«La parete per mettere in sicurezza il diedro che minaccia il territorio sottostante poteva essere fatta a monte. E invece si devastano "le fratte" e si rovina la collina». È questa la risposta che i cittadini di Mori danno alla Provincia che, assieme al Comune di Mori, tira dritto sul progettato sbancamento dell'area.

L'opposizione al progetto, dopo lo sgombero da parte delle forze di polizia, è sfociata  nell'occupazione del palazzo del municipio: un'operazione costata delle denunce penali a chi l'ha promossa.

Per sabato è stata indetta un'assemblea informativa.

Il clima è di rabbia e delusione a Mori. Si pensa che la distruzione delle terrazze agricole sarebbe stata evitabile, «se solo in Provincia a Trento e in giunta comunale a Mori non ci fosse stata tanta fretta».  Guarda il video:

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Dopo la chiara presa di posizione del governatore Ugo Rossi e della sua giunta (in particolare l'assessore Tiziano Mellarini) - a favore della costruzione dell'opera - la «tribù delle fratte» si consola incassando il sostegno dell'USB (Unione Sindacale di Base).

Ecco un estratto della nota firmata da Ezio Casagranda, Federico Menegazzi e Daniel Agostini:

«In fronte a tutto ciò, alla salvaguardia della VITA dei lavoratori e dei cittadini, troviamo più che giusto l'azione della Tribù delle Fratte e stigmatizziamo tutta la politica che solidarizza con Barozzi, senza neppure sapere il perchè si è dovuti arrivare ad una presenza pacifica nell'ufficio di Barozzi, e in barba alle accuse dei politici (che costantemente ingrassano a suon di privilegi) non è stata fatta violenza verso nessuno, non è stato interrotta l'attività comunale, non si è danneggiato alcun che (va ricordato che su richiesta di Barozzi gli si è dato subito tutto ciò che gli serviva come ad esempio pc e una traga che di fatto ha consegnato ad una dipendente comunale).

USB appoggia appieno fin dalle origini la lotta della Tribù, partecipandovi attivamente denuncia il comportamento ARROGANTE delle istituzioni, condannando il metodo OPPRESSIVO adotto dalla Provincia militarizzando Mori, con il solo scopo di incutere paura nella popolazione, evitando un confronto sulle alternative e non apportando alcun sistema reale di sicurezza di lavoratori e cittadini».

Renzo Colpo, consigliere comunale di Mori, del Movimentio Cinque Stelle, fra i principali oppositori al progetto voluto da giunta comunale e Provincia, spiega le ragioni della «tribù delle fratte»: «La messa in sicurezza della popolazione è ciò che chiedo dal 24 maggio 2016 e che la “ragionevolezza delle decisioni”  delle istituzioni non fa. 

Per la fonte del pericolo, il diedro instabile, non è ancora stato redatto un progetto di stabilizzazione e demolizione. Questo è il punto. Lo scrive il professor Barla il 31 dicembre 2016. Ben sette mesi dopo il decreto di somma urgenza.

Lo aveva indicato necessario il geologo Belloni nel 2007. Lo aveva raccomandato il geologo Nardin nell’aprile 2016. A chi nelle istituzioni governa l’intervento sembra interessare solo la realizzazione del vallo-tomo: unica opera progettata e finanziata in somma urgenza. Opera che il professor Giani certifica come secondaria, carente nei calcoli di progetto, sovradimensionata, perfino dannosa per la sicurezza perché demolisce i terrazzamenti che hanno fin qui protetto il paese per secoli, facilmente sostituibile con reti (più veloci da installare e meno costose), tenendo la gente sempre in pericolo».  Sul sito del comitato da Vicolo a Vicolo si trovano tutti i dettagli.

Intanto per domani è stata indetta un'assemblea informativa:

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