Mattarello: sul rio Stolzano la "protesta dei pesci di fiume" per difendere la biodiversità
Ieri mattina, presso l’ex mulino Ferrari, lungo il rio Stolzano alle Laste di Mattarello, Mountain Wilderness Trentino e la Sezione Cai-Sat di Mattarello hanno promosso un sit-in «in difesa della biodiversità dei nostri fiumi ed il rispetto della direttiva del quadro acque».
L’iniziativa si inseriva nella mobilitazione nazionale denominata “La protesta dei pesci di fiume”, attivata dal Coordinamento tutela dei fiumi italiani “Free Rivers Italia”, di cui il Comitato permanente per la salvaguardia delle acque del Trentino con le diciassette realtà associative che lo compongono fa parte, e Legambiente che hanno messo in rete tutti i comitati e le associazioni che si battono per la salvaguardia dei corsi d’acqua, bene comune.
Attraverso i sit-in organizzati in circa settantasette siti italiani, fra i quali undici trentini, gli attivisti intendono chiedere al governo, al parlamento ed agli amministratori locali «di rispettare la “Direttiva Quadro sulle Acque (2000/60 CE)” anche in materia di produzione di energia idroelettrica, per scongiurare il moltiplicarsi delle centraline e l’assalto anche ai più piccoli torrenti montani, alpini e appenninici, talvolta ancora integri».
Il piccolo ambito del rio Stolzano che scende dalle pendici della Vigolana, è stato scelto assieme alla Sat - ha spiegato Franco Tessadri, presidente di Mountain Wilderness, - «per ricordare ed evidenziare innanzitutto la straordinaria naturalità di questo corso d’acqua conosciuto come rio Valsorda, una volta anche Statzam, preso d’assalto nei secoli da numerose piccole derivazioni e deviazioni per innumerevoli scopi, da quello agricolo a quello industriale. Noi non siamo qui per condannare questi storici interventi, che sono stati indispensabili per la vita del paese quando la vita era molto diversa da oggi, ma siamo qui per scongiurare il pericolo di eventuali ulteriori abusi».
In materia legislativa, nell’estate del 2018, la prima bozza di decreto 2018-20 per le fonti energetiche e rinnovabili - elaborata dal Ministero dello Sviluppo economico di concerto con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare -«limitava fortemente l’incentivazione all’idroelettrico sui corsi d’acqua naturali, riservandola ai soli impianti che utilizzano acque già incanalate e sfruttate per altri usi, accogliendo le numerose istanze dei territori presi d’assalto dalla speculazione idroelettrica». La versione definitiva del Decreto Fer-1, però, ha confermato l’incentivo al cosiddetto «minimini-idroelettrico», delegando di fatto alle Agenzie regionali per la Protezione dell’ambiente (Arpa) la definizione delle modalità delle certificazioni degli impianti non sempre secondo criteri di maggiore tutela dei fiumi. Tessadri ha concluso invitando la comunità intera «a valorizzare il rio, che meriterebbe più attenzione da parte di tutti».
Promosso dall’Associazione Pescatori dilettanti Trentini e Legambiente-Circolo di Trento, un analogo sit-in si è tenuto nel pomeriggio sul torrente Fersina a Ponte Alto.