta il dito contro la politica: «Si parla di taglio di personale man mano che va in pensione, di blocco dei contratti che perdurerà incredibilmente fino a raggiungere i 6 anni consecutivi, ma mai di tagli del numero dei politici e dei privilegi vergognosi degli stessi e della classe dirigente. Questo nonostante il fatto che sia di ieri la notizia, per esempio, che le pensioni d'oro in Italia (Trentino incluso) incidono per 13 miliardi di euro all'anno. Sono le cose solite che, qui come a Roma slittano»

di Andrea Tomasi

provincia pat piazza danteTRENTO - La «cura dimagrante» della Provincia? Sì, purché si evitino «gravi disturbi dell'alimentazione», danni al «metabolismo del personale». L' «operazione risparmio», promossa dalla Provincia, con il calcolo in dettaglio delle voci di contenimento della spesa viene osservata con attenzione (si parla di 53 milioni di euro in meno quest'anno, di 16 milioni in meno per quanto riguarda la voce «personale», di 213 milioni in meno a regime nel 2017). 

 

Moreno Marighetti  (Funzione pubblica Cgil) fa notare che «finalmente si parla di trattativa per la riorganizzazione dei singoli comparti». Spiega che il 20 agosto i sindacati verranno ricevuti dall'assessore  Mauro Gilmozzi . «È dal 2010 che chiediamo un tavolo permanente di confronto». Fa sapere che la Cgil è contraria al blocco del turn over. A fronte dei pensionamenti il sindacato di via Muredei chiede che ci siano altrettante assunzioni. Meglio sarebbe puntare alla razionalizzazione di certi servizi, che sono in sofferenza. Penso all'agenzia del lavoro e ai centri per l'impiego che operano a ritmo serrato». La Cgil ricorda di aver chiesto un regolamento condiviso sulla mobilità interna. «Ci sono professionalità interne che devono essere valorizzate». Marighetti tocca la ferita del passaggio di competenza alle comunità di valle: «Ci sono delle sperimentazioni in corso: trasferimenti di competenze del servozio gestione strade alle Comunità di Giudicarie, Bassa Valsugana e Tesino. Ci dicano qual è l'esito e cosa pensano di fare con il personale. L'impressione è che sia un mezzo fiasco».


Dalla Cisl si fa sapere che ora l'urgenza è l'avvio della trattativa per il rinnovo del contratto e la firma del Foreg 2013-2015. «No tagli al personale e ai servizi. Sì alla riorganizzazione per amministrazioni pubbliche più qualificate e meno onerose per famiglie ed imprese» recita il titolo di un comunicato, in cui si riporta ilpensiero del segretario della funzione pubblica  Pierachille Dalledonne . «Non si possono tagliare le persone ma si deve agire sulle leve che incidono sul preoccupante aumento esponenziale della spesa per beni e servizi, che dopo tre anni di tagli lineari, a livello nazionale, è incrementata più del 10% contro il calo dell'oltre 7% della spesa del personale, come dimostrano i dati della Ragioneria dello Stato e della Corte dei Conti nei loro rispettivi rapporti annuali».


Maurizio Valentinotti  (Fenalt) punta il dito contro la politica: «Si parla di taglio di personale man mano che va in pensione, di blocco dei contratti che perdurerà incredibilmente fino a raggiungere i 6 anni consecutivi, ma mai di tagli del numero dei politici e dei privilegi vergognosi degli stessi e della classe dirigente. Questo nonostante il fatto che sia di ieri la notizia, per esempio, che le pensioni d'oro in Italia (Trentino incluso) incidono per 13 miliardi di euro all'anno. Sono le cose solite che, qui come a Roma slittano».

 

Anche  Stefano Galvagni  (Uil) parla di «politica dei proclami»: «Ricordo che il Governo ha annunciato il blocco dei contratti fino al 2015. L'assessore Gilmozzi ci ha convocatil 20 agosto. Vedremo. Vogliamo capire dove vogliono fare questi risparmi. Si era parlato di processo di miglioramento. Alla fine i risparmi veri si fanno con i tagli delle consulenze. A noi interessa capire se tutto il "pacchetto" porterà a dei miglioramenti reali a fronte di tanti sacrifici. Pare di no. I dipendenti non sono degli idioti: si accorgono che ai proclami non seguono le razionalizzazioni vere».  

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