Bypass ferroviario: anche Legambiente dice no al tunnel della Marzola e preferisce un tracciato in Destra Adige
Continuano le critiche al progetto che prevede la nuova linea ad altà velocità passare anche in via Brennero e quindi sotto la montagna per sbucare a Mattarello. Oggi primo incontro illustrativo nel percorso di "dibattito pubblico", con Rfi chiamata a valutare le alternative proposte dal territorio, a cominciare dalla Rete dei cittadini che si oppone al tracciato fin qui ipotizzato
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TRENTO. Stop all'iter di approvazione dell'attuale progetto di circonvallazione ferroviaria predisposto a Rfi. A chiederlo, è il circolo trentino di Legambiente, presieduto da Andrea Pugliese.
A far crescere le perplessità attorno all'opera, secondo l'analisi dell'associazione ambientalista, sono le diverse criticità emerse: lo scavo dei terreni nelle aree inquinate Sloi e Carbochimica, l'impatto nel quartiere di San Martino dove una ventina di abitazioni dovrà essere abbattuta, i problemi idrogeologici della Marzola.
Più convincente, secondo Legambiente, la proposta alternativa avanzata dalla Rete dei cittadini che con il progetto in Destra Adige dall'Interporto fino a Calliano eviterebbe le aree inquinate, non andrebbe ad abbattere edifici, passerebbe in un sottosuolo meno denso di sorgenti e non obbligherebbe all'interruzione della ferrovia Trento-Malè a Gardolo.
L'associazione prende in considerazione anche l'opzione zero, sottolineando come da sola la circonvallazione avrebbe effetti limitati sul traffico merci, che passerebbe solo in piccola percentuale da ruota a rotaia se l'opera infrastrutturale non sarà accompagnata da un'adeguata politica tariffaria che penalizzi l'autostrada.
Decisamente contrario all'opera è anche il partito della Rifondazione comunista, che vede nella scelta appoggiata dal Comune la sola volontà di accaparrarsi i 930 milioni stanziati nel Pnrr. Una scelta che secondo Rifondazione costerà carissima ai trentini. «Saremo - scrive in una nota il partito - una città trasformata in un grande cantiere».
Parlando di devastazione il documento sottolinea le criticità e l'impatto dell'opera arrivando alla conclusione che quei soldi sarebbe meglio spenderli per i bisogni reali, mettendo in sicurezza il teritorio e investendo sulla tutela e la protezione dell'ambiente e su un sistema di mobilità ecocompatibile.
Le prese di posizione si moltiplicano mentre il Comune ieri, 6 dicembre, ha avviato la procedura di Dibattito pubblico, prevista per le grandi opere come questa e animata da un responsabile di nomina ministeriale.
Andrea Pillon, il professionista indicato, ha presentato il suo progetto di dibattito in un incontro in cui si è illustrato anche il sito internet ad hoc su cui sono caricati i documenti e attraverso il quale i cittadini possono interagire e e proporre modifiche all'opera da 960 milioni di euro coperti dal Pnrr.
"Abbiamo una responsabilità in più perché segniamo un percorso che accadrà poi con altre opere strategiche per il nostro Paese", ha detto la viceministra delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Teresa Bellanova, collegata in video conferenza durante la presentazione del dibattito a Trento.
"È fondamentale avere un coinvolgimento attivo da parte delle persone che abitano i territori ed è nostra responsabilità informare e sensibilizzare, una condizione essenziale per il coinvolgimento delle persone e anche per migliorare l'opera. Non è un ascolto formale ma un percorso sostanziale che ci vincola e ci impegna. Bisognerà essere capaci di guardare all'opera e al più complesso progetto di cui fa parte e alle ricadute occupazionali attese, anche sul territorio. Pensiamo che mobilitiamo circa 12.000 unità lavorative annue. Un impegno molto importante", ha aggiunto Bellanova.
Presenti anche il sindaco di Trento Franco Ianeselli, il presidente della Provincia Maurizio Fugatti ed il responsabile della direzione tecnica Nord Est di Rfi, Giuseppe Romeo.
In collegamento anche Paola Firmi, commissario Rfi per la tratta Verona-Fortezza, che ha ricordato che la circonvallazione di Trento è uno dei tasselli di un ampio progetto di mobilità europeo, che mette insieme il tunnel di base del Brennero con la circonvallazione di Bolzano, quella di Rovereto e di Verona, oltre che Ponte Gardena, in Alto Adige.
Il progetto, come noto, riguarda la realizzazione della circonvallazione ferroviaria di Trento, la variante della linea storica Verona - Brennero, nel tratto che attraversa la città e la realizzazione della nuova stazione Trento Nord della linea ferroviaria Trento Malè.
Da Rfi non è arrivata una chiusura netta sul'lipotesi di valutare modifiche al tracciato, ma se ci saranno concrete disponibilità a considerare altri tracciati si vedrà solo nelle prossime settimane: sul tappeto, in particolare, l'opzione Destra Adige ma anche il prolungamento del by-pass verso nord rispetto a quanto previsto attualmente.
Da oggi, 7 dicembre, intanto, il dibattito pubblico, entra nel vivo, con il coinvolgimento della cittadinanza: è in programmaun incontro illustrativo, dalle 17 alle 19.30, sulle ragioni dell’opera e sulle alternative analizzate.
Sarà possibile partecipare all’incontro in presenza a palazzo Geremia, oppure collegarsi da remoto attraverso questo link.
Sono previsti 5 appuntamenti pubblici, 6 tavoli tecnici e altri incontri di approfondimento, per presentare ai cittadini il progetto della nuova infrastruttura e raccogliere osservazioni e proposte.
Il percorso è aperto a tutti i cittadini e gli stakeholder interessati ed è organizzato affinché tutti i partecipanti possano ricevere una informazione completa sul progetto, chiedere e ottenere chiarimenti da parte dei progettisti, indicare criticità o temi da approfondire e proporre soluzioni migliorative.