Sassata dal compagno e denti rotti a scuola Maestra nei guai: i genitori chiedono 20mila euro
Due denti rotti. Un danno sicuramente ingente, considerato che l’infortunato ha solo 8 anni e che si tratta degli incisivi permanenti. Tutto per colpa di un sasso lanciato durante la ricreazione da un compagno di scuola, che lo ha colpito in bocca. Ma quello che probabilmente è un gioco (certo stupido), finito male, oltre ad avere danneggiato un bambino, rischia di portare seri guai alla maestra.
Già perché, se qualche anno fa probabilmente la vicenda si sarebbe risolta con una sonora ramanzina al discolo lanciatore, un chiarimento fra le famiglie dei due ragazzini e le scuse (magari pure con il pagamento del dentista), in questo caso la marachella ha preso una piega penale. Nel mirino, però, è finita l’insegnante: denunciata dai genitori del bimbo ferito, dovrà affrontare un processo per lesioni davanti al giudice di pace di Trento. La sua colpa? Non avere vigilato in modo adeguato sui bambini e non essere dunque riuscita a impedire il lancio del sasso (fatto per la difesa invece del tutto imprevedibile). Da qui la richiesta di 20 mila euro di risarcimento.
I fatti oggetto del procedimento penale sono successi nella primavera 2014 in una scuola elementare della periferia. Durante l’ora di ricreazione i ragazzini - una settantina di alunni in tutto - giocano, corrono e scherzano. A vigilare sul nutrito gruppo di bambini ci sono tre insegnanti. Il suono della campanella, che segna la pausa della mattina e interrompe la routine delle lezioni, è sempre accolto con entusiasmo e quel giorno non fa certo eccezione. Ma l’esuberanza di uno degli alunni, come detto, in questo caso avrebbe superato il limite. Uno dei ragazzini all’improvviso prende un sasso e lo lancia. Un gesto fatto «per gioco», senza l’intenzione di colpire un ostacolo preciso né, tanto meno, una persona. Sfortuna vuole, però, che la pietra colpisca proprio un bambino in pieno viso. L’effetto dell’impatto, purtroppo, è importante: i due incisivi finiscono ko. Inutile dire che si tratta di un danno grave, considerato che stiamo parlando di un bambino in crescita e che, pertanto, nel corso degli anni servirà più di una seduta dal dentista.
Ma va detto che tutti gli alunni, minori e maggiorenni delle scuole della provincia, sono assicurati. Sia per incidenti in cui sono coinvolte altre persone che per infortuni in cui non vi è responsabilità di terzi, come può essere una caduta accidentale. Anche in questo caso, dunque, l’istituto ha denunciato l’accaduto e l’assicurazione ha aperto la relativa pratica di sinistro. Il danno subito dal bambino, dunque, dovrebbe essere coperto, ferma restando la possibilità che i genitori non siano soddisfatti della proposta risarcitoria.
Ma la famiglia ha deciso di presentare anche una querela penale: non per chiamare in causa i genitori del bambino che ha lanciato il sasso, però, bensì le maestre. Infatti ha presentato denuncia contro le sorveglianti. Il pm ha poi individuato la maestra imputata come l’incaricata si svolgere l’incarico di vigilanza.
E così la docente si trova a processo e in aprile comparirà davanti al giudice di pace di Trento. Secondo l’accusa, omettendo di vigilare adeguatamente l’area di gioco degli alunni nell’ora di ricreazione, «non riusciva a impedire che l’alunno (...) lanciasse un sasso, che attingeva al volto e ai denti il compagno (...) cagionandogli lesioni personali gravi, consistite nella rottura di due incisivi centrali». Circostanza che per la difesa era invece imprevedibile e, dunque, impossibile da prevenire,nonostante l’attenta vigilanza garantita.