Addio al re: il vento spezza l'«Avez del Prinzep»
Il forte vento dei giorni scorsi ha abbattuto il secolare abete bianco «Avez del Prinzep», a Lavarone, non lontano dal biotopo di malga Laghetto. Un albero che aveva una età stimata di 270/280 anni, un altezza tra i 51 e i 52 metri. Per abbracciarlo - la sua circonferenza era di 5,60 metri - ci volevano sei persone. Era l’abete più alto d’Europa, inserito nei testi degli alberi monumentali.
«È stato il vento, ha letteralmente spaccato l’albero ad un altezza di 3-4 metri», sottolinea la guardia forestale, Mariano Bertoldi. Ad accorgersi che il grande abete aveva ceduto è stato il custode forestale di Lavarone, Damiano Zanocco, che insieme a Bertoldi stava visitando la zona per una stima dei danni causati dal maltempo. Avez in cimbro significa abete bianco, quello di Lavarone pesava circa quattro tonnellate.
Il nome «Avez del Prinzep» è legato alle leggende della montagna. Sembra che ad ogni sindaco cimbro venisse dato in dotazione un albero. Si narra che quell’abete sia stato dato al borgomastro di Luserna, che di cognome faceva «Nicolussi Principe» (a Lusérn esistono ancora famiglie con questo cognome). Altre storie dicono che quella pianta era denominata il Prinzep (principe) perché la più bella, la più maestosa, la più forte, all’interno di una foresta contornata da molti abeti giganti.
A poca distanza dall’Avez del Prinzep sorgeva anche l’Avez del Paol che venne tagliato qualche anno fa, anche quello fu un magnifico emblema di quest’area, dove le conifere svettano orgogliose alla ricerca del sole e della luce e godono di un micro-clima umido dato dal piccolo bacino lacustre.
L’Avez del Prinzep già da alcuni anni presentava qualche acciacco. Un buco proprio ai piedi dell’albero venne tamponato dai tecnici di S.Michele e dai forestali, che sottoposero la maestosa conifera ad un trattamento contro le formiche. Alla base venne posta una leggera protezione in vetro/resina. «L’albero era guasto almeno per una decina di metri d’altezza, prima o poi si sapeva che sarebbe caduto. La sua caduta, causa l’enorme volume, ha buttato a terra altre 5 o 6 piante limitrofe», sottolinea, Mariano Bertoldi. Significativo il fatto che le radici dell’albero non hanno ceduto al forte vento, ed hanno resistito alla forte oscillazione. L’abete si è spezzato, ma le sue radici sono ancora ben salde. Nonostante le rughe del tempo la pianta aumentava ogni anno ed era ancora in «vigoria d’accrescimento», di circa un millimetro all’anno. Per Lavarone ma per tutto il trentino l’«Avez del Prinzep costituiva una meta turistica di primo piano, e anche una meta didattica.
Per evitare danneggiamenti alla pianta la forestale ed il Comune di Lavarone avevano predisposto delle protezioni: era vietato avvicinarsi, un continuo calpestio della zona avrebbe potuto ledere la stabilità di questo gigante e indebolirne le radici. «Un albero che tutti noi conoscevamo fin da piccoli.Quassù, si facevano le feste degli alberi, per tutti gli abitanti di Lavarone era la «nostra» pianta» racconta il sindaco,di Lavarone, Isacco Corradi.
Che fare ora? Con ogni probabilità la parte sana della conifera verrà riutilizzata: sarà con ogni probabilità predisposta una copertura speciale per proteggerla.