Bypass, da maggio via alle demolizioni. L’imbocco nord sarà il punto più delicato dei lavori
Il Consorzio Tridentum, che si è aggiudicato la realizzazione dell’opera per un importo di 891,66 milioni di euro, ha illustrato il cronoprogramma. Per i siti inquinati, un sistema di monitoraggio e ulteriori indagini con risposta in settembre
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TRENTO. Esporteremo orsi, forse. Ma dal Trentino non esporteremo gli oltre 2 milioni di metri cubi di materiale di scavo della circonvallazione ferroviaria. A precisa domanda, l'ingegner Damiano Beschin di Rfi risponde: «È in corso di aggiornamento il piano di utilizzazione delle terre. Tutti gli elementi per l'analisi multifattoriale che porta a individuare i siti migliori di stoccaggio sono in valutazione. Avremo tutto pronto entro metà settembre».
Nessuna conferma, quindi, di quanto già si sa, che il materiale avrà tre destinazioni: l'ex cava Sativa di Sardagna, l'ex cava di Pilcante e in grossa parte l'area di Villa Bortolazzi ad Acquaviva dove sarà utilizzato per un nuovo business, smaltito per realizzare un nuovo vigneto. La vicinanza, oltre al sistema di trasporto, agli interessi dei proprietari privati coinvolti, è un fattore decisivo per un'opera concepita per rispettare in massimo grado la strategia di sostenibilità dell'Agenda 2030, minimizzando l'impatto su ambiente e comunità. Concetto ribadito dall'ingegner Simone Centis che per Webuild coordina i progetti lungo il Corridoio del Brennero.
Webuild è il colosso (8,2 miliardi di fatturato nel 2022, 53 miliardi di lavori in portafoglio, 83 mila dipendenti e mega cantieri in tutto il mondo) che guida il Consorzio Tridentum (con Ghella, Seli Overseas e Collini Lavori) che si è aggiudicato la realizzazione del bypass (per un importo di 891,66 milioni di euro) e che mercoledì 19 aprile s'è presentato al pubblico. In sala, nel palazzo della Regione, addetti ai lavori, rappresentanti delle categorie economiche, del sindacato, degli agricoltori. Occasione per dare, finalmente, alcune informazioni operative. All'esterno, la contro conferenza stampa degli attivi No Tav che contestano alla radice la grande opera.
Inizio lavori da maggio. Tocca al geometra Corrado Bianchi, coordinatore dei lavori, spiegare che le ruspe saranno accese in maggio. All'imbocco sud (Mattarello), i lavori partiranno il prossimo mese con la bonifica bellica, cui seguirà, da metà giugno, la deviazione provvisoria di via Nazionale per 500 metri e la traslazione della linea storica. «Serve per realizzare la galleria dell'attuale statale» dice Bianchi «entro febbraio 2024 sarà ultimato».
L'imbocco nord è quello più problematico. Perché ci sono le abitazioni e c'è l'interferenza con via Brennero e la ferrovia Trento-Malé. Dice Bianchi: «Inizieremo le demolizioni entro il 10 maggio. Poi, ci attiveremo per spostare la strada entro fine settembre, metà ottobre. Prima, va realizzata la galleria nello scalo Filzi. Devieremo la strada (via Brennero diventerà provvisoriamente una chicane, ndr) e cominceremo i lavori all'imbocco est: il tutto sarà ultimato entro marzo 2024. Qui l'impatto sul territorio è evidente. Vogliamo fare tutto in meno di un anno. L'attenzione è massima. I camion e i mezzi in movimento comportano un aumento del 2% del traffico. E qualche restringimento ci sarà».
I lavori in galleria. Per realizzare la galleria a doppia canna da San Martino a Mattarello saranno in funzione quattro "talpe" Dual Mode Tbm. Scavo tutto meccanizzato: neanche un etto di esplosivo. Frese tradizionali realizzeranno i bypass di sicurezza, tra una canna e l'altra, ogni 500 metri. Dual Mode, perché le quattro Tbm lunghe 160 metri (due da sud, due da nord) saranno in grado di scavare sia l'80% di roccia, sia il 20% di faglie (materiale sciolto, ndr)». Ci vorranno 346 giorni per montare le frese e 560 per concludere lo scavo dei 10,6 km di galleria naturale.
Trento Nord: ulteriori analisi. E per il passaggio, che preoccupa assai cittadini e comitati, tra le aree inquinate di Trento Nord? «Non interessiamo l'ex Sloi, dove non ci sarà alcun deposito» risponde Bianchi «Per l'ex Carbochimica, dove è in corso la bonifica del rio Lavisotto, interverremo con lo stessa procedura di scavo, tra le palanche del Lavisotto e la Trento-Malé». Tocca all'ingegner Beschin precisare: «Per i siti inquinati, ci sarà un sistema di monitoraggio ante operam e in corso dei lavori. E stiamo facendo ulteriori indagini nel rispetto delle prescrizioni date».