Bypass ferroviario, i dubbi della circoscrizione di Mattarello sull'intesa con Acquaviva
Chiesto un sopralluogo al Comune per verificare l'area scoscesa a monte del paese, che andrebbe riempita di materiale di scarto e trasformata in vigneti per compensare l'impatto del cantiere sulla produttività agricola dell'azienda nelle aree coltivate che saranno occupate: preoccupazioni per l'instabilità del terreno e le falde acquifere
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TRENTO. Con un’interrogazione rivolta alla Giunta comunale, il Consiglio di circoscrizione ritorna alla carica per ottenere informazioni ufficiali circa il Protocollo d'intesa “Accesso sud alla galleria di base del Brennero. Lotto 3a: circonvallazione di Trento - Cantierizzazione”, tra Provincia Autonoma di Trento, Comune di Trento e Acquaviva Società Agricola Srl.
Presentato dal presidente Alessandro Nicolli e dal presidente della Commissione Ambiente Fabrizio Dalprà e approvato all’unanimità, il documento riguarda lo schema di accordo approvato il 24 giugno 2022, «che si pone l'obiettivo di ottimizzare l'organizzazione del futuro cantiere al servizio della circonvallazione, compensando l'impatto sui livelli di produttività agricola derivante dall'occupazione delle aree oggi coltivate: verrà infatti agevolato un importante progetto di valorizzazione del compendio agricolo».
Come recitava il comunicato della Provincia, Acquaviva mette a disposizione maggiori aree di sua proprietà non previste nel piano in essere degli espropri e delle occupazioni temporanee, consentendo di rendere più compatto il cantiere e di ridurre l'occupazione di terreni in zone diverse rispetto all'ubicazione del cantiere. La Società si impegna anche ad accettare l'eventuale inserimento di strutture fisse ferroviarie non diversamente ubicabili. Nel concreto il progetto prevede la bonifica e la trasformazione a vigneto di un’area a monte dell’azienda, attualmente scoscesa e boscata, sulla quale verranno depositati centinaia di migliaia di metri cubi di materiali provenienti dagli scavi del tunnel e poi ricoperti da un manto di terreno vegetale.
Il Consiglio aveva espresso perplessità sull’operazione sia per l’instabilità della zona, considerate la sua origine e la sua conformazione, sia per la possibile definitiva compromissione della rete delle falde acquifere intercettate; non aveva però ottenuto riscontri se non una comunicazione verbale dell’assessore comunale Facchin che confermava che lo smarino sarebbe stato utilizzato per ripianare la superficie oggetto del protocollo.
L’argomento è stato trattato anche durante l’assemblea organizzata recentemente da “Mattarello Attiva” e qui si è parlato di non meno di dodici ettari coinvolti sui quali saranno riversati e distribuiti 800mila metri cubi di materiale, proveniente anche da Trento Nord, che dopo un primo temporaneo stoccaggio in un’area di deposito ricavata in zona con un nastro trasportatore verranno spostati più in quota e andranno a livellare ogni anfratto del terreno.
Sull’operazione i consiglieri vogliono avere informazioni trasparenti e precise. Intanto richiedono di poter visionare il progetto, poi vogliono conoscere «nel dettaglio la quantità di materiale che si prevede utilizzare per eventuale ripianamento della zona ora bosco» e «quale tipo si vorrebbe utilizzare, da dove sarà prelevato e le analisi che verranno fatte prima della posa».
Una volta arrivato al deposito dell’Acquaviva, «come sarà trasportato il materiale dal fondovalle e quali sono le misure previste per la salvaguardia della salute degli abitanti di Mattarello?».
E ancora: l’area così trasformata «avrà una nuova destinazione urbanistica: quale?» e «quale sarà la strada di accesso al fondo e chi sosterrà la spesa per la sua realizzazione?».
L’interrogazione sollecita infine il sindaco Franco Ianeselli e l’assessore Ezio Facchin ad un sopralluogo «per procedere ad un’analisi delle attuali prescrizioni provinciali riferite alla salvaguardia della sorgente dell’Acquaviva» ma paventando drammatiche conseguenze sulla sua compromissione chiedono che all’incontro siano presenti anche il sindaco di Besenello e l’assessore provinciale competente per materia.