Rogger, il ricordo di Dorigatti
"La scomparsa di Mons. Iginio Rogger non rappresenta solo la perdita di una fra le più acute intelligenze del Trentino nella seconda metà del Novecento, ma è una ferita che incide nella profondità del nostro complessivo tessuto sociale e culturale". Lo afferma in una nota il presidente del Consiglio provinciale di Trento, Bruno Dorigatti
"La scomparsa di Mons. Iginio Rogger non rappresenta solo la perdita di una fra le più acute intelligenze del Trentino nella seconda metà del Novecento, ma è una ferita che incide nella profondità del nostro complessivo tessuto sociale e culturale". Lo afferma in una nota il presidente del Consiglio provinciale di Trento, Bruno Dorigatti. "Mons. Rogger è stato, senza dubbio alcuno, uno degli studiosi più attenti e sensibili dell'intera vicenda storica del Trentino, sapendo però trarre dal passato insegnamenti tali da consentire ad ognuno di noi una lettura intelligente del presente ed una prospettiva forte per il futuro. Accanto ai suoi pregevoli studi sulla Chiesa tridentina e sulla nostra autonomia - prosegue Dorigatti - non può qui essere taciuto lo sforzo straordinario, compiuto in anni difficili, avviando e portando poi a conclusione, anche in virtù dell'apporto importante dell' Arcivescovo Gottardi, il lungo iter di riabilitazione della comunità ebraica di Trento, vittima innocente del pregiudizio nato attorno alla figura del Simonino". "Con Mons. Rogger se ne va quindi un tempo, oltrechè un intellettuale ed un uomo di fede, perchè egli seppe essere interprete acuto di una cultura di frontiera, come quella trentina, una cultura ghibellina, perciò laica e sicuramente mitteleuropea", conclude Dorigatti.