Autovelox, ciclabili e zone 30: la mobilità di Trento nel mirino del ministro dei Trasporti Matteo Salvini
Salvini ha presentato una riforma del Codice della Strada che può impattare sulla strategia dell’amministrazione comunale del capoluogo: a rischio la casa avanzata di via Petrarca, forse alcune piste. Facchin: «Siamo preoccupati, faremo una verifica»
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TRENTO. Autovelox, piste ciclabili, zone 30: praticamente il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha messo nel mirino tutto quello che è al centro della strategia per la mobilità sostenibile del Comune di Trento. Prima la direttiva, ora la proposta di riforma del Codice della strada, approdata in commissione. Ovvio che inizia ad esserci un po' di ansia.
Mentre la Fiab, la Federazione italiana amici della bicicletta, assiste un po' basita - «la sicurezza dei nostri figli dovrebbe essere priorità di chiunque» osserva la presidente Daniela Baraldi - a palazzo Thun aspettano di capirci un po' di più. «Siamo preoccupati - dice l'assessore alla mobilità Ezio Facchin - in settimana faremo una verifica su cosa significa per noi». Più tranquillo il sindaco Franco Ianeselli, che invita a ricordare l'imminente voto alle Europee: «Credo che semplicemente si usino le istituzioni per fare propaganda». Ma pure lui è un po' sul chi va là.
Perché fino a ieri realizzare ciclabili o garantire la sicurezza delle strade era una questione che riguardava i sindaci. Perché più si è vicini al territorio e più si è adatti a governarlo, nelle piccole cose. Per lo meno questo era il principio dato per assodato. Ora no, il ministro del Carroccio ha mostrato su questi temi di voler dire a sua - imponendola con la forza del ruolo e delle competenze - mettendosi spesso in dialettica con i municipi, soprattutto se d'altro colore. Risultato: grande bufera mediatica, utile tra l'altro a sviare l'attenzione da temi un po' più scivolosi. Ma resta un fatto: c'è una proposta di riforma del codice della strada in discussione in commissione.
Una proposta, ha denunciato nei giorni scorsi la Fiab nazionale, che penalizza le bici, mettendo limiti alla possibilità di realizzare ciclabili. Come questo impatta sui progetti in campo a Trento non è ancora chiaro. La proposta prevede per esempio di evitare le bike lane, le corsie ciclabili - un esempio a Trento e quella in via Pasubio - e la casa avanzata, come quella di via Petrarca, che permette alle biciclette ferme al semaforo di aspettare davanti alle auto e non in fila. E poi il ministro ha chiarito che gli autovelox devono essere limitati e installati solo dopo approfondita riflessione. Le nuove regole dovrebbero riguardare solo le infrastrutture di nuova realizzazione, ma nessuno ha certezze.
«Siamo piuttosto preoccupati - ammette l'assessore Facchin - in settimana faremo una verifica, per capire se qualcuna delle nostre ciclabili avrà dei problemi. A nostro livello se il ministro cambia le regole noi non possiamo che prenderne atto. Certo abbiamo in campo un piano della mobilità, che la città ha votato, e abbiamo la necessità di ridurre il carico di auto che ogni giorno entrano in città: 323mila veicoli equivalenti al giorno».
Tra i più preoccupati, naturalmente, i volontari della Fiab, che non vogliono metterla in politica, ma sembrano desolati: dopo anni di lavoro e sensibilizzazione, finalmente vedono alcuni progetti avanzare, e temono di vederli affossato prima ancora che siano partiti. «Sarebbe un peccato - evidenzia la presidente Baraldi - perché queste misure sono in vigore in tutta Europa, non è che qui ci siamo inventati chissà cosa. La sicurezza dovrebbe essere una priorità per tutti, indipendentemente dal colore politico. Ma poi la guardiamo la qualità dell'aria, anche in questi giorni? Cosa vogliamo far respirare ai nostri figli?».
ll sindaco Ianeselli invita alla calma, perché le infrastrutture ora esistenti dovrebbero essere salve. Però si lascia andare, quando si fa notare che tutto quel che il ministro Salvini cerca di intralciare è ciò che è al centro della strategia sulla mobilità del Comune di Trento. «Mah, Trento, Bologna, io direi delle città più dinamiche d'Italia, che sono pienamente europee e stanno facendo un percorso. Loro considerano un limite velox e ciclabili, quando sono una libertà, per i ciclisti, di essere più sicuri, per i pedoni e i bambini, di avere più garanzie. Ma al di là del fumo, spero finisca come la direttiva sui 30 all'ora, che ha ribadito quel che già era in vigore, al di là degli annunci. È evidente che si usa l'amministrazione per fare campagna elettorale. Già ora la normativa sugli autovelox è stringente, ci sono dei limiti».
È abbastanza tranquillo, il sindaco, sui provvedimenti presi in città, anche se evidenzia che «c'è una visione per ritornare alla città delle auto, nel senso di avere spazio solo per le auto. Credo che i Comuni debbano rivendicare autonomia su questi aspetti».