Manica: nessun via libera a impianti idroelettrici sull'Adige
«Il piano di tutela delle acque contempla sì la possibilità di sfruttamento idroelettrico dell'Adige, ma non è in alcun modo un "via libera" al progetto presentato a suo tempo da Aquafil (in foto l'area prevista dal progetto, nei pressi di Pomarolo, ndr ). Un progetto che peraltro considero ancora negativo, visto che prevedeva l'innalzamento di diversi metri del fiume e che così com'è il testo in esame non consentirebbe». Cerca di mettere in chiaro le cose il capogruppo in Consiglio provinciale per il Pd Alessio Manica. Perché dopo il parere positivo dato in terza commissione al piano presentato da Gilmozzi l'eco sulla stampa si è concentrato per lo più sul paventato ritorno in grande stile del progetto di sbarramento a Pomarolo. Un progetto che lo stesso Manica nelle vesti di sindaco di Villa Lagarina (e a ricordarglielo oggi ci pensa il consigliere di opposizione Julka Giordani) aveva contestato e che oggi gli si rinfaccia di aver difeso.
«La Commissione - ricorda Manica - ha dato parere positivo ad un testo che aggiorna il precedente piano, che era fermo al 2004. Un documento partito dall'analisi dei 412 corsi d'acqua della nostra provincia, dei 14 laghi e dei 10 corpi idrici sotterranei. In più il testo recepisce il contenuto di una mozione che io stesso avevo presentato a suo tempo con Baratter (capogruppo Patt, ndr ) per stoppare lo sfruttamento dei fiumi. Un intento che si è tradotto con l'inserimento nel piano di tutta una serie di parametri e specifiche preliminari per lo sfruttamento idroelettrico. Uno per esempio è l'uso sportivo: se un impianto può mettere a rischio l'utilizzo in chiave sportivo turistica del fiume - è il caso del Noce - la centrale non si fa. Allo stesso modo non si possono modificare le falde, dannaggiano o mettendo a rischio gli abitati circostanti o le colture, o fare sbarramenti a meno di un chilometro di distanza dall'immissione degli scarichi dei depuratori».
«Insomma, i timori per un via libera alla diga sono immotivati - sintetizza Manica - e mi sento di dire di non aver cambiato idea sul progetto tra Pomarolo e Volano. Starà alle autorità compententi, una volta che il testo sarà tornato in giunta e definitivamente adottato, valutare se il progetto specifico rispetta o meno i paletti che il piano di tutela così rinnovato fissa».
Certo, conclude, «il testo non contiene un no aprioristico allo sfruttamento idroelettrico dell'Adige. Ma da qui a parlare dell'imminenza dei lavori per la crezione di un impianto giustamente contestato dai cittadini, ce ne corre».