Dominici torna con il Cip
Caterina Dominici non molla la presa. Se qualcuno pensava di non sentirne più parlare dopo la mancata elezione in Consiglio provinciale lo scorso ottobre, dovrà ricredersi. Ieri, Caterina «la rossa», è tornata a Trento, accompagnata dal marito David Wilkinson, per presentare il suo nuovo «Cip», acronimo di Comitato Iniziativa Popolare
Caterina Dominici non molla la presa. Se qualcuno pensava di non sentirne più parlare dopo la mancata elezione in Consiglio provinciale lo scorso ottobre, dovrà ricredersi. Ieri, Caterina «la rossa», è tornata a Trento, accompagnata dal marito David Wilkinson, per presentare il suo nuovo «Cip», acronimo di Comitato Iniziativa Popolare.
Un comitato permanente che proprio in questi mesi si sta radicando nelle valli trentine e che ha come principale obiettivo far valere e utilizzare gli strumenti di democrazia diretta previsti dalla legge provinciale 3/2003 che consente la presentazione al Consiglio provinciale di disegni di legge di iniziativa popolare.
«Sono tantissime le persone - ha spiegato Dominici - che si stanno avvicinando a questo nostro comitato. Ci sono tante problematiche che ancora oggi mi vengono presentate e a cui serve dare risposta. Abbiamo già in cantiere diversi convegni ed incontri su tutto il territorio e il lavoro da fare è tanto».
L'ex consigliera provinciale anche ieri non ha voluto far dimenticare il proprio lavoro portato avanti negli anni che l'hanno vista seduta tra i banchi di piazza Dante. Ed è proprio su questo che il comitato lavorerà.
«Non voglio mettermi al centro dell'attenzione - spiega - ma tante leggi per l'occupazione femminile e giovanile, gli aiuti per le coppie e le famiglie disagiate sono mie. Con questo comitato ci attiveremo per presentare dei disegni di legge di iniziativa popolare affinché tutto quello che ho fatto e che è stato approvato venga veramente applicato e ampliato».
Tra le prime iniziative che Caterina Dominici è intenzionata a portare avanti con il suo Cip vi è la richiesta di modifica della normativa che riguarda l'attribuzione del reddito di garanzia a famiglie, o singoli, in difficoltà «visto che oggi non riesce più a rispondere alle esigenze dei trentini».
Tra le prime raccolte di firme già messe in cantiere vi è poi quella che riguarda una petizione sulle Poste Italiane. «Quando ero consigliera - ha affermato - avevo portato avanti una proposta di legge capace di evitare che le Poste potessero chiudere sportelli dove e come vogliono. Non è stata approvata per due voti e ora con questo comitato vogliamo che sia ripresa in mano la questione. Come interlocutore vogliamo avere solo la Presidenza del Consiglio Provinciale».