Mattarello, il Pd ribadisce un secco no alla Valdastico
Sul finire di luglio un documento del Pd locale contrario al collegamento fra l'autostrada Valdastico A31 e la A22, non era passato in circoscrizione perché i consiglieri di Mattarello un no esplicito al completamento dell'arteria conosciuta come PiRuBi e in discussione fin dagli anni Settanta non l'avevano voluto dire.
I democratici venerdì sono ritornati sul tema ed hanno organizzato una serata informativa condotta da Rino Sbop, già vicepresidente della Circoscrizione e presidente della Commissione di lavoro urbanistica e viabilità, con lo scopo di presentare «le ragioni del no» al completamento della Valdastico e da una sala strapiena e dai dem compatti ha raccolto «un no senza riserve, corale e pubblico, perché è inutile, costosa ed è contraria al modello di sviluppo che fino ad ora abbiamo perseguito».
Per Emanuele Curzel, consigliere della CdV Alta Valsugana, «non si deve aver paura a pronunciare il «no» davanti a chi, e sono in tanti, il sì lo pronunciano nascostamente: chi è per questa infrastruttura ne spieghi l'utilità e l'economicità con argomenti oggettivi, non ideologici, non estetizzanti, attuali, economicamente sensati che considerino l'intervento voluto dalla Serenissima nella sua globalità e non utilizzi argomenti speciosi, come quello che toglierà traffico dalla Valsugana, perché non sono sostenibili e ingannano la gente».
Cristian Comperini, sindaco di Besenello, ove secondo un progetto preliminare classificato come T4, l'unico finora si disponibile, dovrebbero sbucare le due canne dell'autostrada, si è soffermato sugli aspetti normativi dell'intervento («è arroganza far decidere su un preliminare anziché su un progetto esecutivo»), sulle dirompenti criticità ambientali che potrà innescare (dalla localizzazione dell'imponente massa di smarino all'interferenza nelle falde acquifere presenti nel cuore carsico della Vigolana) e su un modello di sviluppo che sottende e che rischia di trasformare il Trentino nell'ottava provincia del Veneto.
Roberto Antolini di «Questotrentino» ha contestato la tanto sbandierata utilità dell'opera e rifacendosi «al peccato originale», la berlusconiana Legge Obbiettivo che ha collocato la Valdastico fra le opere strategiche del Paese ha sostenuto che la Valdastico, che accorcerebbe di una sessantina di chilometri il percorso Trento-Padova rispetto alla tratta Trento-Verona-Padova, può far contenta solo la Serenissima che con il prolungamento (di cui è palese l'inutilità e l'antieconomicità) si vedrà garantito il rinnovo della concessione della Brescia-Padova, tra le più trafficate dell'Italia settentrionale, quindi moltiplicatore di introiti che possono ben compensare le perdite, messe in conto, che produrranno quella quarantina di chilometri quasi tutti su viadotti e gallerie che da Lastebasse sbucheranno in Trentino e per i quali si prevede una spesa di due miliardi e mezzo di Euro.
Il dato politico emerso dal dibattito è che il Pd trentino è contrario l'opera a partire dai vertici: lo ha detto il segretario provinciale Sergio Barbacovi, lo ha ribadito l'assessora Sara Ferrari che nel richiamare la posizione della componente piddina in giunta, ha ricordato come alla delegazione composta dall'assessore Mauro Gilmozzi e dai dirigenti Raffaele De Col e Fabio Scalet, che andrà a discutere di Valdastico al tavolo paritetico con lo Stato e la Regione Veneto, non è stato dato un mandato libero bensì vincolante, così riassunto dal governatore Ugo Rossi: «Al ministro Delrio diremo che ci sediamo al tavolo ma con le idee molto chiare e senza accettare aprioristicamente soluzioni già confezionate da altri».
Per l'assessora Ferrari, poi, è doveroso coinvolgere le comunità interessate e aggiornarle sulle decisioni che il tavolo paritetico adotterà. Sulla stessa lunghezza d'onda anche il capogruppo provinciale Alessio Manica per il quale nulla è cambiato nelle strategie sulla mobilità in Trentino.