Bypass ferroviario, a Mattarello talpe al lavoro solo dall'anno prossimo
Incontro sulle tempistiche tra Osservatorio ambientale per la sicurezza e tecnici del cantiere: ci sono ritardi dei “trovanti”, grandi massi che hanno rallentato i lavori. A nord ancora non si ipotizzano date: serve un accordo per non compromettere la futura bonifica dei terreni inquinati
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TRENTO. Slitta all'anno prossimo il via agli scavi delle gallerie del bypass ferroviario. A chiarire tempi e motivi della dilazione è stato venerdì 4 aprile un incontro tecnico tra Consorzio Tridentum e Osservatorio ambientale per la sicurezza. Che chiedeva un punto sui tempi.
Eccoli: a sud si inizierà a scavare tra gennaio e febbraio, a nord non si è al momento in grado di dare una data. Troppo numerose le variabili in campo. E sempre venerdì l'osservatorio ha pubblicato i monitoraggi più recenti su rumore, acqua superficiale e vibrazioni: su tutti i parametri, infatti, l'accordo è che i monitoraggi in corso d'opera vengono resi pubblici, attraverso l'Osservatorio. Ieri sono stati consegnati quelli di febbraio.
Cantiere sud.
A Mattarello l'avevano chiarito gli stessi tecnici di Rfi e del Consorzio Tridentum: per i lavori preparatori sarebbero serviti circa 300 giorni. A seguire sarebbero stati necessari altri 90 giorni per assemblare in loco le due talpe, prima di accenderle e iniziare a realizzare la parte più impattante del tracciato: la galleria a doppia canna da Mattarello (poco a nord di Acquaviva) fino allo scalo Filzi a nord. Ora, restando a questi conti, significava scavare da settembre, circa. In realtà si va più lunghi. Poco male, i vincoli del Pnrr non ci sono più, ma è una dilazione di cui è stato chiesto conto. Il motivo è la presenza, più numerosi del previsto, di cosiddetti "trovanti" massi cioè del volume anche di un metro cubo, che danneggiano con grande facilità le benne mordenti, le ruspe cioè che realizzavano i buchi per l'inserimento dei diaframmi. Insomma, i sassi spaccavano i dentini alle ruspe, toccava saldarli, aggiustarli, si perdeva tempo. Da qui lo slittamento dei tempi. Le talpe inizieranno a lavorare tra gennaio e febbraio: la seconda un mese più tardi della prima, perché procedendo parallele e alla stessa altezza, si disturberebbero a vicenda per via delle vibrazioni.
Cantiere nord.
Qui la faccenda si complica ed era prevedibilissimo (e va detto, ampiamente previsto dai Comitati). Le opere preparatorie stanno andando avanti, ma quel che non c'è ancora, è il progetto esecutivo parte B, che è quello che riguarda lo scavo della galleria, e soprattutto il tracciato a nord dello Scalo Filzi. Il problema è come passare su terreni fortemente inquinati senza bonificare tutta l'area - il che costerebbe 140 milioni di euro, e non è all'ordine del giorno di quel tavolo - ma senza nemmeno, e questo è il punto delicato, compromettere la bonifica futura. Su questo si stanno confrontando, cercando la quadra, appaltatori, tecnici, procura (che ha un suo consulente), privati. Nel tentativo di trovare una soluzione che accontenti tutti. Ma la cosa non è facilissima: da qui i tempi lunghi.