Geat: «Bypass e analisi: ok Appa, ma non basta». I No Tav preparano un nuovo esposto
Il presidente della Circoscrizione Centro storico Piedicastello: «L’annuncio dell’Agenzia, che farà la caratterizzazione dei terreni è una buona notizia, perché cercherà tutti gli inquinanti, ma Rfi fa troppo pochi campioni». Zandra (Rete): «Iniziano questi sondaggi ridicoli»
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TRENTO. Bene che Appa faccia autonomamente le analisi di caratterizzazione, ma non è sufficiente questo per tranquillizzare i comitati contrari al progetto di Bypass ferroviario. Perché otto carotaggi restano troppo pochi per rassicurare, vista la pericolosità degli inquinanti che certamente ci sono nei terreni che lambiscono la ferrovia. Questa, in estrema sintesi e pur con sfumature diverse, la posizione dei comitati.
E intanto, sui lavori già avviati allo Scalo Filzi, i No Tav stanno predisponendo un nuovo esposto: l'ordinanza numero 3 della Commissaria Paola Firmi prevedeva la caraterizzazione anche di quell'area, prima dei lavori e non risulta sia stata fatta. Per questo il movimento No Tav sta preparando un dossier da portare in procura, perché valuti eventuali profili di illegittimità.
Ma andando con ordine. È notizia dell'altro ieri che è partita l'indagine sotto i binari. Nessuna novità circa il numero di carotaggi: Rfi ritiene che 8, fino ad una profondità di 24 metri, siano sufficienti e non ne farà altri, nonostante le richieste del territorio, da Appa al Comune, alla Provincia, per tacere dei comitati. Tant'è, da qui non ci si muove. Quel che volevano i comitati era un vero piano di caratterizzazione, che significa fare una serie di buchi - nel Sin erano in una griglia di 15x15 metri, per dare un'idea - e poi analizzare il terreno valutando quel che c'è dentro anche analizzando il rischio, rispetto alla destinazione dell'area.
Banalizzando molto: se su un terreno ci va un asilo, gli inquinanti possono essere entro una soglia di x, se ci passa sopra una strada o una ferrovia, la soglia naturalmente cambia. Ma piano di caratterizzazione è termine tecnico per indicare anche la tipologia di analisi. E pure su quello Rfi ha nicchiato: verificherà le terre ai fini della gestione dei rifiuti. La caratterizzazione serve per cercare tutti gli inquinanti. Quella - ha annunciato l'altro ieri l'Agenzia - la farà Appa. Una buona notizia.
Ma non basta: «Ci rassicura che Appa faccia analisi più approfondite - spiega il presidente della Circoscrizione Centro Storico Piedicastello Claudio Geat - ma deve limitarsi a quegli otto punti di carotaggio. E questo non basta. Per lo meno, sappiamo che Appa cercherà tutti gli analiti potenzialmente pericolosi, cosa che non farà Rfi, perché mette in atto analisi diverse». Sono differenze tecniche che però fanno una differenza sostanziale, perché come si cercano gli inquinanti influenza la possibilità o meno di trovarli, se ci sono.
«Ma loro non vogliono cercare perché se trovano, si vedono fermare i lavori» sbotta Martina Margoni (Rete dei cittadini), evidenziano delusione, al pari di Geat. E Paolo Zadra (Rete) è sulla stessa lunghezza d'onda: «Ora inizieranno questi sondaggi ridicoli, in 8 punti di prelievo, al di là di ogni logica accettabile. Se è questo che come territorio abbiamo strappato, è niente. Che almeno Appa faccia la caratterizzazione è una buona notizia».
«Perché otto sondaggi sono pochi, ma potrebbero essere sufficienti a consentire ad Appa di fare quel percorso di analisi di valutazione e gestione dei terreni di scavo. Vedremo i risultati. Voglio vedere, se dovessero essere verificati i livelli di inquinanti che è ipotizzabile che si trovino - conclude Zadra - se ci saranno solo pochi cittadini in rivolta o molti più cittadini che vogliono avere chiarezza e garanzie».
Intanto Geat osserva che i carotaggi saranno solo a nord di Nassiriya, «e allo scalo Filzi? Perché no lì?». Una domanda che si fa anche il movimento no Tav, che sul punto presenterà un esposto in procura. «L'ordinanza numero 3 della Commissaria Paola Firmi indicava come obbligatoria la caratterizzazione del terreno allo Scalo Filzi, prima dell'avvio dei lavori - anticipa Elio Bonfanti, ieri coinvolto nella presentazione del presidio per il 45esimo della chiusura della Sloi con i sindacati di base (vedi sotto) - eppure il Consorzio Tridentum è là che scava e sposta terra senza alcuna caratterizzazione preventiva. Tanto Rfi fa quel che vuole e le autorità locali glielo permettono».