Comunità di Valle, in arrivo più soldi
Ugo Rossi non rinnega la riforma istituzionale che ha fatto nascere gli enti intermedi. Non la rinnega e anzi la rilancia prevedendo che saranno sempre più centrali in una gestione di risorse destinate ad essere più scarse che nel passatoI tuoi commenti
TRENTO - Avanti con le fusioni dei Comuni ma non a discapito delle Comunità di Valle, la cui importanza istituzionale è destinata a crescere. Ugo Rossi non rinnega la riforma istituzionale che ha fatto nascere gli enti intermedi. Non la rinnega e anzi la rilancia prevedendo che saranno sempre più centrali in una gestione di risorse destinate ad essere più scarse che nel passato. Tanto che se oggi il 70% dei Fondi di investimento trasferiti dalla Provincia agli enti locali va ai Comuni e solo il 30% alle Comunità in futuro questo rapporto dovrà decisamente cambiare.
Il neo governatore del Trentino conferma però la necessità di correggere il tiro per migliorare il funzionamento delle Comunità. La riforma degli enti locali è una delle priorità della nuova giunta provinciale. Rossi è intenzionato a insistere col processo di riassetto. Bisogna correggere il tiro anche con un intervento di tipo legislativo e bisogna farlo in tempi stretti. Nella primavera del 2015 infatti sono in programma in tutto il Trentino le elezioni amministrative. Si rinnoveranno sindaci e consigli comunali e per la prima volta si voterà in contemporanea anche per eleggere i presidenti e le assemblee delle Comunità. Ma per farlo con le nuove regole bisogna che la riforma venga varata entro il 2014, altrimenti saranno cinque anni persi.
Gli aspetti da correggere secondo Rossi sono sostanzialmente tre e sono contenuti nel programma di governo della coalizione, a cui il presidente si richiama. «Vanno innanzitutto snellite le assemblee delle Comunità di valle, in alcuni casi pletoriche - spiega - garantendo una maggiore partecipazione dei Comuni». Oggi il numero eccessivo di componenti rende complicato il funzionamento delle assemblee; il caso più clamoroso è quello delle Giudicarie, con 99 membri. Bisognerà trovare il modo di sfrondare e di portare in maniera più incisiva all'interno la voce dei sindaci, che con le regole attuali sono relegati in una Conferenza a cui è attribuiti solo il potere di fare proposte e fornire pareri.
Il momento della riorganizzazione secondo Rossi dovrà essere sfruttato anche per attribuire alle Comunità le competenze previste in tema di urbanistica e pianificazione del territorio. Ma al di là del funzionamento della macchina amministrativa il punto centrale sarà proprio l'aggiustamento dei meccanismi di finanza locale. «Dobbiamo abituarci - dice Rossi - a usare le risorse in una logica sovracomunale». La vera scommessa sarà riuscire a farlo in un momento di tagli ai bilanci senza intaccare troppo il livello dei servizi al cittadino. Il presidente ha dato a questa scommessa la definizione di «coesione sociale» facendone una materia amministrativa e affidando l'assessorato al tecnico della giunta, Carlo Daldoss. Il quale, propenso a vedere il bicchiere mezzo pieno, confida nella possibilità di riuscire a fare con meno soldi investimenti veramente strategici, nelle valli come in città.
Il nuovo assessore cercherà di convincere amministratori e territori sulla necessità di riformare gli enti locali e potenziare le Comunità di Valle usando il metodo kessleriano del confronto sistematico. «Come faceva Kessler all'epoca del primo piano urbanistico» dice. «Lui - ricorda - aveva una sua proposta ma era disponibile al confronto e anche allo scontro se necessario. Non dovremo però avere posizioni preconcette e definitive. Certo bisognerà partire da un disegno istituzionale ma io lo immagino come qualcosa di molto sinuoso e malleabile». Il confronto dovrà per forza di cose partire all'interno della giunta e tra le forze politiche, ma Daldoss insiste molto sulla necessità di investire in questo processo riformatore tutto il consiglio provinciale.
Contemporaneamente bisognerà far funzionare quello che già c'è, mettendo a regime il sistema delle gestioni associate. Quanto al fenomeno delle fusioni tra Comuni, che in alcune zone del Trentino procede spedito, Rossi lo saluta come un fatto positivo, purché non assuma dimensioni eccessive: «È una cosa buona ma questi accorpamenti - avverte - non devono avvenire a scapito delle Comunità».