Nuovo gruppo per Dellai «Ritorna il popolarismo»
Lo scisma neopopolare in Scelta civica si è tradotto nella nascita di nuovi gruppi parlamentari alla Camera e al Senato, denominati «Per l'Italia». Ma quel nome è provvisorio, in attesa di verificare la disponibilità di altre opzioni che si richiamino al popolarismo, spiega Lorenzo Dellai, già capogruppo a Montecitorio della compagine montiana e ora in attesa di essere assegnato al medesimo incarico nella nuova formazione («mi attendo una conferma nella riunione che abbiamo in programma martedì»)
Lo scisma neopopolare in Scelta civica si è tradotto nella nascita di nuovi gruppi parlamentari alla Camera e al Senato, denominati «Per l'Italia». Ma quel nome è provvisorio, in attesa di verificare la disponibilità di altre opzioni che si richiamino al popolarismo, spiega Lorenzo Dellai, già capogruppo a Montecitorio della compagine montiana e ora in attesa di essere assegnato al medesimo incarico nella nuova formazione («mi attendo una conferma nella riunione che abbiamo in programma martedì»).
Nel neonato raggruppamento (dodici senatori e venti deputati) figurano, tra gli altri, personaggi noti, come l'ex sindaco forzista di Milano Gabriele Albertini, il ministro della Difesa Mario Mauro (un altro berlusconiano «pentito», già parlamentare europeo del Pdl), il leader dell'Udc Pierferdinando Casini e l'ex presidente delle Acli Andrea Olivero, per quanto riguarda palazzo Madama. Alla Camera, accanto all'ex presidente della Provincia di Trento, siedono, fra gli altri, il giornalista Ferdinando Adornato (ex Forza Italia e poi Udc), Paola Binetti (ex Margherita e Pd, esponente conservatrice dell'ala cattolica), l'ex ministro Rocco Buttiglione e Mario Marazziti (conosciuto anche come portavoce della comunità di Sant'Egidio).
Dellai, con che spirito nasce questa nuova esperienza?
«Ci collochiamo con convinzione nella maggioranza che sostiene il governo Letta, consapevoli che il 2014 sarà un anno decisivo per portare a termine una serie di riforme e rispondere alle emergenze economiche e sociali. Il nostro sarà un contributo concreto, eviteremo i tatticismi».
Però, si avvicinerà via via la scadenza elettorale anche per le politiche, probabilli nel 2015: come ci arriverete?
«Vedremo se la nostra iniziativa parlamentare diventerà il fulcro di un più vasto movimento politico che recuperi la tradizione e i valori del popolarismo, senza nostalgia ma guardando all'esigenza di produrre politiche utili al presente. Naturalmente la futura legge elettorale influenzerà le decisioni specifiche in materia di alleanze, ma di certo non saremo schierati al fianco dei nuovi populisti o della destra».
Oggi lo stesso leader del Pd, eletto domenica a furor di popolo, ha una storia che viene proprio dal popolarismo. Anche lei ha alle spalle le vicende della sinistra Dc: a questo punto il Pd non può essere un potenziale approdo per attualizzare queste visioni?
«Ogni forza politica ha la sua storia politica che va rispettata. Reputo importante il lavoro che sta facendo Matteo Renzi, per la trasformazione della sinistra italiana. In questo senso le primarie sono state un passaggio molto significativo. Ma noi non siamo la sinistra e al Paese gioverà anche riscoprire e rileggere i valori di matrice popolare, che si erano rifugiati nelle catacombe durante il ventennio berlusconiano e quella lunga deriva politica. Insomma, mi fa piacere la vitalità del Partito democratico e sono curioso di osservarne l'evoluzione, ma resto impegnato in un altro campo che, certo, come mostrano le esperienze del Trentino e del governo Letta, può dare frutti interessanti collaborando anche con il Pd».