Trento / L'allarme

Traffico e trasporto pubblico, a Povo il caos con la ripresa delle lezioni

La collina che ospita varie sedi universitarie sta già registrando una significativa dilatazione degli spostamenti da e per il centro città: finora i correttivi non hanno avuto effetti positivi, mentre si teme lo "spettro" dell'ampliamento del polo scientifico che accrescerebbe ancvhe il traffico in zona

GREEN PASS Trentino Trasporti: concreto il rischio di dover cancellare corse

TRENTO. A Povo traffico e trasporto pubblico al collasso: una situazione che, in queste proporzioni, non si era mai registrata neppure in era pre covid.

Inizio dell'anno accademico, partenza della scuola dell'obbligo, fine della didattica a distanza e progressiva riduzione dello smart working in aggiunta alle politiche di distanziamento che hanno ridotto la capacità di carico dei mezzi pubblici, hanno fatto prevedibilmente scoppiare il "bubbone" della viabilità e del trasporto pubblico da e per la città soprattutto nella fascia oraria dalle 7.30 alle 9.Inutile sottolineare che, per quanto riguarda la collina est, incidono in maniera preponderante gli spostamenti legati alle facoltà universitarie e ai centri di ricerca che muovono giornalmente non meno di 4/5.000 persone trasformando di fatto il sobborgo di Povo in un grande "campus" universitario: "oro colato" per esercizi commerciali e "affittacamere" ma problemi infiniti per circolazione e parcheggi.

«I tempi per raggiungere la città e dalla città arrivare alle varie facoltà in collina si sono dilatati in maniera intollerabile, con mezzi a piena capienza che spesso saltano le fermate - dicono studenti e pendolari - e non si vedono interventi concreti per mettere fine ad una situazione che in certe fasce orarie è diventata ormai insostenibile».

E non sembra aver migliorato molto la situazione l'immissione di nuovi autosnodati da parte di Trentino Trasporti né tanto meno l'appello della Provincia ad usare le ferrovia della Valsugana per raggiungere Mesiano: "troppo faticoso" il percorso verso il polo scientifico a monte della stazione con orari di corse e inizio lezioni incompatibili anche per la Facoltà di Ingegneria.

L'attesa è ovviamente per la realizzazione dell'ascensore verticale obliquo da Viale Bolognini al dipartimento di ingegneria di Mesiano (inizio lavori previsto per il 2022) che, nelle intenzioni del Comune, dovrebbe quantomeno attenuare l'emergenza ma che rischia non solo di spostare il problema traffico su Busa, via Grazioli e viale Bolognini ma, se non completato con l'ipotizzato secondo troncone verso Povo, di servire davvero a poco per le facoltà e i centri di ricerca situati a monte.

A preoccupare ulteriormente è l'ampliamento del Polo scientifico e tecnologico di Povo già previsto (e finanziato) all'interno del Bilancio di previsione 2021 della stessa università: quasi 12 milioni di euro (insieme al compendio Manifattura di Rovereto), per lo sviluppo del piano edilizio.

Un'espansione che a Povo prevedibilmente interesserà la zona di via dei Valoni con l'area di Villa Gherta (già di proprietà pubblica) e/o la cosiddetta "Area Vietnam", terreno fabbricabile di proprietà universitaria ora incolto a Mesiano di fronte a Ingegneria.

Prospettive che non possono non allarmare gli enti interessati (Provincia, Comune, Circoscrizioni), chiamate fin da subito a scelte, progetti e finanziamenti conseguenti. Prima della paralisi...

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