Chiusa la Scaletta, il titolare: «Pago per il casino a 50 metri dal mio locale?» E Merler lo sapeva 3 giorni prima...
Scaletta chiusa per otto giorni. Il provvedimento, che obbliga a tenere abbassate le serrande della popolare osteria di vicolo Santa Maria Maddalena fino a mercoledì 16 compreso, lo ha preso il questore Claudio Cracovia col parere favorevole del presidente della Provincia. Lo stop è stato deciso in base all’articolo 100 del Testo unico di pubblica sicurezza che estende la possibilità di sospendere la licenza, provvedimento di solito riservato a gravi disordini all’interno del locale o a esercizi che siano ritrovo abituale di pericolosi pregiudicati, ai casi in cui «l’operatività dell’esercizio stesso possa comunque costituire un pericolo per l’ordine pubblico, la moralità pubblica e il buon costume o mettere in pericolo la sicurezza dei cittadini».
Stefano Dorigatti, che gestisce il locale assieme alla madre titolare della licenza, contesta con forza il provvedimento. Nelle premesse dell’ordinanza si riporta un lungo elenco di relazioni effettuate tra il 22 maggio e il 9 agosto scorso dalla Polizia in seguito al passaggio delle pattuglie in quella zona in cui si parla di assembramenti nei pressi del locale e nelle aree prospicienti. «Ma io che colpa ne ho - sbotta Dorigatti - se gruppi di ragazzini si fermano nella piazzetta davanti al liceo musicale portandosi da bere dal supermercato? Non sono miei clienti. È vero che spesso in questa zona c’è casino ma la colpa non è e non può essere data ai locali!».
Nell’ordinanza del questore si dice che «lo staff gestore dell’esercizio pubblico non ha adottato misure né precauzioni idonee ed utili ad evitare ovvero a contenere detti fenomeni» ma Dorigatti contesta anche questa affermazione, ricordando un paio di episodi: «Una volta ho chiuso in anticipo perché vicino al locale c’era un gruppo di ragazzini minorenni che beveva e che rischiava di creare problemi e un’altra volta, assieme ai colleghi dell’altro bar che c’è qui in zona, abbiamo chiamato i vigili perché nella piazzetta stavano sparando musica ad alto volume con un generatore. Detto questo non può essere compito nostro far rispettare le regole all’esterno. Io contesto il fatto che si dia a me la colpa di quello che succede a 50 metri di distanza. Hanno perfino riportato nell’ordinanza un episodio in cui una persona visibilmente ubriaca stava sdraiata su una panchina: faccio presente che la panchina più vicina alla Scaletta è almeno a 70 metri!»
Ma al di là della decisione della questura, che aggiungendosi ai mesi di chiusura per il lockdown pesa sui bilanci di un esercizio che conta anche quattro dipendenti, Dorigatti sospetta ingerenze e strumentalizzazioni politiche.
Il riferimento è ad Andrea Merler, candidato sindaco per il centrodestra, che lunedì scorso, tre giorni prima dell’ordinanza del questore, intervenendo con uno post in una chat su Whatsapp (chat a cui è iscritto anche Dorigatti), commentando la violazione delle regole di distanziamento nella vicina piazzetta attribuiva alla Scaletta le colpe e prometteva di attivarsi per farla chiudere per un periodo adeguato. «Non so se Merler già sapesse del procedimento in corso, e questo mi sembrerebbe grave, ad ogni modo gli consiglio prima di far chiudere i locali di parlare con i titolari, di verificare con loro i problemi e non colpire alla schiena. Se questo sarà il nuovo sindaco stiamo freschi...»
Infine una provocazione: «Tempo fa ho preso una multa perché un tavolino usciva per dieci centimetri dalla pertinenza del locale rispetto alla concessione invadendo la pubblica via. Adesso mi fanno chiudere perché sulla pubblica via qualcuno non rispetta le regole. Allora mi dicano che strada e piazza sono di mia competenza, sono ben contento di accettare: gestisco io. Allora sì mi assumerei la responsabilità di quello che succede a decine di metri dal locale».