«Corretto puntare sulla mobilità ecologica, ma se si rimuovono le auto dal centro bisogna offrire alternative»
L’analisi di Anna Viganò, presidente della sezione trentina dell’Istituto nazionale di urbanistica: i consigli utili per ridare vita a un centro storico in cui molti negozi chiudono. «Potenziare il trasporto pubblico è la soluzione migliore, ma andrebbe cambiata la mentalità»
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TRENTO. I commercianti del centro storico chiedono più parcheggi. Il Comune di Trento, dal canto suo, punta su maggiore pedonabilità e mobilità green, come quella delle biciclette. Punti di vista contrapposti, sui quali riflettere. Ecco perché, per fare un quadro “esterno” della situazione, una terza voce può essere molto importante. In questo caso quella di Anna Viganò, presidente della sezione trentina dell’Istituto nazionale di urbanistica, che ha avanzato diverse proposte per trovare un equilibrio.
Presidente Viganò, domanda diretta: più parcheggi o mobilità green?
La tematica è molto più ampia e parlare solo dei posti auto è riduttivo. Come Inu appoggiamo la scelta del Comune di puntare su una mobilità a basso impatto ambientale: è una decisione giusta, anche se le tempistiche potevano essere gestite meglio. Dall’altra però gli interventi devono essere messi in campo in modo integrato: non si possono togliere tutti i parcheggi attorno al centro o lasciarli con tariffe così elevate. Se si rimuovono le auto servono alternative.
Per esempio?
Pensiamo ai parcheggi di interscambio, chiamati anche “scambiatori”, cioè quelli dove si lascia l’auto per prendere un mezzo pubblico. Chiaro però che, in questo caso, andrebbe potenziato il trasporto persone. Possono poi essere prese altre scelte, come quelle dei parcheggi pertinenziali anche se, per il momento, sono votati soprattutto alla residenza.
Ma quindi non c’è modo di costruire nuove aree parcheggio?
Il problema è: dove? Ad oggi non esistono grandi metrature su cui realizzare dei parcheggi. Chiaro che il tema è sotto gli occhi di tutti, ma le zone attorno al centro storico non offrono molte possibilità. Certo, ci sono piccole superfici dove si potrebbe lavorare ma servirebbe una pianificazione urbana attenta, precisa ed efficiente. Poi resto dell’idea che potenziare il trasporto pubblico sia la soluzione migliore, anche perché nel 2023 è d’obbligo parlare di una mobilità più green. Diciamo che andrebbe cambiata la mentalità.
In che senso?
Siamo sempre stati abituati ad arrivare molto vicini al centro storico, tanto da pensare “se non posso fare così allora non vado”. Questo è sbagliato. Il binomio centro storico-auto va superato, ma scardinare queste abitudini quotidiane è un processo lungo e complesso: su questo però mi sento di dire che è giusto che il Comune difenda la propria linea.
Così facendo non c’è però il rischio che i clienti si spostino verso i centri commerciali dove, come spiegato anche dagli esercenti della città, hanno maggiori comodità?
In realtà credo che chi sceglie il centro commerciale lo fa più che altro perché, all’interno dello stesso “contesto di locazione”, può trovare una grande varietà di merci. Qui allora bisognerebbe ragionare sulla linea urbanistica dei “centri commerciali a cielo aperto”, trasportando questa cosa nei centri storici. Maggiore è la varietà nell’offerta, migliore sarà la risposta dei clienti.
E in questo caso allora bisognerebbe pensare anche ad un rilancio del centro stesso…
Intervenire a livello urbanistico non significa per forza progettare grandi opere. La rivitalizzazione del centro credo passi da due fattori: primo, la valorizzazione delle attività che sono fondamentali per il cosiddetto “ecosistema urbano”. Qui il Comune dovrebbe dialogare con gli esercenti e non solo con le rappresentanze, ma anche con i residenti. In secondo luogo, se pensiamo a eventi e manifestazioni è chiaro che abbiamo un “boom” di persone, ma poi, successivamente, si crea un grande vuoto: bisogna quindi chiedersi come mantenere quella vitalità anche nei mesi senza appuntamenti.