Dominici infuriata: «Esclusa per un pizzaiolo»
Caterina Dominici è furiosa anche se si aspettava che il voto di 6 persone - i segretari delle sezioni del Patt della val di Non - sarebbe finito così, con la bocciatura della sua ricandidatura (4 contro 2), anche se è convinta di avere la base autonomista al suo fianco. Ma non è ancora rassegnata, sebbene sia evidente che la commissione elettorale terrà conto di questa indicazione di valle ed è quasi impossibile che ci sia un «ripescaggio» di Dominici, entrata per la prima volta in consiglio provinciale nel 2001, a metà legislatura, dopo la morte di Sergio Casagranda, e che il Patt viole sacrificare nel nome del rinnovamento e del ringiovanimento della sua classe politica
Caterina Dominici è furiosa anche se si aspettava che il voto di 6 persone - i segretari delle sezioni del Patt della val di Non - sarebbe finito così, con la bocciatura della sua ricandidatura (4 contro 2), anche se è convinta di avere la base autonomista al suo fianco. Ma non è ancora rassegnata, sebbene sia evidente che la commissione elettorale terrà conto di questa indicazione di valle ed è quasi impossibile che ci sia un «ripescaggio» di Dominici, entrata per la prima volta in consiglio provinciale nel 2001, a metà legislatura, dopo la morte di Sergio Casagranda, e che il Patt viole sacrificare nel nome del rinnovamento e del ringiovanimento della sua classe politica.
I candidati autonomisti della val di Non saranno dunque Marcello Bonadiman , sindaco di Sanzeno, Lorenzo Ossanna , assessore della Comunità di valle, e Andrea Paternoster , presidente dell'Apt di valle e titolare della pizzeria Flamingo di Cles. Ed è proprio contro Paternoster che si scaglia la rabbia di Caterina la «rossa», che non ha ancora perso la speranza e non vuole rassegnarsi a ripiegare su una poltrona di consolazione, quella che le ha promesso il segretario del Patt, Franco Panizza, per «valorizzare la sua esperienza politica e il suo impegno culturale», come si dice in questi casi. Dall'opposizione sono già partite le sirene, pronti a offrire un posto in lista, anche se le liste forti la tengono alla larga per timore che con il suo «pacchetto» di tremila voti possa passare avanti a qualcuno e le listine nuove sono ad alto rischio per un consigliere uscente che ha un suo nome da difendere perché non si sa neppure se supereranno il quorum. Alla fine, dunque, nonostante la tentazione di farla pagare alle Stelle alpine correndo con una lista concorrente, magari una lista autonomista se il sindaco di Vattaro Devis Tamanini riuscirà a costruirla, o quella degli autonomisti filoleghisti del «Vat» di Franco Tretter, a Caterina Dominici potrebbe convenire scommettere sulla «poltrona» che il presidente autonomista Ugo Rossi potrà offrirle sempre che vinca le elezioni. Ma c'è anche una questione di orgoglio e il fatto che la consigliera si è sentita tradita dal suo partito.
Consigliera Dominici, allora è fuori dalla lista? E ora cosa farà?
Sarà certo che sono fuori solo dopo la decisione del consiglio provinciale del partito che è sabato. Io continuo a sostenere che come consigliere uscente sono un candidato provinciale non espressione della val di Non e basta e oltre tutto sono proposta anche dal coordinamento donne del Patt.
Perché la val di Non ha «sacrificato» il suo nome?
Semplice, perché a decidere non sono stati i tesserati ma dirigenti di partito scelti da Panizza e Rossi che vogliono che venga eletto Andrea Paternoster, che l'altra volta ha preso solo 1.400 voti.
Vuol dire che hanno tolto di mezzo lei per concentrare i voti autonomisti della valle su Paternoster?
Certo. Panizza quando è in Trentino è quasi tutte le sere a cena nella pizzeria di Paternoster e con loro c'è il coordinatore di valle del partito Salvatore Ghirardini e Lorenzo Ossanna che è del paese di Panizza e poi Poletti che è il segretario di Cles. Sono loro, tutti d'accordo, che mi hanno fatto fuori. Sono tutti fedelissimi. E sa chi è Ghirardini?
Chi è Ghirardini?
Era un macellaio che grazie a questo Patt di Panizza e Rossi è diventato professore in una scuola professionale e poi vicepresidente dell'Itea e scommetto che sarà il futuro presidente dell'Itea.
Insomma, Caterina Dominici candidata impediva l'ascesa della cerchia degli autonomisti più vicini al segretario Panizza? Però un po' di rinnovamento ci vuole non pensa?
Certo, ma io ho fatto solo due legislature e poi, insisto, non sono una candidata della val di Non ma di tutto il Trentino visto che ho insegnato per molti anni a Trento e ho fondato e guido il coordinamento donne del partito. Il problema è che dò fastidio a Panizza e Rossi perché prendo troppi voti.
È vero che ci sono altre liste pronte ad accoglierla?
Ho ricevuto già almeno quattro proposte, ma vorrei precisare non di Forza Italia.
Accetterà?
Deciderò sabato.