Circonvallazione ferroviaria, a Mattarello un cantiere per 5 anni, e due milioni di metri cubi di materiali di scavo
Il Comune risponde alla Circoscrizione: l’imbocco sarà 700 metri prima di Villa Bortolazzi, nella zona interessata alla Tav ci sono 222 sorgenti ma «quasi nessuna rischia», e i camion di inerti viaggerano sulla statale e sull’A22
MATTARELLO. Il presidente della Commissione Ambiente e territorio Fabrizio Dalprà ha presentato in consiglio di circoscrizione di Mattarello la risposta del dirigente Giuliano Franzoi all'interrogazione indirizzata alla giunta comunale avente a oggetto il progetto della circonvallazione ferroviaria di Trento e del suo imbocco all'Acquaviva.
Valutato positivamente dal consigliere della Lega Mario Bianco, perché esauriente e dettagliato, in attesa del già annunciato incontro con il sindaco Ianeselli, nelle prossime settimane il documento sarà portato all'attenzione degli organi di decentramento.
La localizzazione dell'intervento, innanzitutto. Il progetto di fattibilità tecnica ed economica identifica l'imbocco sud della cosiddetta "Galleria Trento", doppia canna a singolo binario, circa al km 85+000 della linea storica Verona - Brennero ai Grezzi, poco più a sud della zona artigianale, a circa 700 metri a nord di Villa Bortolazzi, tra la ferrovia e via Nazionale.
La logistica del cantiere, «che sarà ubicato nella zona di Mattarello e sarà attivo fino al completamento della galleria per la cui realizzazione si stimano circa cinque anni di lavoro», è in fase di revisione da parte del progettista, mentre riguardo le occupazioni temporanee e permanenti «si stanno promuovendo incontri dedicati con i rappresentanti di comune e provincia per chiarire i termini di indennizzo già previsti».
Circa le criticità idrogeologiche evidenziate nell'interrogazione, il dirigente Franzoi scrive che nell'area interessata dalle lavorazioni sono state selezionate 222 sorgenti. La stima del possibile impatto sulle risorse idriche sotterranee indotto dallo scavo del tunnel colloca «la maggior parte di esse in classe di rischio molto basso e basso, il 5% in rischio medio; nessun punto ricade in classe di rischio alto».
Lo scavo produrrà complessivamente circa due milioni di metri cubi di materiale che sarà in parte reimpiegato per un riutilizzo interno, mentre la quota in esubero sarà destinata ad attività di rimodellamento morfologico/recupero di siti esistenti. Le viabilità primarie identificate per la gestione dell'approvvigionamento dei materiali da costruzione e il trasporto dei materiali scavati ai centri di smaltimento sono costituite dall'autostrada e dalla strada statale.
Circa le misure previste per la mitigazione degli effetti negativi dell'impatto delle attività di cantiere «si procederà - assicura Franzoi - con possibili soluzioni tecniche che consentano una maggiore riduzione sulle componenti ambientali ritenute significative (aria e fattori climatici, acqua, rumore, flora, fauna e biodiversità, suolo, ...)». Tutti i dati raccolti nelle fasi di monitoraggio «saranno disponibili nella banca dati Sigmap le cui credenziali di accesso saranno a disposizione anche delle amministrazioni territoriali».
Sulle ragioni, infine, che portarono una ventina di anni fa la Provincia a non accogliere la proposta di tracciato della nuova ferrovia in destra orografica preferendo invece la soluzione in sinistra orografica, «si può desumere derivino - scrive Franzoi - dall'esigenza di porre maggiore attenzione alla sensibilità ambientale della destra orografica provata da tre attraversamenti dell'Adige previsti nel progetto Rfi; dalla possibilità di prevedere in futuro anche un collegamento strategico fra l'asse ferroviario del Brennero e l'area del nord-est attraverso la ferrovia della Valsugana opportunamente rimodernata; dai minori problemi ambientali».
E sulla base di quelle scelte «oggi si può ragionare sul progetto integrato e l'interramento della linea storica a Trento», e al contempo «studiare alternative di tracciato per la circonvallazione di Rovereto, oggi in corso di valutazione».