Quel gigantesco cantiere su via Brennero: non solo IperPoli, ma anche palestre e centri medici, per 35 milioni di euro
Al lavoro una decina di ditte «tutte trentine, è stata una scelta precisa», e la «cittadella Poli» sarà pronta fra due anni e mezzo
TRENTO. Iniziati due anni fa, poi bloccati da problemi burocratici, sono ripresi a maggio i lavori alla cittadella Poli di via Brennero a Trento (fra il “Tridente” e Mediaworld).
Il gruppo Poli ha urgenza di spostarsi, perché lì si rigenera un pezzetto di città, e perché quello resta uno degli investimenti più pesanti, in termini economici, che si concretizzeranno sul territorio nei prossimi due anni. Sono 35 milioni di euro, per realizzare il complesso che ospiterà un nuovo Iperpoli da 5 mila metri quadrati, ma anche palazzine servizi, un centro medico, un’area benessere una palestra, a cui si aggiunge il riordino della viabilità pedonale e ciclabile. In termini di indotto, oltre dieci aziende coinvolte, per decine di lavoratori, che coesistono in un cantiere complesso da gestire sotto la guida dell’architetta Alessia Tomasi.
Dal punto di vista tecnico le opere provvisionali sono terminate con successo: tutti gli interventi finalizzati alla cinturazione della falda sono conclusi: «In questi giorni cominciamo ad entrare nel vivo - spiega l’architetta - adesso dovremo correre, perché abbiamo precisi obblighi nei confronti dell’amministrazione. La palestra di ginnastica artistica, realizzata esclusivamente per rispondere alle esigenze del territorio, sarà data in comodato gratuito. Su quella abbiamo tempi molto serrati».
Tempi serrati significa 18 mesi a partire da maggio. «La difficoltà è che questa palestra è un volume autonomo al primo piano del complesso, quindi prima della palestra vanno conclusi i lavori negli interrati, e dovremo inoltre fare in modo che quegli spazi siano fruibili. Dal punto di vista tecnico e organizzativo siamo assolutamente pronti».
Questo significa che quell’area è gremita di ditte al lavoro: dopo l’esecuzione delle fondazioni, si intensifica il numero di imprese coinvolte, una decina e tutte del territorio, come rivendica Tomasi: «Questa è stata una precisa scelta della proprietà. Non sono state scelte grandi imprese venete o lombarde, per dare un contributo all’economia locale e perché le imprese che sono presenti sul territorio sono qualificate dal punto di vista tecnico. Si è ritenuto giusto sfruttare le risorse degli imprenditori locali».
Nel Trentino post pandemia, una buona notizia. «Noi pensiamo che l’intervento, pur complesso e articolato, permetterà la riqualificazione dell’area. Con disagi limitati: nonostante la complessità, non ci sarà una congestione, perché gli interventi saranno svolti in modo consequenziale. Una delle preoccupazioni che abbiamo avuto è proprio quella di cadenzare i lavori, in modo di avere la massima efficienza, ma minimizzando l’impatto negativo sulla comunità. L’unica criticità che avevamo , quella della viabilità pedonale, è stata risolta con l’amministrazione».
Obiettivo: terminare (finiture comprese) tra due anni e mezzo.