Bufera sul nuovo bacino artificiale che si scaverà alle Viote: il prezzo del compromesso sul Prg

Nel nuovo Piano Regolatore di Trento, spicca l’inserimento della previsione urbanistica di un nuovo bacino artificiale per l’innevamento, da costruire alle Viote del Bondone, e che intercetterà così le (poche) acque della piana, che già oggi vvengono captate dal bacino più piccolo a Mezzavia, ritenuto ormai insufficiente per l’innevamento artificiale della stazione.

Si tratta di una proposta che viene dalle minoranze: di fronte al pericolo ostruzionismo (oltre 5 mila emendamenti erano già depositati), la giunta ha scelto la strada dell’accordo, incamerando anche le proposte della minoranza.

La decisione però non è indolore. Ieri in molti hanno criticato questa scelta, osservando che a ridosso della “Riserva integrale delle Tre Cime”, sarà stravolto per sempre il paesaggio delle Viotte.

Durissimo il consigliere dei Verdi Marco Ianes, che sta meditando di lasciare la maggioranza. Il consigliere dei Verdi Ecologisti e Civici la mette giù dura: «E’ stata approvata una variante al PRG che ha accolto un emendamento vergognoso proposto dalle minoranze di centro destra; emendamento a cui ho votato contro, uno dei 3 voti contrari è il mio!»

Nell’emendamento, oltre ad una serie di richieste su vari particelle fondiarie, il consigliere Ianes critica fortemente la proposta di realizzazione di un bacino idrico a sostegno dell’innevamento artificiale sul monte Bondone: «Siamo in una fase di cambiamenti climatici enormi, dove lo zero termico si alza sempre più e noi insistiamo con le politiche turistiche legate allo sci in luoghi che fra 10/15 anni non avranno più le condizioni per avere la neve, cosa che peraltro già spesso accade in questi anni. Se questa me la chiamate una politica ecosostenibile, io non voglio nemmeno pensare lontanamente di sostenere queste scelte».

Il consigliere Ianes ha votato contro il maxi emendamento proposto dalle minoranze di centro destra e non ha votato la delibera generale sul PRG «perché il maxi emendamento contenente il bacino sul Bondone è passato e quindi la delibera originale è stata cambiata molto significativamente, togliendo di fatto quel concetto fondamentale su cui si basava, quello della Trento ecosostenibile. Volevo addirittura votare contro, ma ho preferito uscire, poiché nella delibera c’era anche il mio emendamento sulla richiesta di rimuovere Sardagna dal piano delle discariche e non volevo lasciare sul tavolo questo altro punto importante per l’ecosostenibilità della nostra città. Comunque, non condivido affatto le dichiarazioni finali del sindaco, che accettando il maxi emendamento ha definito ancora la delibera in perfetto allineamento con gli obiettivi di piano. Dov’è andato a finire il concetto di ecosostenibilità con un bacino idrico sul Bondone, a servizio dell’innevamento artificiale? E poi, scusate, dove si trovano 15/20 milioni di Euro pubblici per fare un lavoro del genere, atto a sostenere una politica turistica destinata a morire nel giro di 10/15 anni, se si continua a progettare solo sullo sci? Questa è diventata una delibera anti sostenibilità ambientale e non l’ho votata! Anzi, mi riservo addirittura di valutare di proseguire la mia partecipazione a questa maggioranza, che si professa ambientalista, ma che non ha fatto nulla sulla mobilità sostenibile e avvalla proposte contro l’ambiente».

Sull’argomento, evidentemente stuzzicato dalle polemiche, interviene invece l’assessore alle atività economiche Roberto Stanchina (Patt): «Si fa un gran chiacchierare sull’inserimento in PRG del bacino artificiale previsto per l’innevamento del Bondone. Ho votato convintamente questo emendamento, come sostengo a viso aperto la prospettiva di avere il collegamento funiviario tra la città capoluogo e la nostra alpe di Trento. Non voglio entrare nel dibattito giusto o sbagliato scempio o risorsa. Posto solo la foto della stessa opera, commissionata dallo stesso committente, realizzata a Madonna di Campiglio. Ecco lo scempio Montagnoli. A voi ogni giudizio» dice, mettendo in rete una foto del laghetto idilliaco ed azzurro.


IL COMITATO DEI FAVOREVOLI

Mentre in consiglio comunale si approvava la variante al piano regolatore che contiene la previsione di un nuovo bacino nella zona delle Viote, si è costituito il Comitato per il laghetto del Monte Bondone, che vede tra i promotori Alberto Barbieri, Sergio Costa, Paolo Curcu, Paolo Prada, Domenico Segata, Paolo Torboli, Elisabetta Zanella, Franco Zobele. Subito, il Comitato si è messo in azione e ha predisposto una petizione per chiedere al Comune di attivarsi per fare tutto quanto necessario per la realizzazione del progetto che dovrebbe trovare posto nella zona delle Viote.
Secondo il Comitato le opportunità che tale opera propone vanno di pari passo con una lista di necessità.
Tra queste, in primo luogo c’è il bisogno di conservare in quota, data la scarsità, scorte di acqua da utilizzare in momenti di siccità. Questo per contrastare, si precisa nel documento, «necessità pubbliche in situazioni di emergenza sempre più frequenti». Si tratta di garantire, ad esempio, irrigazione, abbeveraggio, uso antincendio e innevamento delle piste. La presenza di un bacino artificiale potrebbe inoltre ridurre i costi di pompaggio in quota dell’acqua, ma anche completare l’offerta turistica estiva con un laghetto che consenta la balneazione e/o la pesca sportiva, come avviene al Rifugio Montagnoli, a Madonna di Campiglio e a Passo Coe.
Scendendo nei dettagli della realizzazione dell’opera, il Comitato sostiene vi sia spazio per realizzare il laghetto lontano dalla torbiera (che fino agli anni ‘50 comunque era un lago), in una conca naturale posta a nord del grande parcheggio del rifugio Viote, in direzione Rocce Rosse. Per una simile iniziativa, inoltre, è già disponibile uno studio preliminare per la fattibilità che presta la massima attenzione a limitare il consumo di prati pregiati.
È però sugli aspetti strategici dell’iniziativa che si sofferma in modo particolare la riflessione degli imprenditori del Bondone. A loro giudizio, infatti, la presenza di un laghetto per il turismo sarebbe molto apprezzata anche dalla clientela nord-europea,
permettendo poi il completamento dell’offerta turistica nel momento in cui dovessere essere decisa la realizzazione della funivia da Trento.

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