Vallotomo, la «Tribù delle Fratte» contro il Pd «Dal partito solo menzogne e insulti»
La Tribù delle Fratte, che si sta opponendo alla distruzione dei terrazzamenti di Mori e alla realizzazione di una muraglia (in sintesi il cosiddetto «vallotomo»), alza il tiro.
Dopo le assemblee, le proteste, l’occupazione del municipio (con conseguente denuncia penale) il gruppo di cittadini che hanno chiesto a Comune e Provincia di innnestare la retromarcia, ora parlano anche della responsabilità dei singoli e dei partiti.
In una nota diffusa in questi giorni chiamano in causa il Partito Democratico.
«In caso di crollo improvviso della roccia (eventualità dichiarata dagli stessi esperti provinciali) i massi - si legge in un comunicato - non incontrerebbero nessuna barriera. Tanti abitanti di Mori non vogliono quest’opera ed hanno proposto soluzioni meno costose, pìù efficaci e meno impattanti: chiedono la sospensione dei lavori e il fissaggio del diedro pericolante. Rifiutarsi di fare questo ed affidarsi a dei monitoraggi per far scattare l’allarme di pericolo, significa giocare con la vita delle persone».
Poi arriva il richiamo alle responsabilità politiche: «La forza più schierata a sostegno dell’opera e contro chi si oppone è senz’altro il Pd. Dai vertici provinciali del partito, fino all’ultimo lustrascarpe di Mori, abbiamo assistito ad un vero e proprio coro di menzogne e di insulti contro chi si opponeva a quest’opera inutile e rovinosa. Perché? Non solo per difendere il proprio sindaco Pd Barozzi, né soltanto per garantire gli interessi della ditta implicata nei lavori (la Misconel, ndr).
Ciò che c’è in gioco si chiama principio di autorità. Fare marcia indietro a causa della resistenza della gente sarebbe un pericoloso precedente per chi governa. Oggi si scrive “vallo tomo” ma domani si potrebbe leggere “tav”-”buona scuola”-”acciaierie Borgo”- “valdastico” oppure “licenziamenti”.
In tal senso la battaglia che si sta combattendo a Mori va al di là della giusta difesa di questo territorio. Mentre a Mori si continua a sfiorare la tragedia, il Pd inaugura la sua farsa».
La Tribù critica l’appello alla partecipazione una volta che la contestata opera sarà ultimata: «Dopo aver mandato la polizia in tenuta antisommossa a militarizzare Mori e dopo aver fatto il possibile per isolare la resistenza della gente, il Pd vorrebbe coinvolgere chi si oppone al vallo tomo ad opera finita, nell’abbellire il paesaggio. Nel mondo al rovescio della Politica, la chiamano “partecipazione”».
Viene tirato in ballo il segretario moriano del Pd: «Ma cosa pensano Lanfranco Cis (segretario del Pd, militante di Lotta Continua negli anni ‘70, ora evidentemente convertito al potere) e i suoi soci?»
La «Tribù» descrive la propria azione come «legittima resistenza». Se pensano di fare del Trentino la loro riserva di caccia, sappiano che siamo qui: ci siamo schierati a difesa della nostra terra, della nostra dignità e della nostra vita».
«Là, sulle pendici di Montalbano, (...) dovrebbe ergersi un sistema di “valli tomo”- giganteschi muri alti fino a 12 metri e lunghi 1 km. un’opera che, una volta ultimata (particolarmente il tratto di Via Teatro), non servirà comunque a proteggere la popolazione dal crollo massivo della roccia pericolante. Questo grande scivolo di terra scavata, ci pone oggi nella fase di “massima insicurezza”. Con il diedro di roccia pericolante non ancorato, le fratte distrutte, i lavori che dureranno mesi e la gente non evacuata ancora nelle case».
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