Bloccò i condomini, recinzione illegittima: il giudice condanna chi l’ha installata a pagare 10mila euro
«Speriamo non si verifichi mai più un incubo del genere», auspicano all'unisono i residenti della palazzina Verdena, finalmente liberi di parcheggiare nei propri garage
GARDOLO. Una lunga vicenda dai contorni grotteschi per 10 famiglie, risoltasi definitivamente solo nei giorni scorsi: stiamo parlando dell'incredibile caso del condominio Verdena al civico 16 di via Monaco a Spini, i cui abitanti si sono ritrovati tutto a un tratto - era il 6 luglio 2021 - completamente privati della possibilità di accedere alle proprie case e ai propri garage se non a piedi, attraverso un unico pertugio di appena 50 centimetri.
Una follia causata dall'improvvisa posa di una robusta recinzione metallica all'ingresso dello stabile, piantata nell'asfalto in poche ore dai proprietari di un fondo attiguo alla palazzina. Le immediate rimostranze e le denunce avanzate dai condomini avevano portato, già dopo due mesi (il 3 settembre 2021) alla rimozione della rete. Ma su una faccenda come questa non si poteva sorvolare e così nei giorni scorsi la giustizia ha fatto il suo corso: il Tribunale ha messo la parola fine alla vicenda condannando in via definitiva gli autori dell'improvvida chiusura alla rifusione delle spese sostenute dai ricorrenti per un conto di circa 10.000 euro complessivi.
Nessun dubbio, quindi: non c'era nessun motivo per "rinchiudere" da un giorno all'altro dieci famiglie. «La vicenda è surreale», spiegavano pochi giorni fa nel cortile sotto il condominio tutti gli abitanti della palazzina, sempre uniti in questi due anni di battaglie legali e finalmente sollevati.
«Un diritto di passo largo 5 metri ci aveva sempre consentito di accedere con le nostre auto ai garage interrati e all'entrata di casa. Come è normale in ogni condominio del mondo. Poi, un giorno - il 6 luglio 2021 appunto - è stata installata in poche ore una rete che ci ha lasciato per otto settimane un'entrata di appena 50 centimetri».
Un passaggio strettissimo, che impediva ogni accesso agli eventuali mezzi di soccorso tanto più che nella palazzina vivono persone portatrici di handicap mentre in quel periodo una condomina era pure incinta nei mesi finali della gestazione. Ma non basta, perché la chiusura ha penalizzato a lungo anche un idraulico - che custodiva mezzi di lavoro e materiali proprio nei garage resi inaccessibili - rendendo infine l'apertura dei contatori del gas improba per tecnici e proprietari. Insomma, un vero pastrocchio operato da soggetti in conflitto con i numerosi vicini di casa fra i quali indirettamente anche i residenti di un altro stabile vicino al condominio Verdena, corrispondente ai civici 10, 12 e 14 di via Monaco.
La lotta era inizialmente nata a suon di carte bollate sul tema dei passi carrai fra i condannati e il Comune dopo i lavori effettuati dall'ente pubblico per il prolungamento via Masadori. Ma a nulla, appunto, sono valse le giustificazioni portate al giudice su quello che si è trasformato in uno scontro fra privati.
«Speriamo non si verifichi mai più un incubo del genere», auspicano all'unisono i residenti della palazzina Verdena, finalmente liberi di parcheggiare nei propri garage.