La festa degli infermieri, professionisti indispensabili
Florence Nightingale, nata a Firenze il 12 maggio 1820 e morta a Londra nel 1910. Un nome che, forse, a molti non dirà nulla, ma che per almeno 4.226 persone in Trentino rappresenta un vero e proprio punto di riferimento. Lei è considerata universalmente la fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna e i suoi insegnamenti sono “legge” anche per i 4.226 infermieri trentini. In suo onore il 12 maggio si festeggia la Giornata Internazionale dell’Infermiere. Ecco la situazione in Trentino
Florence Nightingale (leggi su Wikipedia), nata a Firenze il 12 maggio 1820 e morta a Londra nel 1910. Un nome che, forse, a molti non dirà nulla, ma che per almeno 4.226 persone in Trentino rappresenta un vero e proprio punto di riferimento. Lei è considerata universalmente la fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna e i suoi insegnamenti sono “legge” anche per i 4.226 infermieri trentini. In suo onore il 12 maggio è stata istituita la Giornata Internazionale dell’Infermiere. In provincia l’anniversario verrà festeggiato sabato prossimo, 17 maggio, con una camminata di otto chilometri (ritrovo in piazza Duomo alle 14) promossa dall'Associazione Trentina Malati Reumatici. L’Ipasvi di Trento ha deciso di legarsi a questa manifestazione come segno di presenza e vicinanza al cittadino.
Come accennato ieri è stata una giornata importante per migliaia di professionisti trentini. I dati ufficiali dell’Ipasvi parlano appunto di 4.226 infermieri (dei quali 53 infermieri pediatrici e 109 assistenti sanitarie): circa la metà lavorano presso l’Apss, mentre i restanti nelle case di riposo, nelle cliniche private o come liberi professionisti. I numeri confermano l’immaginario: le infermiere sono 3.637 rispetto ai 590 colleghi uomini.
La situazione per molti di loro non è rosea: le assunzioni non sono bloccate ma perlomeno molto rallentate, le sostituzioni praticamente impossibili e le varie capo sala devono spesso organizzare turni massacranti.
La presidente dell’Ipasvi Luisa Zappini analizza la situazione. «Diciamo che il momento è grigio. Ci sono meno pensionamenti e quindi meno assunzioni, ma bisogna fare attenzione a non confondere le varie situazioni: il sistema sanitario è complesso e solo metà degli infermieri lavorano in azienda. Le Rsa e le strutture private hanno altri numeri, altre procedure».
Ma in Apss ci sono assunzioni in vista, dopo un periodo di sostanziale immobilismo?
«Le assunzioni non sono mai state bloccate completamente. Ora c’è un nuovo concorso e in base alla finanziaria vedremo quanti nuovi infermieri ci saranno. Di certo quello dell’organico in azienda è un problema. In questo momento storico si va, giustamente, al risparmio, ma l’errore è risparmiare sul personale. Non bisogna fare dei tagli lineari, ma considerare razionalmente le risorse, magari collaborando: ad esempio Case di Riposo e Ospedali si parlino, razionalizzino insieme alcune voci di spesa che non siano il personale, altrimenti sarà una guerra tra poveri».
Si parla di turni di 12 ore per gli infermieri: può essere una soluzione?
«No, anche perché non risolverebbe il problema. Dodici ore di turno sono tantissime e in fin dei conti ogni persona lavorerebbe tre giorni su sette per rispettare il contratto di trentasei ore. Inoltre ne risentirebbe tanto, troppo, la qualità».
Quali insegnamenti di Florence Nightingale resistono ancora nel 2014?
«Tutti. Ogni cosa che lei ci ha insegnato è più attuale che mai. Non tutti i malati sono uguali, i malati sono persone, l’igiene ospedaliero, le regole per una buona assistenza, sono tutti valori imprescindibili».
La professione infermieristica è sottovalutata, anche economicamente?
«Devo rispondere di no, perché gli infermieri hanno pari dignità con le altre professioni e gli altri professionisti, compresi i medici».
Anche perché, come ha insegnato Florence Nightingale, «l’assistenza è un’arte: e se deve essere realizzata come un'arte, richiede una devozione totale ed una dura preparazione, come per qualunque opera di pittore o scultore, con la differenza che non si ha a che fare con una tela o un gelido marmo, ma con il corpo umano. È una delle belle arti. Anzi, la più bella delle arti belle».