Addio a Ubaldo Rigo, pioniere degli elettrauto in Trentino e conosciuto da tutti
Prima in officina alla Elettrodiesel, poi si mise in proprio nella struttura di via Crosare a Gardolo: «Non solo un bravo artigiano, ma una persona squisita»
TRENTO. Era conosciuto per la sua attività ma era prima di tutto benvoluto e stimato per le sue doti umane. Ubaldo Rigo, uno dei primi autoriparatori artigiani, a Trento, a specializzarsi nel ramo dell'elettrauto, se n'è andato mercoledì a 83 anni, qualche giorno dopo essere stato ricoverato all'ospedale San Lorenzo di Borgo Valsugana.
Rigo da vent'anni gestiva assieme ai figli e ai fidati collaboratori l'officina di via Crosare a Gardolo, ma la sua era una storia partita da molto lontano, quando Ubaldo era ancora poco più che ragazzo. Originario della Valsugana, dopo essere cresciuto a Strigno e aver ultimato gli studi, si era trasferito nel capoluogo dove aveva subito iniziato a lavorare. Il primo impiego era arrivato in una piccola officina, alle quali ne erano seguite altre, seguendo il percorso virtuoso della gavetta.
A metà degli anni Sessanta, la svolta, con l'arrivo nell'officina Baroni, poi portata avanti da un altro nome noto nel settore in quegli anni, quello di Clerici. L'officina era la Elettrodiesel, in quegli anni una delle ditte più blasonate in Trentino.
Dopo anni ed anni di duro lavoro, «in cui non c'erano orari», ricordano con affetto ora i familiari «Ubaldo era diventato capo officina. Così, quando nel 1977 il signor Clerici aveva deciso di ritirarsi, era stato lui a prendere in mano l'attività per i successivi due anni, trascorrendo buona parte delle sue giornate e delle sue serate nei capannoni di via Brennero».
Con l'arrivo degli anni Ottanta, la decisione di trasferirsi in un piccolo e allora malandato capannone poco lontano, per mettere in piedi un'attività tutta sua. Era stato l'inizio del percorso che, nel 2001, aveva portato all'inaugurazione della struttura di via Crosare.
«Un cambiamento che, vent'anni fa, era arrivato solo grazie a tanti anni di sacrifici, molte fatiche e mille peripezie. Tirò su tutto dal nulla, grazie al frutto dei suoi lunghi anni di lavoro premiati dalla fiducia di tanti clienti», ricordano ancora i familiari.
«La sua è stata una vita interamente dedicata alla famiglia e al lavoro», ricorda uno dei figli, Gianni: «Ma al di là dell'aspetto professionale, ora vogliamo ricordare papà soprattutto come una persona buona, generosa, solidale con tutti, sempre pronto a dare una mano a chiunque ne avesse bisogno. Una persona che, come figli, siamo stati fortunati ad avere come padre».
Oltre a Gianni, Ubaldo Rigo lascia gli altri figli, Paolo, Roberto e Sara, e l'amata moglie Luciana. La data del funerale non è ancora stato fissata.