Mellarini: Mattarello, sì al progetto agricolo
«Ho colto positivamente le riflessioni di Giovanetti - scrive Mellarini - relative alla destinazione futura dei 28 ettari sui quali avrebbe dovuto sorgere la cittadella militare. Giusta la richiesta di dare un futuro ai nostri giovani, spazio alle coltivazioni attente a equilibri ambientali e sociali visto che il terreno in questione costituisce la porta naturale a sud del capoluogo» I tuoi commenti
Ho colto positivamente le riflessioni del direttore Giovanetti sull'Adige di ieri relative alla destinazione futura dei 28 ettari sui quali avrebbe dovuto sorgere la cittadella militare.
Riflessioni che riprendono alcuni spunti che in questi anni ho avuto più volte modo di approfondire e promuovere.
Giusta la richiesta di dare un futuro ai nostri giovani, spazio alle coltivazioni attente a equilibri ambientali e sociali visto che il terreno in questione costituisce la porta naturale a sud del capoluogo. Occorre ora un atto di coraggio e raziocinio per recuperare la naturale destinazione di un'area strappata all'agricoltura.
Soprattutto negli ultimi anni gli indirizzi e le priorità di sostegno messe in campo nel settore agricolo hanno stimolato prima e riconosciuto poi il fondamentale ruolo dei giovani che in misura sempre maggiore e sempre più convinta si avvicinano all'agricoltura, riconoscendo in questo comparto una concreta prospettiva di occupazione e reddito.
I numeri in questo senso sono importanti e ci devono fare riflettere.
Più di 1000 giovani frequentano i corsi di formazione distribuiti nelle diverse discipline e gradi di istruzione, presso la Fondazione Mach. Molti di questi rappresenteranno i nostri futuri agricoltori in un'ottica di rinnovo generazionale ma anche di nuovi imprenditori agricoli che iniziano un percorso professionale.
La fuoriuscita dal mondo del lavoro di tanti giovani occupati nei comparti artigianali e manifatturieri ha contribuito a rafforzare un ritorno alla coltivazione della terra che nella nostra provincia ha comunque sempre avuto un ruolo importante.
Oltre il 60% degli agricoltori trentini è infatti part-time. Vi è quindi oggi la necessità di individuare e sostenere percorsi di consolidamento e strutturazione delle aziende agricole in modo tale da renderle sufficienti a giustificare una attività professionale.
Diverse possono essere le modalità e gli stimoli offerti anche dalla nuova PAC di prossima approvazione a Bruxelles e verso la quale ci siamo fortemente impegnati a difesa dei nostri agricoltori, proprio per garantire una prospettiva alle future generazioni nella consapevolezza del ruolo che l'agricoltura svolge in termini di sostenibilità sociale e vitalità dei territori più difficili da lavorare come quelli di montagna.
In particolare il segnale che la nuova PAC intende dare riguarda il sostegno e l'attivazione di un'agricoltura più verde, attenta agli aspetti ambientali e alla tutela della biodiversità e alle produzioni biologiche.
Un esempio di questa nuova sensibilità è l'attivazione del marchio «prodotti in montagna» che l'Unione europea ha riconosciuto, anche su nostra iniziativa, ad una serie di produzioni che valorizzano l'essenza del territorio.
Nella nostra provincia le superfici condotte con metodi di produzione biologica sono più che raddoppiate negli ultimi cinque anni. Un segnale importante che si affianca alla già alta attenzione che gli agricoltori trentini pongono verso l'ambiente, con la pratica della produzione integrata.
Accanto agli aiuti di insediamento che nel periodo di programmazione 2007/2013 hanno sostenuto ed accompagnato la nascita di quasi 400 nuove aziende, la nuova PAC prevede specifici aiuti a sostegno dei giovani agricoltori e particolari indennità per chi opera in zana svantaggiata. Aiuti che fino ad ora erano solamente appannaggio delle agricolture più competitive di pianura e legate ai titoli storici dei seminativi e degli allevamenti da carne ma che con le regole di regionalizzazione e convergenza potranno divenire strumenti di sostegno anche per i nostri agricoltori.
Sui tavoli di lavoro vi è però un altro importante progetto per studiare nuove formule di imprenditorialità legate alla gestione in comune di talune attrezzature e lavorazioni: «maschinenring», piuttosto che alla realizzazione di una «banca della terra»: strumento di fondamentale importanza per aiutare i giovani e le nuove aziende a dotarsi delle superfici necessarie a giustificare un'attività professionale e un reddito minimo. In questo senso le superfici di Trento sud possono rappresentare un importante banco di prova per la messa a punto di questi strumenti e per testare la loro efficacia.
Tiziano Mellarini - Assessore provinciale all'agricoltura -