“Casa felice”, una coabitazione speciale nel cuore di Trento
In via San Giovanni Bosco tre donne over 50 e un’accogliente dividono l’alloggio comunale e i servizi assistenziali per ottimizzare le risorse e migliorare la qualità della vita. Da gennaio oltre 100 gli utenti supportati con 132 accoglienze adulti
TRENTO. Non tutti i cohousing sono uguali. Quello di “Casa felice” è un modello speciale che ha permesso l’incontro di un’accogliente, che assicura l'assistenza e il monitoraggio dal tardo pomeriggio alla mattina dopo, e tre donne over 50 seguite dal servizio sociale e dal centro di salute mentale con un lungo periodo di fragilità alle spalle. Le quattro protagoniste sono unite dalla volontà di vivere insieme e condividere reciprocamente i servizi assistenziali di cui ognuna di loro fruisce. Si è creata così, nell’alloggio messo a disposizione dall’Amministrazione in via San Giovanni Bosco, l’opportunità di ottimizzare le risorse reciproche e migliorare il benessere e la qualità della vita di ciascuna di loro.
A oltre un anno dall’inizio della sperimentazione, avviata nell’aprile del 2023, “Casa felice” si è dimostrata un modello efficace nel ventaglio dei servizi assistenziali dedicati ad anziani e persone con fragilità. L’obiettivo è infatti quello di trovare una risposta ai problemi assistenziali e relazionali attraverso una soluzione abitativa condivisa. Altro aspetto da segnalare, tutte le inquiline di “Casa felice” pagano un contributo per l'affitto e le spese, che non sono pertanto a carico dell’Amministrazione.
La formula del cohousing non è tuttavia l’unico servizio messo in campo dall’ufficio Welfare e coesione sociale, impegnato dal 2012 anche nella gestione del servizio di accoglienza adulti, rivolto a persone che non possono essere adeguatamente accompagnate nell'ambito della famiglia d'origine e vengono supportate da un altro nucleo famigliare o da un singolo. Si tratta di un servizio alternativo al ricovero in strutture semiresidenziali o residenziali. Nel solo 2024 sono già state attivate 132 accoglienze per 126 persone accolte, alcune delle quali beneficiano di due diversi interventi. Delle 132 accoglienze, al 30 giugno 116 erano quelle attive e 16 le concluse. Nel 2023, le accoglienze sono state 140 per 128 persone e, alla data del 31 dicembre, escludendo le chiusure in corso d’anno, le accoglienze attive erano 114 per 103 utenti.
Il progetto “Casa Felice”, che ha iniziato a vedere la luce con il bando comunale per l’affidamento della gestione di “Casa felice” vinto da Villa Sant’Ignazio, ha permesso l’individuazione di tre utenti tra quelli in carico al servizio Welfare. Al loro fianco, oltre al team di esperti specializzati, è sempre presente la figura dell’accogliente, una persona formata dall’Amministrazione per supportare l’organizzazione della quotidianità e fornire il supporto necessario. Si tratta di un lavoro di squadra dal grande impegno condiviso, al quale collabora anche il Centro di salute mentale, che affianca gli operatori di Villa Sant’Ignazio, impegnati nel monitoraggio del progetto, oltre che nella cura delle relazioni e degli aspetti di natura organizzativa.
L'obiettivo della sperimentazione è sviluppare l'autonomia, promuovere le relazioni tra le ospiti e il loro benessere, facilitando la nascita di gruppi che condividano la casa e l’assistenza, implementando progetti abitativi e assistenziali calzati sulla persona e sui suoi bisogni.
L’utente, da destinatario di un servizio, diventa egli stesso risorsa per se stesso e per gli altri. Con il modello di cohousing proposto non sono solo gli strumenti messi in campo per la cura della persona a essere ottimizzati e condivisi, protagoniste del progetto sono infatti anche le relazioni. Grazie a “Casa felice”, le tre donne hanno infatti potuto migliorare la qualità della loro vita, godendo insieme del tempo libero e delle diverse attività che lo arricchiscono.