Due locali di Trento pronti a riattivare le slot machine, grazie al Consiglio di Stato
Il braccio di ferro fra titolari di sale giochi e amministrazioni è iniziato lo scorso agosto quando sono scattate le prime multe per la rimozione degli apparecchi
IL CASO Slot, stop temporaneo alle rimozioni: la Provincia invita alla prudenza
PROVINCIA Slot machine, il Consiglio di Stato blocca la legge trentina
LA NORMA Le slot devono essere lontane da "zone sensibili"
TRENTO. Si riaccenderanno le luci delle slot machine di due locali di Trento: lo ha deciso il Consiglio di Stato che ha accolto l'appello presentato dai responsabili delle due attività, assistiti dall'avvocato Carlo Geronimo Cardia.
La rimozione degli apparecchi era stata disposta in base alla legge provinciale 13 del 2015, perché situati ad una distanza dai punti sensibili (scuole, ospedali, case di riposo, aree ricreative e sportive rivolte ai giovani e luoghi di culto) inferiore a 300 metri. «In considerazione del grave danno economico conseguente alla chiusura dell'attività imprenditoriale» disposta dal Comune di Trento, i magistrati della Sezione Quarta hanno accolto le istanze cautelari con sospensione degli effetti dei provvedimenti.
Per semplificare, è una sorta di "liberi tutti", come è già successo a dicembre nel territorio comunale di Comune di Trento: le due ordinanze del Consiglio di Stato concedono la sospensiva finché non si esprimerà il Tar di Trento e finché la sentenza non verrà depositata.
Si attende inoltre l'esito della verificazione disposta dal tribunale amministrativo regionale «sulla cui scorta - ricordano i magistrati della Quarta Sezione nella prima delle due ordinanze - potrà essere valutata la ragionevolezza e la proporzionalità del criterio "a compasso" adottato per la misurazione delle distanze delle attività con slot machine dai luoghi sensibili «che, ad un primo sommario esame, suscita perplessità».
Nella seconda ordinanza viene ritenuto che in questa fase cautelare le esigenze dei titolari delle due attività, in merito alla paventata chiusura, «siano prevalenti rispetto all'esigenza dell'Amministrazione di procedere all'immediata esecuzione del provvedimento impugnato».
Il braccio di ferro fra titolari di sale giochi e amministrazioni era partito lo scorso agosto quando scattarono le prime multe per la rimozione degli apparecchi. Sono fioccati i ricorsi al Tar, che in diverse sentenze non aveva accolto la sospensiva rinviando le udienze e chiedendo a Comuni e Provincia integrazioni della documentazione sulle ragioni delle norma.
Nell'ultimo mese sono state rimescolate più volte le carte nel mazzo, a partire da un punto fermo: il Consiglio di Stato aveva sospeso l'ordinanza di rimozione dello slot che colpiva un locale di Trento. Il 9 dicembre 2022 il Comune di Trento, preso atto di questo decreto, ha comunicato la sospensione dell'attività di vigilanza e controllo fino alla decisione del Consiglio di Stato del 12 gennaio.
Il 10 dicembre, dunque, le sale slot di Trento che erano chiuse perché si trovano entro i 300 metri dai luoghi sensibili hanno riaperto. Il 13 dicembre la Provincia con lettera circolare alla Conferenza dei Comuni ha suggerito di sospendere gli ordini di rimozione. Il 27 dicembre il Comune di Predaia ha seguito l'esempio di Trento.
Veniamo dunque alle udienze del Consiglio di Stato e alle due ordinanze depositate lunedì 16 gennaio: i magistrati hanno sciolto i dubbi in merito alla sospensiva, confermandola. Probabile dunque che Provincia, Comune di Trento e Comune di Predaia continueranno in questa direzione.
«A fronte di queste ordinanze è lecito pensare che tali amministrazioni proseguiranno nella sospensione delle attività di vigilanza e controllo fino alla decisione del Tar di Trento sui vari ricorsi proposti e, dunque, che possa riprendere l' attività di raccolta del gioco lecito, come è avvenuto nel mese di dicembre 2022 in forza dei decreti presidenziali», evidenzia l'avvocato Michele Busetti, legale di diversi gestori di sale slot.
Le ordinanze del Consiglio di Stato potrebbero avere un impatto sui procedimenti promosso dall'avvocato Busetti contro i Comuni di Trento e di Mezzolombardo: proprio in attesa della pubblicazione dei provvedimenti del Consiglio di Stato le udienze dello scorso 12 gennaio sono state rinviate al 26.