I capannoni al posto dei vigneti a Spini, il sindaco: "Scelta irreversibile della Provincia, ora posti di lavoro di qualità"
Ianeselli spiega che ormai il Comune non può fermare lo svincolo a scopi industriali degli oltre 5 ettari di terreno agricolo. Perché così è già deciso: «Investimenti per oltre 30 milioni». Mak Costruzioni srl, nel luglio 2021 ha richiesto alla giunta Fugatti lo svincolo allo scopo di realizzare nuovi stabilimenti produttivi
IL CASO Capannoni in un'area agricola a Spini: ok della Provincia
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L'APPELLO Verdi e Futura chiedono lo stop a Spini
CEMENTO Trento ha perso 107 ettari di verde in 13 anni
TRENTO. Non si illuda, quel pezzo di maggioranza (i consiglieri Walter Lenzi, Andreas Fernandez e Nicola Serra) che non vuole subire lo svincolo degli oltre 5 ettari di Spini, per trasformarli da vigneto a capannoni industriali. Perché così è già deciso.
Il sindaco Franco Ianeselli lo dice senza lasciare spazio a fraintendimenti: «Ormai i buoi sono scappati». Semmai, lo spiega l'assessora all'urbanistica Monica Baggia, il Comune avrebbe potuto concertare con la Provincia, approvando la variante al Prg del 2019 (avviata dalla precedente amministrazione), lo stralcio degli oltre 8 ettari di area produttiva di riserva tra via Monaco e via Beccaria. Ma non l'ha fatto. Ed ora non può che prendere atto dell'ennesimo consumo di suolo.
Ad attivarsi a favore di Mak Costruzioni srl, che nel luglio 2021 ha richiesto alla giunta Fugatti lo svincolo allo scopo di realizzare i nuovi stabilimenti produttivi di Karl Mayer Rotal srl di Mezzolombardo (su un lotto di 21.500 m2) e della Hörmann Italia srl di Assago, con sede a Lavis (su un secondo lotto di 31.190 m2), è stato - con successo - Silvano Grisenti, l'ex assessore provinciale attivo come consulente e lobbista.
Sindaco Ianeselli, qual è la sua idea sullo svincolo dell'area di riserva di Spini deciso dalla giunta Fugatti?
«Ho capito che è una scelta non reversibile».
Quindi?
«Concentriamoci ora su ciò che è possibile fare, sulle attività produttive che si insedieranno, sui posti di lavoro che saranno creati, sul fatto che esiste una manifattura intelligente».
Conosce i piani industriali per l'area di Spini?
«Una interlocuzione c'è stata, e nei prossimi giorni incontrerò gli amministratori delegati delle aziende coinvolte. L'investimento complessivo è di oltre 30 milioni di euro: 20 su un lotto, 12 sull'altro. Ed il saldo occupazionale sarà di oltre una ventina di persone da subito, con prospettive di ulteriore aumento. Si tratta di insediamenti per sostenere la crescita delle due aziende».
Qui, sindaco, il tema non è mettere in discussione lo sviluppo aziendale. Il tema è il consumo di ulteriore territorio fertile, che in Trentino è sempre più scarso: un'emergenza.
«Il Comune di Trento ha un Prg che punta sul consumo di suolo zero. Nei fatti. Perché abbiamo già stralciato alcune aree produttive inutilizzate. Su Spini, la Provincia ha esercitato un'opzione urbanistica su una decisione presa a suo tempo. Importante è che ci siano insediamenti che portano lavoro di qualità».
Perché non il riuso di capannoni dismessi come si è fatto con la Whirlpool?
«Condivido. Ma lo si fa laddove è possibile. Credo, ad esempio, che per l'ex Mondini di Gardolo ci siano problemi di accessibilità».
I tre consiglieri chiedono che il Comune faccia cambiare rotta alla Provincia.
«Capisco lo spirito dei tre consiglieri. Ma non siamo nelle condizioni di farlo. Tanto più di fronte a investimenti rilevanti che portano lavoro. E comunque, nella riunione di maggioranza di pochi giorni fa, nessuno ha posto il problema».Anche i 27 ettari di San Vincenzo sono l'emblema del sacrificio di territorio fertile del fondovalle.
«Su San Vincenzo è importante la dimensione "verde", con strutture insediative leggere, ad uso ricreativo e sportivo. E per lo stadio si pensi al riuso del Briamasco o ad un sito più prossimo al centro».
In maggioranza c'è chi, come il presidente Piccoli, vedrebbe bene il Not, nuovo ospedale, a San Vincenzo.
«Credo che alla fine l'ospedale andrà in via al Desert, dove servirà recuperare altre aree (ora private) per aumentare gli spazi disponibili».
Lei ha aperto al nuovo bacino artificiale alle Viote come vuole Trento Funivie. Ma le Asuc e la Circoscrizione Bondone dicono no: piuttosto si ampli quello di Mezavia.
«Ci confronteremo. Quando ho incontrato l'Asuc di Sopramonto, non ho trovato una contrarietà assoluta. Importante è che non ci siano condizioni di veto, ma si ragioni su tutto il sistema Bondone».
Lei ha però aperto al bacino che la precedente amministrazione non ha voluto inserire nel Prg...
«Ci dev'essere apertura al confronto da parte di tutti. Tra decenni magari non ci sarà più neve, ma intanto, per i prossimi anni, lo sci da discesa, da fondo, gli slittini serviranno. Io ho aperto al bacino per l'innevamento artificiale, non al bacino alle Viote. Confrontiamo sulla localizzazione migliore a livello tecnico e politico. Ma facciamolo, ripeto, senza porre veti».