«Il vaccino triplo non causa l'autismo»
Il vaccino triplo (morbillo, parotite e rosolia) non provoca l'autismo. E l'omeopatia non può contrastare alcun tipo di malattia, impiegando soluzioni eccessivamente diluite di quelli che sono ritenuti principi attivi. È quanto dice Yuri Bozzi, coordinatore di un gruppo di ricerca presso il Cibio dell'Università di Trento. Di non pericolosità dei vaccini si è parlato ieri pomeriggio durante un incontro aperto alla cittadinanza: almeno un centinaio di persone hanno deciso di partecipare, in maggioranza studenti
Il vaccino triplo (morbillo, parotite e rosolia) non provoca l'autismo. E l'omeopatia non può contrastare alcun tipo di malattia, impiegando soluzioni eccessivamente diluite di quelli che sono ritenuti principi attivi. È quanto dice Yuri Bozzi, coordinatore di un gruppo di ricerca presso il Cibio dell'Università di Trento. Di non pericolosità dei vaccini si è parlato ieri pomeriggio durante un incontro aperto alla cittadinanza: almeno un centinaio di persone hanno deciso di partecipare, in maggioranza studenti.
«La credenza comune secondo cui il vaccino triplo sia collegato all'autismo è infondata - dice Bozzi - La ricerca pubblicata nel 1998 dal medico inglese Wakefield non ha fondamento scientifico, riferendosi a solo otto bambini». Studi recenti hanno preso in esame oltre un milione di giovani soggetti: «Risulta che il vaccino triplo non è pericoloso - prosegue - E nel 2008 Wakefield è stato radiato dall'ordine dei medici». Bozzi racconta, inoltre, che il medico inglese «sponsorizzava» il vaccino singolo in accordo con alcune case farmaceutiche.
Molto articolato anche l'intervento sull'omeopatia di Graziano Guella, docente di chimica organica all'Università di Trento. «Questa pratica non ha fondamento scientifico: si basa sull'effetto placebo - afferma - In sostanza si utilizzano sostanze che producono nei pazienti sani sofferenze simili alle problematiche che interessano i pazienti malati». Guella mette sotto accusa l'efficacia di tali «principi attivi» ed anche il fatto che essi siano contenuti in quantità infinitesimali nei farmaci omeopatici. «Non esiste nemmeno l'«effetto memoria» di cui i sostenitori dell'omeopatia parlano - conclude - Se una sostanza viene diluita milioni e milioni di volte in un'altra non ne rimane traccia». F.Sar.